1- TOCCATELO SU TUTTO, MA NON SUGLI UNICI VALORI NEI QUALI CREDE DAVVERO. I VALORI DI BORSA. RIGOR MONTIS PUÒ SEGARE PENSIONI, LIMARE DIRITTI, TASSARE IN MODO DISEGUALE E LASCIARE BRIGLIA SCIOLTA ALL’INFLAZIONE CON LA MASSIMA TRANQUILLITÀ. MA QUANDO VEDE CERTI INDICI SBROCCA E SI ABBANDONA A UN CERTO VITTIMISMO IN STILE ULTIMO BERLUSCONI: “IL PREMIER: SCONTIAMO LE DIFFICOLTÀ DI MADRID. ‘NON HANNO AIUTATO LE PAROLE DELLA MARCEGAGLIA SULLA RIFORMA DEL LAVORO” 2- DISTRATTI DAI RENDIMENTI, I GRANDI PROFESSORONI CHE CI STANNO INSEGNANDO A VIVERE DA CINQUE MESI NON TROVANO I SOLDI E NON SANNO COME RISOLVERE IL VERGOGNOSO PASTICCIO DEI COSIDDETTI “ESODATI”: UOMINI E DONNE CHE AVEVANO ACCETTATO ACCORDI DI MOBILITÀ E USCITE ANTICIPATE E CHE ORA RISCHIANO DI TROVARSI SENZA SUSSIDI E SENZA PENSIONE, PER VIA DELLA GENIALE RIFORMA FORNERO

A cura di COLIN WARD e CRITICAL MESS

1- ANCHE LORSIGNORI PIANGONO (E ALLORA LITIGANO)...
Toccatelo su tutto, ma non sugli unici valori nei quali crede davvero. I valori di Borsa. Rigor Montis può segare pensioni, limare diritti, tassare in modo diseguale e lasciare briglia sciolta all'inflazione con la massima tranquillità. Ma quando vede certi indici sbrocca e cerca colpevoli. Non alza il dito medio solo perché ce l'hanno mandato giù dal Grande Nord con le moffole cucite alle maniche del cappottino.

"Crolla la Borsa, paura per lo spread. Monti: ‘Escludo misure straordinarie, preoccupa la Spagna" (Repubblica, p. 1). Poi torna in trincea e attacca Lady Confindustria in uscita: "La riforma del lavoro non c'entra. È colpa di Marcegaglia" (p.3). Con la velina consegnata ai retroscenisti dal suo fantomatico entourage che recita: "La Marcegaglia vuole scendere in politica e per farlo ci attacca, ma così dà la sensazione ai mercati che gli imprenditori stiano sfiduciando il governo ed è un gioco al massacro". Nervosetti, eh?

Anche leggendo il Corriere, colpisce un certo vittimismo in stile ultimo Berlusconi: "Il premier: scontiamo le difficoltà di Madrid. ‘Non hanno aiutato le parole della Marcegaglia sulla riforma del lavoro" (p. 3). Coordinarsi di più, care destre di lotta e di governo. Onesta la ricostruzione della Stampa: "E i titoli di Stato penalizzano le banche italiane e spagnole. Pesano gli acquisti di Btp e Bonos fatti negli ultimi mesi" (p. 2). Il famoso patriottismo dei banchieri puntella le loro poltrone, ma non sempre fa bene ai bilanci.

2- NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...
Distratti dai rendimenti, i Grandi Professoroni che ci stanno insegnando a vivere da cinque mesi non trovano i soldi e non sanno come risolvere il vergognoso pasticcio dei cosiddetti "esodati": uomini e donne che avevano accettato accordi di mobilità e uscite anticipate e che ora rischiano di trovarsi senza sussidi e senza pensione, per via della geniale riforma Fornero.

Meritoria la paginata di Repubblica, che non li dimentica: "Esodati, soluzione ancora lontana. Sindacati scettici sull'utilizzo dell'assizurazione sociale. Oggi i numeri del ministero" (Valentina Conte, p. 22). Intanto si sveglia pure il sindacato del Sor Angeletti: "Otto contratti su dieci sono instabili. Lo studio della Uil: l'apprendistato riguarda solo il 15 per cento dei giovani" (Corriere, p. 9). Quelli fortunati.

3- MA ALBERTO DA GIUSSANO HA LA COPPOLA?...
"In Tanzania i primi sospetti. "Bloccati i soldi della Lega". Nuove rivelazioni sugli affari del boss Palazzolo in Africa. Il cassiere di Riina è stato arrestato di recente dopo una lunga latitanza". Sul Messaggero (p. 9), Massimo Martinelli riporta la storia - piuttosto confusa - di un ex manager di Finmeccanica, l'avvocato Francesco Tuccillo, interrogato dai pm di Napoli "sui presunti contatti tra Vito Palazzolo e alcune aziende del gruppo Finmeccanica".

