1. PER FARE UN REGALINO A CHI POSSIEDE UNA CASA, A DISPETTO DI QUANTO È RICCO E DEL FATTO CHE LA CASA È TASSATA IN TUTTO L’OCCIDENTE, LETTA E BRUNETTA E PDL TUTTO HANNO TOLTO RISORSE DESTINATE ALLA LOTTA CONTRO LA DISOCCUPAZIONE E L’EVASIONE FISCALE. UNA SCELTA DEL GENERE HA UN SOLO NOME: POLITICA DI DESTRA. E ANCHE DELLA PIÙ OTTUSA, PERCHÉ A FRONTE DI UN AUMENTO DELLA DISEGUAGLIANZA NON CORRISPONDE ALCUN RILANCIO DELL’ECONOMIA, MA SOLO UNA MANCIA ALLA RENDITA 2. LINGOTTI IN FUGA! L’ULTIMA MARPIONATA: LA FIOM TORNA IN FIAT. MA NON TROVA NESSUNO 3. NANO DECADENCE! SEMPRE IN VACANZA ALL’ESTERO L’AVVOCATISSIMA PAOLA SEVERINO, CHE PURE POTREBBE TANTO ILLUMINARCI SULLA SUA LEGGE. COMINCIAMO A PREOCCUPARCI PER LA SUA INCOLUMITÀ, VISTO CHE ORMAI NON DÀ NOTIZIE DA MESI

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. MA L'IMU-RTACCI VOSTRA
Il problema non è che la coperta è corta, come si usa dire quando si vogliono giustificare politiche di bilancio conservative. Il problema è che sono le bugie ad avere le gambe corte e sull'abolizione dell'Imu ne sono state raccontate parecchie. Dal governino di Lettanipote come dai partiti che lo sostengono.

Per fare un regalino a chi possiede una casa, a dispetto di quanto è ricco e del fatto che la casa è tassata in tutto l'Occidente, si sono tolte risorse destinate alla lotta contro la disoccupazione e l'evasione fiscale. Una scelta del genere ha un solo nome: politica di destra. E anche della più ottusa, perché a fronte di un aumento della diseguaglianza non corrisponde alcun rilancio dell'economia, ma solo una mancia alla rendita.

Complimenti innanzitutto a Lettanipote, sedicente allievo di un Beniamino Andreatta che mai avrebbe messo la sua firma sotto una politica economica del genere. E complimenti a Renato Brunetta e al Pdl tutto, che della regressività del Fisco e del miope calcolo elettorale hanno fatto una bandiera. Complimenti anche a quella banda di inutili del Piddimenoelle, che sull'Imu sono riusciti nel capolavoro di fare contemporaneamente una cosa ingiusta e una mossa che avvantaggia i (presunti) rivali del Pdl.

2. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Renzie non era d'accordo sull'abolizione dell'Imu e Repubblica oggi molla un paio di ceffoni in prima pagina a Lettanipote. "Taglio Imu, meno soldi per il lavoro". Dentro, "Lavoro, ferrovie e lotta all'evasione. Il governo sacrifica altri fondi per far decollare la manovra Imu. Il fabbisogno vola. Pagamenti dei debiti della Pa e addio alla tassa sulla casa pesano sui conti pubblici" (p. 2). "Dalle polizze vita alle accise. Così la cancellazione di un'imposta ha generato nuovi salassi" (p. 3)

Il viceministro Fassina si difende così: "Compromesso a favore del Pdl, ma altri tagli erano impossibili" (p. 2). Avresti potuto dimetterti, caro furbetto. Il Corriere delle banche finanziatrici nasconde le cattive notizie nelle pagine economiche: "Meno gettito Imu, sale il deficit. Tutti i tagli per restare sotto il 3%. Il fabbisogno a quota 60 miliardi. Ad agosto peggioramento di 9,2. Ridotte di 300 milioni le risorse per la manutenzione della rete ferroviaria" (p. 26).

Ma sì, che volete che sia qualche incidente ferroviario in più. In fondo alla guida dei treni c'è un tizio sotto processo per la strage di Viareggio. Tout se tient. Ben altro coraggio al Messaggero, che ci apre il giornale: "Tagli di spesa per 10 miliardi. Caccia alle risorse per la manovra: nel mirino sanità e trasporti. Peggiora il fabbisogno".

Va invece sotto il capitolo "tramonti penosi" l'intervista del Rigor Montis al bravo Alessandro Barbera della Stampa, in cui l'ex premier critica l'abolizione dell'Imu e sorvola sui famosi successi della propria azione di governo (p. 7).

3. LINGOTTI IN FUGA
Oggi tutti vorrebbero che la notizia più importante fosse quella sparata in prima pagina dal quotidiano della Confindustria: "Imprese e sindacati: ora la svolta". Grande enfasi all'accordo. Poi nel catenaccio si trova un botta e risposta degno di Groucho Marx: "Squinzi: serve un cambio di passo per uscire dalla crisi". "Letta: ok, ci lavoreremo". Ecco cosa succede ad affidare un giornale serioso come il Sole 24 Ore a un buontempone come Pizzettone Napoletano.

