1. IL MIRACOLO DEL NAZARENO CONTINUA ALLA GRANDE! AVREMO UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SCELTO INSIEME DA RENZI E BERLUSCONI. E NON CI SARANNO ELEZIONI ANTICIPATE 2. CERTO, RESTANO DUE DIVISIONI NON DA POCO SUL PREMIO DI MAGGIORANZA (RENZI LO VUOLE ALLA LISTA, B. ALLA COALIZIONE) E SULLA SOGLIA DI SBARRAMENTO (3 O 5%), MA PER IL CAINANO QUELLO DI IERI È UN GRANDE RISULTATO CHE VALE BEN DI PIÙ DI QUALCHE ROSPO DA INGOIARE PERCHÉ CERTIFICA CHE NON E' ISOLATO O RELEGATO AI GIARDINETTI MA, IN BARBA AI MAGISTRATI, RESTA ‘’UOMO DI STATO CENTRALE NELLA SCENA PUBBLICA’’ ("IL FOGLIO'') 3. NON SOLO. DAL PROSSIMO CAPO DELLO STATO SI ASPETTA QUALCOSA DI MOLTO SPECIALE: QUELLA GRAZIA CHE LO RIMETTEREBBE IN GIOCO IN PRIMA PERSONA PER LE PROSSIME ELEZIONI

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

MATTEO RENZI A BALLAROMATTEO RENZI A BALLARO

Avremo un presidente della Repubblica scelto insieme da Renzie e Berlusconi. E non ci saranno elezioni anticipate. E’ questo il risultato più importante dell’incontro di ieri tra i due contraenti del Nazareno, che hanno voluto rilanciare a tutto campo, e con la solennità di una nota congiunta, la bontà del loro patto.

 

Certo, sulla legge elettorale restano due divisioni non da poco sul premio di maggioranza (Renzie lo vuole alla lista, Berlusconi alla coalizione) e sulla soglia di sbarramento (3 o 5%), ma nulla impedisce al premier di provare ad approvare la nuova legge con i voti della sola maggioranza, mentre Forza Italia starebbe a guardare rimanendo sulle sue posizioni. Quello che conta è che il Patto resta valido comunque.

Giorgio  Napolitano Giorgio Napolitano

 

Per l’ex Cavaliere quello di ieri è un grande risultato perché certifica che resta in partita e non è isolato. Partecipare alla scelta del prossimo capo dello Stato è una garanzia che vale ben di più di qualche rospo da ingoiare sulla legge elettorale. Per Berlusconi è anche una partita personale, perché lui dal prossimo presidente della Repubblica si aspetta qualcosa di molto speciale: quella grazia che lo rimetterebbe in gioco in prima persona per le prossime elezioni.  

 

 

2. NAZARENO PER SEMPRE

silvio  berlusconi borsalinosilvio berlusconi borsalino

Tutti soddisfatti i protagonisti dell’incontro di ieri e contento anche Angelino Alfano, che ha visto il premier tenere duro sulla soglia del 3%. “Renzi-Berlusconi, il patto tiene. Preferenze e premio al 40%, distanti sulla soglia anti-piccoli. Nota congiunta: modernizziamo l’Italia, si vota solo nel 2018. Ma la minoranza del Pd si ribella subito ai 100 capilista bloccati”. “Il premier: ‘Sì definitivo a marzo, così potrò chiedere a Napolitano di restare”(Repubblica, pp. 2-3).

 

Sul Corriere, le convinzioni di Renzie: “Il leader: Silvio ci seguirà. Vuole stare al tavolo anche nella partita del Colle. ‘Ognuno ha messo i suoi ingredienti. Ora tutti spingono il carrello” (p. 11). Per la Stampa, “Il premier salva il Patto e allarga la maggioranza per il Colle. ‘E’ il momento più delicato della legislatura, i nodi vengono al pettine’” (p. 7).

Angelino Alfano Angelino Alfano

 

Sul fronte berlusconiano, la convinzione che sia andata decisamente bene. “Ho salvato la faccia e l’unità del partito, con il Pd dirò la mia anche sul Quirinale’. Il sollievo di Berlusconi: non si vota in primavera. E Alfano esulta per lo sbarramento al 3 per cento. Verdini: ‘Se Renzi ha i numeri sull’Italicum in Senato, non ci metteremo di traverso” (Repubblica, p. 6). Il Corriere racconta i mal di pancia nel partito azzurro: “I dubbi in Forza Italia sulla linea del capo. Ma il Cavaliere tira dritto: la necessità primaria è tenere aperto il dialogo, non voglio uccidere i piccoli partiti” (p. 12).

 

Il Giornale sottolinea le divisioni nel Pd (“Renzi canta già vittoria. La minoranza non ci sta”, p. 2) e poi si lancia in una profezia quirinalizia: “Napolitano, ora c’è la data di scadenza. Addio il 20 gennaio. Va a vuoto il pressing del premier perché il presidente resti fino a primavera. Lascerà subito dopo la fine del semestre Ue” (p. 4).

 

 

3. UNO SCIOPERO D’ALTRI TEMPI CONTRO IL PREMIER SPACCONE

susanna camussosusanna camusso

La Cgil indice lo sciopero generale contro il governo e il suo Jobs Act, nella speranza che anche Cisl e Uil si uniscano alla mobilitazione. Repubblica: “Cgil: ‘Sciopero generale’. Pd: ‘Il ponte è servito’. Stop il 5 dicembre. Polemiche sui tweet ironici dei renziani. Il sindacato: è l’idea che hanno del lavoro. Il premier frena: vi rispetto” (p. 11).

