BOCCIA DI ROSA (STORIA DI UNO SCENDI-LETTA) - PERNA: “FRANCESCO BOCCIA C’ENTRA COL PD COME IL CAVOLO A MERENDA. HA PERSO DUE VOLTE CONTRO VENDOLA E HA FALLITO PURE COME CONSIGLIERE COMUNALE”

Giancarlo Perna per "il Giornale"

Sebbene sia noto soprattutto per il matrimonio con Nunzia De Girolamo, Francesco Boccia ha una sua storia dignitosa. Certo, la scelta di impalmare la bellezza sannita è stato l'atto più spavaldo della sua vita. A colpire, fu il fatto di due politici di sponde opposte che mettevano le vite in comune. All'epoca, Nunzia era così nelle grazie del Cav che si favoleggiava di un «fidanzamento».

Francesco invece (oggi a capo della commissione Bilancio della Camera) era già l'alto esponente del Pd che è tuttora e da anni fiduciario di Enrico Letta. La liaison agli esordi fece scalpore, specie a destra, dove l'ostilità per quell'ibrido raggiunse toni parossistici. «O tu passi al Pd o lui con noi», avrebbe ingiunto il Cav alla sua pupilla temendo che, tra un sospiro amoroso e l'altro, i segreti del Pdl finissero all'orecchio del nemico. Ma la cosa si appianò e nel dicembre 2011 Nunzia, che già aspettava la piccola Gea, impalmò Francesco.

Come in ogni cosa di Boccia, anche nella storia con De Girolamo c'era l'ombra di Letta junior. Nunzia, come molti altri del centrodestra, faceva parte come Boccia e tanti del centrosinistra di VeDrò, il club fondato da Letta per amalgamare le giovani leve politiche aldilà degli schieramenti.

L'accolita si riunisce una volta l'anno alla centrale elettrica di Drò, presso Trento, per discutere e conoscersi. E qui, a quanto si dice, Cupido fece scoccare il dardo che avvinse la beneventana Nunzia e il biscegliese Francesco. Quando accadde, Boccia aveva da poco chiuso una precedente relazione anch'essa all'insegna del lettismo con l'affascinante Benedetta Rizzo, organizzatrice di VeDrò, dalla quale erano nati Edoardo e Ludovica.

Boccia dunque, che a vederlo così, nonostante i 45 anni, pare un fanciullone di primo pelo, è già bigamo e padre di tre figli. È anche meno cauto di quanto sembri nelle, in genere, calibrate apparizioni tv. Il meglio della sua latente aggressività, la esprime su Twitter di cui è patito. Se gli interlocutori lo criticano, li sferza con un «se non sei d'accordo con me, fatti eleggere poi ne riparliamo», che alterna a «fai ridere... vai, vai a lavorare» e all'epiteto «coniglio».

Nella foga twittesca , talvolta straparla. In giugno, quando si discuteva l'acquisto degli F35, che Boccia caldeggia, cercò di rintuzzare i pareri opposti dei pacifisti della Rete scrivendo che gli apparecchi erano «elicotteri per il soccorso alle popolazioni». In realtà, sono micidiali cacciabombardieri. La cantonata, che ancora oggi lo perseguita, fu sommersa di ironie internettiane.

Gli fa più giustizia l'uscita,sacrosanta ma azzardata dato il clima, di alcuni giorni fa: «In un Paese normale, prima di fare decadere Berlusconi, si sarebbe aspettata la delibera della Corte sull'interpretazione della legge Severino».

Con l'aggiunta: «Se ci sono nuove carte sul processo Mediaset, mi aspetto una revisione come per qualsiasi altro cittadino». Un destro-sinistro al giustizialismo del suo partito che ha mandato sulle furie l'intero Pd. Inondato di improperi, Francesco ha fatto marcia indietro ma, dimostrando carattere, non più di tanto.