Però proprio ieri la Fiat ha rubato il palcoscenico alla Quadrimurti sindacale. Il suo nuovo house-organ milanese recapita con la giusta enfasi l'ennesima minaccia di Marpionne: "La Fiat: sì alla Fiom in fabbrica. ‘Ma ora una legge o via dall'Italia'. Il Lingotto: servono regole certe per chi deve trattare. A fine settembre scade la cassa integrazione straordinaria a Mirafiori" (p. 7).

Sparita dalla titolazione ogni riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale. Il Cetriolo Quotidiano pecca di ottimismo giovanile: "La Fiom torna in Fiat. La resa di Marchionne. L'azienda prende atto della sentenza della Consulta e riammette il sindacato, ma presto potrebbe lasciare Mirafiori" (p. 1). Il punto è che la Fiat, nei fatti, ha già lasciato Mirafiori. Il titolo giusto per oggi era: "La Fiom torna in Fiat. Ma non trova nessuno".

4. PERCHE' NON POSSIAMO NON DIRCI RENZIANI
La capriola del furbo Franceschini sconvolge i precari equilibri piddini. "Renzi incassa l'appoggio di Franceschini. La corrente AreaDem si schiera con il rottamatore". "Popolari, patto per convergere sul sindaco. E l'area post comunista resta spiazzata. Il ministro d'accordo con Letta e Fioroni. Gli ex Ds verso una sconfitta epocale" (Stampa, p. 4). Per il Corriere delle larghe intese lettiane, "Congresso già ‘finito': ma i bersaniani all'angolo sono tentati da Barca. D'Alema mantiene contatti con i renziani, pronto a stare in minoranza" (p. 11). Azzeccato il titolo del Cetriolo Quotidiano: "Adesso Franceschini sta con Renzi (ma anche con Letta)" (p. 6).

Repubblica ormai pianta le bandierine sulla marcia trionfale di Matteuccio: "Il sindaco conquista anche Bologna. ‘Il programma è la Costituzione. Aiutiamo l'Italia, niente liti tra noi'. Stand demolito per far posto alla folla. ‘Decadenza, alt ai giochi'" (p. 5). E aggiorna la mappa di quel che resta del Piddì: "Un terremoto scuote le correnti. Gli ex pci non controllano più la ‘ditta'. Bersani verso il sostegno a Cuperlo. Marini rompe con Areadem. Franceschini si oppose a Renzi fin dal 2009 a Firenze. Questo dà la misura della svolta" (p. 6). E anche della caratura di Franceschini stesso.

5. NANO DECADENCE
Prende pieghe sempre più surreali l'agonia politica del Cainano. E surreale è questo titolo del Corrierone: "Berlusconi, vertice ad Arcore. Pressing per la linea morbida. La cautela dell'ex premier: in gioco il mio onore" (p. 8). Nella pagina a fianco si spiega "Il peso dei figli sulla strada della clemenza. Spunta l'ipotesi di una richiesta presentata dalla famiglia per il Cavaliere".

Il Messaggero aiutare Re Giorgio a ricordare come si fa: "I casi Nicolazzi e Romano, ecco i precedenti di Napolitano" (p. 9). Sempre in vacanza all'estero l'avvocato Paola Severino, che pure potrebbe tanto illuminarci sulla sua legge. Cominciamo a preoccuparci per la sua incolumità, visto che ormai non dà notizie da mesi.

Il Giornale è sempre in azione su Re Giorgio e oggi lo pizzica sull'infornata di senatori a vita: "Altro che super scienziata. La Cattaneo è solo 440°. Per il Colle la senatrice a vita è "un'autorità mondiale" nella ricerca sulle staminali. Ma una speciale classifica stilata dall'università di Manchester la colloca nelle retrovie" (p. 6).

Repubblica invece mette il sale sulle ferite finanziarie del Banana: "Villa Germetto, il flop milionario di Silvio. Doveva ospitare l'Università del pensiero liberale, per la Fininvest si è trasformata in una macchina mangiasoldi" (p. 9). Ammettiamolo: con tutti i soldi che l'anziano Sultanino di Hardcore si è sputtanato in ville, pupe e calciatori, chiunque altro sarebbe stato già fatto interdire dai figli.

6. UN, DUE, TRE, GRILLINO
Regna sempre la concordia nella casa pentastellata, in attesa che un asteroide colpisca Grillomao mentre fa il bagno a Marina di Bibbona e che un'astronave si riprenda il paraguru Casaleggio. Repubblica: "E il M5S si divide sul ‘grillismo bigotto'. Scontro tra i senatori: ‘Un problema i post violenti di Beppe'. L'ira di Casaleggio" (p. 7). Stampa: "Salta la resa dei conti fra i senatori grillini. Ma è show in diretta web. I dissidenti aperturisti non partecipano all'incontro a Palazzo Madama o scelgono il silenzio" (p. 6).