Tuccillo e Palazzolo si muovevano in Africa e potrebbero esser stati loro a "spaventare" le banche che si sono poi rifiutate di incassare i soldi maneggiati da Ciccio Belsito. Scambiato anche lui per un mezzo boss, anziché per un compatriota di successo.

Repubblica punta ancora sui flussi di denaro in entrata: "Lobby su Vaticano e Fincantieri, ora dobbiamo fare un briefing". Le mire di Bonet, in affari con il cassiere della Lega" (p. 11). Mentre Paolo Berizzi tira fuori dal cilindro una storia "simil-Montecarlo": "Il giallo dell'appartamento ereditato dal Senatur: doveva andare al partito. Il lascito di una militante mai denunciato" (p. 13).

Il Corriere mette in piazza anche il bizzarro personaggio che rappresenta l'Italia dei Malori in Liguria, terra dove tutti fanno affari con tutti, nel nome dei due Claudio (Scajola e Burlando) e della cementificazione selvaggia: "I rapporti sospetti tra Belsito e il deputato Idv Paladini Lo strano sostegno a una squadra di calcio. La difesa: ‘Non ero più presidente" (p. 15). Paladini, ex poliziotto, ex tutto, è una degna metafora del dipietrista di periferia.

4- CHI TOCCA LE TV FA CARRIERA...
Dopo lo scoop di ieri, Repubblica torna sulle tv del Banana. "Frequenze, ora Mediaset cerca la trattativa col governo. Dopo la cancellazione dell'asta gratuita decisa da Passera, anche il Pdl attende le mosse dell'esecutivo. Gasparri: no a inutili crociate" (p. 16). E se fa il moderato uno come Gasparri, vuol dire che il Partito-azienda sta davvero trattando qualche accordicchio non troppo dispendioso per Mediaset.

Ma il Cetriolo Quotidiano non abbocca: "Le solite frequenze. Un decreto per le nuove regole, ma con l'asta a pagamento resta in campo solo Mediaset. Telecom (La7) si è svenata per la banda dei cellulari. La Rai non ha un euro e Sky si è ritirata dalla procedura. Passera vuole dividere i multiplex tra operatori tv e telefonici. I dettagli li fissa l'Agcom" (Carlo Tecce, p.8).

Mentre il Giornale si indigna al minimo sindacale: "Frequenze tv all'asta. Boccone avvelenato di Passera a Mediaset" (p. 16). La faccenda curiosa è che l'Airone non sembra pagar dazio, sui giornali del Banana. Basta vedere l'entusiastica titolazione di pagina 10: "Passera dà credito alle imprese. Summit con le banche sui prestiti". Insomma, resta sempre un bravo ragazzone.

5- CHE FORTINO IN VIA SOLFERINO...
Appena disturbati dall'irruzione di qualche No Tav in redazione, al Corriere della Sera è il momento delle fortificazioni azionarie. Con il titolo Rcs che in Borsa ha un misero flottante dell'11%, del resto, ci sono imprese più eroiche.

"Rcs ancora rastrellata in Borsa. Benetton non vende, Proto all'1%. Il titolo su del 5%. Per il ruolo di ad spunta Claudio De Conto", ex manager di Pirelli. In lizza ci sarebbe anche Laura Cioli, direttore generale di Sky Italia (Repubblica, p. 25). Segue con interesse la faccenda anche il Giornale di Paolino Berluschino: "Rcs, i Benetton blindano lo status quo. La guerra di trincea per il controllo del Corriere. Edizione Holding: ‘Non vendiamo'. Rally in Borsa (+5%) dopo l'incremento della quota di Rotelli. Le mosse di Della Valle" (p. 24). Mossette, più che altro, con quel 5% nelle mani impallinate del povero Dieguito.

6- FEDE E MOSCHETTO, PRELATO PERFETTO...
Carabine, moschetti, fucili di precisione, doppiette e perfino una Smith &Wesson calibro 357 magnum. Tutto regolarmente dichiarato, a Dio e alla prefettura di Savona. Ha una innocente passione per le armi il cardinal Domenico Calcagno, pezzo grosso del Vaticano al quale è affidata la guida dell'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica. Lo ha scoperto il sito "savonanews.com" e la storia è stata ripresa e ampliata da Ferruccio Sansa sul Cetriolo Quotidiano ("Monsignor Mitra, la passione del cardinale per le armi", p. 11).

colinward@autistici.org

 

 

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