 

Il Corriere tratta insieme gli scioperi per la Ast di Terni e la mobilitazione generale: “Protesta l’Ast di Terni, autostrada bloccata. Camusso: sciopero generale il 5 dicembre. Guidi convoca per oggi i sindacati della fabbrica umbra. Duello nel Pd sulla mobilitazione Cgil. Boom della cassa integrazione, più 19,3%. Vertice al Viminale per le manifestazioni di domani” (p. 16). Il Cetriolo Quotidiano ammette: “Sciopero il 5, la Cgil scivola sul ponte dell’Immacolata” (p. 6).

 

Il Messaggero pubblica i risultati di un sondaggio interessante sullo sciopero: “Il 73% degli elettori Pd snobba Camusso. Sondaggio Swg: tre elettori su quattro stanno con Renzi. Il sindacato invece fa breccia nel M5S” (p. 7). Intanto Renzi torna sulla riforma del lavoro: “Articolo 18, si tratta. ‘Aperti alle modifiche pur di partire a gennaio’. Renzi: le regole sui licenziamenti meno importanti dei tempi di approvazione del Jobs Act” (Stampa, p. 11).

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

 

 

4. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Il governo traffica ancora attorno alla legge di Stabilità per tentare l’accordo con il Parlamento. “Un miliardo in più per la manovra. Il governo cerca di aumentare l’importo per gli ammortizzatori e di ridurre le tasse a fondi pensione e liquidazioni. E si propone di alleggerire i tagli agli enti locali. Tetto più basso per il bonus bebè. In un emendamento rispunta la web tax” (Repubblica, p. 13). Sul Messaggero: “Manovra, una norma salva-Patronati. Rate più facili per le cartelle Equitalia” (p. 6).

 

 

5. MONITI DI RE GIORGIO

“Napolitano: Expo deve andare bene, ci mettiamo la faccia” (Corriere, p. 29). Per ora ci abbiamo messo le tangenti

 

 

6. MA FACCE RIDE!

Jean-Claude Juncker, per 18 anni premier del Lussemburgo, si difende sul “Luxleaks”: “Mai dato istruzioni al fisco lussemburghese” (Repubblica, p. 13). Faceva tutto il computer, da solo.

jean claude junckerjean claude juncker

 

 

7. UN PAESE MENO INCIVILE?

La commissione Giustizia della Camera ha finalmente licenziato una legge che limita la carcerazione preventiva sostituendola con misure alternative. Lunedì il testo va all’esame dell’Aula. Se ne occupa la Stampa: “Carcerazione preventiva solo in casi estremi. Per il magistrato maggiori limiti alla discrezionalità” (p. 8). Sarebbe stata bella un’iniziativa del governo, su questo tema.

 

E a proposito di custodia cautelare, il Giornale attacca il nuovo presidente della Corte Costituzionale: “Il magistrato anti Tortora diventa il massimo giudice. Il nuovo presidente della Consulta Criscuolo da capo dell’Anm si schierò con i pm del processo al presentatore, poi difese De Magistris al Csm. Ma la sua nomina spacca la Corte costituzionale” (p. 13).

 

maurizio lupimaurizio lupi

 

 

8. TAV, TRENI AD ALTA VORACITÀ

Continua il balletto delle cifre intorno alla Torino-Lione, sulla quale c’è anche la spaccatura ai vertici delle Ferrovie tra Messori ed Elia. “Tav, nel derby con Parigi l’Italia ha speso di più ma ha scavato di meno. Da Roma 1,6 miliardi: ma siamo ancora alle opere preliminari. I lavori per il super-tunnel inizieranno soltanto nel 2016”. “Renzi: ‘Per noi è una priorità’. Il dossier finisce a Palazzo Chigi. Dopo il balletto delle cifre l’annuncio: ‘Lo seguirò personalmente’. Lo sfogo di Lupi: troppe incertezze dai vertici delle Fs” (Stampa, pp. 12-13).

 

 

9. ULTIME DAL MONTE DEI PACCHI DI SIENA

fabrizio violafabrizio viola

Conti da brivido per l’istituto senese, che ieri ha approvato la decima trimestrale in rosso. “Mps, il rosso sale a 1,1 miliardi. Viola: ‘Nel 2015 l’ammontare dell’aumento, dopo il confronto con la Bce’. Sulla trimestrale pesano rettifiche sui crediti per 790 milioni. Salgono raccolta e commissioni” (Sole 24 Ore, prima pagina dorso Finanza & Mercati). Sul Corriere l’accento sull’eredità del passato: “Mps svaluta, rosso di 1,15 miliardi. Pesano gli accantonamenti e le rettifiche emerse dopo l’analisi della Bce sugli attivi. Viola: ‘I problemi ereditati dalle passate gestioni’” (p. 33).

 

Bollettino di guerra sul Cetriolo Quotidiano: “Mps, nove mesi da brivido: le perdite oltre il miliardo. Dopo gli stress test europei, ecco i conti: 1.150 milioni di rosso in tre trimestri, crediti deteriorati per 24 miliardi. Il titolo crolla. Verso 5.200 esuberi” (p. 7). Alla fine pagano sempre i lavoratori

 

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