Il punto è che Boccia c'entra col Pd come un cavolo a merenda. Lo diceva già Nunzia ai tempi in cui la mettevano in croce perché coccolava «uno di sinistra »: «Ma quale sinistra e sinistra? Francesco è un moderato, un popolare centrista, sono molto più di sinistra io». Lui però non lo ammette, essendo talmente in carriera nel Pd da rinnegare il passato.

«Mai stato democristiano », ha osato dichiarare tempo fa. Una frottola:fine anni ' 80, ancora prima di laurearsi in Scienze politiche a Bari, militava già nella Dc. Era una giovane speranza della corrente di Beniamino Andreatta, la stessa di Letta jrdi due anni più anziano cui si legò proprio in quel tempo.

I Boccia sono una cospicua famiglia di Bisceglie, graziosa marina fra Trani e Bari. I genitori guidavano una fiorente azienda tessile. Il ragazzo crebbe in una villa immensa diverse decine di stanze con cappella privata e campi da tennis. Si divideva tra l'università e il gioco delle carte di cui era maestro.

Aveva una ragazza fascinosa (su questo non ha mai transatto) che, lustri dopo, divenne first lady di Trani, ossia moglie di un sindaco. In quei primi anni '90, Francesco debuttò nella politica con la nomina, in conto Dc, nel Cda della locale casa di riposo Principessa Iolanda.

Tutto sembrava destinarlo al ruolo di ottimate locale, quando l'impresa familiare fallì. Fu un trauma con pesanti code economiche e giudiziarie. Francesco, lasciò Bisceglie e cominciò a girare il mondo quattordici residenze diverse in un pugno d'anni! - per perfezionare gli studi economici: master alla Bocconi, quadriennio alla London School, soggiorno negli Usa.

A ridargli un destino italiano fu il solito Letta che, diventato ministro dei governi D'Alema e Amato (1998-2001) lo chiamò come consulente all'Industria, inducendolo anche a iscriversi nella Margherita. Entrò poi nelle grazie del sindaco ds di Bari, Michele Emiliano, che lo nominò assessore comunale al Bilancio (2004) e lo montò al punto da imporlo come candidato ufficiale della sinistra per la presidenza della Puglia contro il berlusconiano Raffaele Fitto (2005).

Quando già Boccia era certo di essere lui il campione dei Ds aveva dalla sua Max D'Alema, Romano Prodi, ecc il semisconosciuto Nichi Vendola lo sfidò alle primarie e vinse di un soffio. Ci fu la quasi certezza di brogli a danno di Boccia che infatti raccontò: «Sono stato tentato di non riconoscere il verdetto, ma Prodi mi disse di lasciare perdere».

Romano, infatti, si era accordato con il rifondazionista Fausto Bertinotti, di cui Nichi era pupillo, per averne, di lì a poco, l'appoggio per il suo secondo governo (2006-2008). L'imprevista sconfitta nei confronti di Vendola, mentre tutto l'apparato era con lui, chiarì per sempre che Boccia non incanta folle, né porta voti. Più che un valore aggiunto è una sottrazione, come spesso i bravi ragazzi un po' secchioni. Venne così incasellato come tecnico e relegato in quel recinto.

Dal 2008, Boccia è deputato. Da allora, a parte il lieto matrimonio, gli va tutto storto, ma non ne fa un dramma. Nel 2010, ha risfidato Vendola alle primarie per la guida della Puglia ed è stato stracciato: 73 per cento dei voti contro il 27. In aprile, era dato per certo come ministro di Letta, lo è diventato invece sua moglie. In maggio, si è fatto eleggere consigliere comunale di Bisceglie ma ha creato un tale pasticcio che per poco non lo garrottavano: ha spaccato il Pd, dando la vittoria al centrodestra. La storia di un numero due.

 

STEFANO FASSINA E FRANCESCO BOCCIAFrancesco Boccia FRANCESCO BOCCIA A PIAZZA PULITA NELLA PUNTATA SU BEPPE GRILLO letta Enrico Letta Nunzia De GirolamoBENEDETTA RIZZOBENEDETTA RIZZO

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…