7. DERIVATI, MI-JENA GABANELLI IMPALA IL MAGO TREMONTINO
Lady Report torna a scrivere sul Corriere e smonta la leggina per nascondere i derivati approntata dall'astuto fiscalista di Sondrio. Nel pezzone di pagina 18 ("La finanza che danneggia i cittadini e l'assenza di regole per i derivati") si legge che la Consob non pensa "a come affrontare i problemi, ma piuttosto a come nasconderli, possibilmente legalizzando l'opacità. E la soluzione potrebbe essere dietro l'angolo con la proposta di legge dell'ex ministro Tremonti. Un solo articolo, ma sufficiente per occultare tutta la finanza scomoda dai bilanci delle imprese".

8. TELECOM-MEDIA
Mentre la Vodafone guidata dal duo italiano Colao-Bertoluzzo fa il pieno di cash e si prepara a monopolizzare il mercato italiano, Telecom Italia si dibatte nei suoi annosi problemi di debito e di azionariato. "Telco, trenta giorni per le disdette. Parte il conto alla rovescia per il riassetto. L'ipotesi di fusione con Telefonica. Il risiko delle telecomunicazioni in Europa trascina al rialzo il titolo Telecom Italia: +3,8% con scambi forti. La posizione di Fossati: ‘E' ora che gli spagnoli dicano quale ruolo vogliono giocare; l'impegno di Findim solo con un piano industriale'" (Sole 24 Ore, p. 24).

9. MONTE DEI PACCHI DI SIENA (E DI VERDINI)
Mal di pancia a sinistra per la scelta della Mansi ai vertici della Fondazione senese. Repubblica: "Fondazione Mps, fumata rosa. La Mansi alla presidenza. ‘Ma non lascio Confindustria'. Malumori tra gli industriali: rischio conflitto d'interessi. La neo presidente disse no a Denis Verdini che le offrì la candidatura del Pdl alla Regione" (p. 24). Fatto: "Mps, l'ex candidata di Verdini a capo della Fondazione. Faide nel Pd. Sms del sindaco Valentini a Renzi che lo rivela in pubblico: ‘Ma che c'entro io con le nomine?'. Alla fine la spunta il blocco ex Ds" (p. 11).
Titolo di rara pregnanza sul Corriere delle banche: "Mansi: Mps, la mia missione è il territorio" (p. 28).

10. LA FINE DI SCAJOLA-BANK
Il Secolo di Genova sputtana i vertici della Carige, settima banca italiana, e pubblica l'esito dell'ispezione di Bankitalia in quella che fu la banca governata dalla trimurti Scajola-Burlando-Bagnasko. "Bankitalia decapita Carige. ‘Via Berneschi, ora un cda libero da condizionamenti socio-politici'. Da Erzelli a Preziosi, così si finanziava il sistema Liguria". "Carige allergica ai controlli. Un uomo solo al comando e pochi contrappesi: l'accusa di via Nazionale. Contestazioni sui rapporti con la magistratura, la filiale di Nizza e la fiduciaria" (pp. 1-12).

11. FREE MARCHETT
Impagabile questo pezzo della Stampa: "I conti correnti ora costano meno. Bankitalia: bisogna negoziare le condizioni migliori. Indagine di Via Nazionale: con Bancoposta si spende meno" (p. 28).

12. CAPITALISMO DI REGIME
Novella economica su Illustrato Fiat: "Assicurazione di Stato per le imprese Tav'. Dopo gli attentati, il viceministro Fassina nel cantiere: ‘Azioni mafiose, le aziende vanno risarcite'. Il titolare della ditta: ‘Troppe intimidazioni. Penso che accetterò una proposta in India" (Stampa, p. 17). Ottima notizia, valoroso imprenditore. La nostra bilancia dei pagamenti se ne gioverà.

colinward@autistici.org

 

TASSA SULLA CASA jpegenrico letta LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI RENATO BRUNETTA MONTI E FASSINA DALLA ANNUNZIATA dellavalle RENZI resize Mario Monti and Jean Claude Juncker c SQUINZI CECCHERINI E GALATERI A BAGNAIA john elkann e sergio marchionne consegnano la lancia thema presidenziale a giorgio napolitano mirafioriFranceschini, Quagliariello e LettaBerlusconiBEPPE GRILLO E GIANROBERTO CASALEGGIO grillo casaleggio GABANELLIMARIO MONTI GIULIO TREMONTICOLAO Paolo Bertoluzzo antonella-mansiMANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE GIOVANNI BERNESCHI FOTO INFOPHOTO

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?