STEVE JOBS E BILL GATES, QUEI DUE RAGAZZI DEL ’55 CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO - SE BILL HA SEMPRE PUNTATO ALLE STRATEGIE DI MERCATO, STEVE HA SEMPRE MIRATO AL PRODOTTO - SE BILL HA CREDUTO CHE FOSSE IL SOFTWARE LA CARTA VINCENTE, STEVE INVECE HA SCOMMESSO SULL’HARDWARE - INTERNET FU CONCEPITO DALL’INGLESE BERNERS-LEE SUL MAC MA JOBS E BERNERS-LEE NON AVEVANO LA STESSA VISIONE DEL WEB: UN GIARDINO DORATO E CHIUSO PER IL PRIMO, UNA CITTÀ APERTA PER IL SECONDO…

1 - ALLE ORIGINI DEL WEB
Riccardo Luna per "la Repubblica"

Due grandi fatti hanno determinato il successo della rivoluzione digitale che da trent´anni ci sta cambiando la vita: i prodotti della Apple di Steve Jobs e l´invenzione del world wide web da parte di Tim Berners-Lee. Come i primi hanno reso l´elettronica di consumo una cosa facile, sexy e per tutti, così l´invenzione del web ha trasformato Internet da rete per far comunicare università e militari nella più grande piattaforma di comunicazione dell´umanità. Jobs e Berners-Lee non avevano la stessa visione del web: un giardino dorato e chiuso per il primo, una città aperta per il secondo.

Ma c´è stato un momento decisivo in cui le loro strade si sono involontariamente incrociate. Nel maggio del 1990 il giovane fisico inglese del Cern di Ginevra sognava di trovare un modo per rendere tutti i documenti del mondo accessibili a tutti. Comprò un NeXT: era un avveniristico personal computer che Jobs aveva realizzato dopo essere stato licenziato dalla sua Apple. «L´interfaccia del NeXT era bella, elegante, efficace - ricorderà Berners-Lee - aveva una grande flessibilità e alcuni strumenti così innovativi che gli altri pc li avrebbero adottati in seguito». Qualche mese dopo il web fu concepito su un pc di Jobs.

2- QUEI DUE RAGAZZI DEL '55 CHE CI HANNO CAMBIATO - IL LUNGO DERBY MAC-MICROSOFT LOTTA TRA VISIONI DEL MONDO
Giorgio Meletti per "il Fatto quotidiano"

Nella foto che vedete qui a fianco c'è molto del derby di una vita tra Steve e Bill, i due ragazzi del '55 che hanno cambiato il mondo. Steve, miliardario in jeans, scarpe da tennis e dolcevita nero, ha stile, lo stile di chi pensa che gli occhi siano il motore del mondo. Bill ha il consueto aspetto di chi si veste senza accendere la luce, perché per lui la vita avviene dentro il cervello, biologico o elettronico che sia.

Steve ha origini modeste, e per lui la vita è battaglia. Bill è nato ricco, è per lui le guerre industriali sono un rompicapo, un videogioco, una prova d'intelligenza. Scherzano, Steve è più spiritoso e sfotte il rivale, Bill ride perché la regola americana è che ci si arrabbia solo a telecamere spente. Trentacinque anni fa Bill ha scritto il software per il primo grande successo di Steve, l'Apple II. "Allora eravamo sempre i più giovani in ogni riunione, oggi mi sembra che siamo i più vecchi", dice Steve ammiccando al pubblico di giovani fan.

Quasi quarant'anni di storie parallele che saranno a lungo studiate nei corsi di economia, perché questi due visionari hanno cambiato il mondo con filosofie e modi di agire diversissimi eppure convergenti. Per molti anni è stata la Microsoft di Bill Gates il cavallo vincente, mentre alla Apple di Steve Jobs toccava il ruolo del perdente di successo. Oggi la morte sconfigge Steve nel momento culminante del suo trionfo strategico.

La prima differenza fondamentale tra i due è che Bill Gates ha sempre puntato al dominio del mercato attraverso le strategie di mercato, mentre Steve Jobs ha sempre seguito la sua stella polare, il prodotto. La seconda differenza è che Bill ha creduto che fosse il software la carta vincente, Steve invece ha scommesso sull'hardware anche quando tutti gli dicevano che era una strada a fondo cieco.

Negli anni Settanta Bill Gates ha avuto l'intuizione vincente che il software era il motore di tutto e i suoi sistemi operativi e i suoi programmi avrebbero definito lo standard del mercato, consentendogli di dominarlo: come se un fabbricante di auto avesse potuto brevettare il numero di ruote, quattro.

Dando gratuitamente alla Ibm il suo Ms-Dos, che faceva funzionare il primo personal computer nel 1981, Bill prima ha propiziato la diffusione del suo standard, poi ha costretto tutti i produttori di computer a pagargli a caro prezzo l'Ms-Dos, che consentiva loro di offrire computer "compatibili", cioè in grado di dialogare e passarsi documenti l'uno con l'altro (attraverso i dischetti, fino a che non è arrivato Internet).

Steve intanto seguiva il suo sogno di vendere i computer più belli e avanzati. Con il Macintosh (1984) introduce le icone e il mouse. Ma il mondo Apple rimane un mondo chiuso, macchine potentissime che dialogano solo con se stesse, e costano di più. Le vendite arrancano, Jobs viene cacciato dalla sua azienda e sostituito con un mago del marketing, John Sculley, proveniente dalla Pepsi-Cola. Non si arrende. Riparte da zero e progetta un computer ancora più avveniristico e curato, il Next, un cubo nero bellissimo che comprano in pochissimi.

Poi cambia tutto. La fede di Steve nella forza del prodotto, nella forza innovativa della macchina, viene premiata. Arrivano l'i-Pod, che rivoluziona il modo di ascoltare la musica. Arriva l'iPhone, che mette insieme il telefono con le funzioni di un computer. Arriva l'iPad, che trasforma il modo di stare nella rete. Il mondo immobile di Bill, dove stupidi pezzi di ferro fabbricati dagli asiatici a prezzo stracciato erano come l'asfalto su cui far correre i suoi programmi, si è sfasciato. L'hardware di Jobs è diventato il motore del mercato, ha trasformato i modelli di consumo. I produttori di software come la Microsoft, dopo decenni in cui menavano la danza, si sono trovati improvvisamente a inseguire.

Nel frattempo, grazie a Internet, è avvenuto un altro grande cambiamento. I nuovi leoni del mercato sono Google, Twitter, Facebook. Nè hardware, nè software. Vendono servizi sulla rete, un mercato nuovo e dirompente nel quale la Microsoft cerca di entrare da 15 anni inanellando una sconfitta dopo l'altra. Jobs alla fine si è trovato al posto giusto nel momento giusto, dando le macchine giuste per i nuovi servizi e addirittura prefigurando l'innovazione con le prestazioni dei suoi oggetti di design. Il derby dei due ragazzi del '55 si chiude prima del tempo con un esito drammatico: Steve è morto nel momento del trionfo, Bill è vivo ma in declino.

 

STEVE JOBS BILL GATESSteve Jobs e Bill Gates a anni STEVE JOBS E BILL GATESSTEVE JOBS E BILL GATES STEVE JOBS - melaSTEVE JOBS CON LA MOGLIE LAURENEJOBS IPAD CON LA CANDELATim Berners Lee Susan Crawford e Henry Jenkins

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