beatrice venezi vittorio parisi

“PER RAGIONI POLITICHE BEATRICE VENEZI HA AVUTO POSSIBILITÀ NEGATE AD ALTRI” – PARLA IL MAESTRO VITTORIO PARISI, CHE HA AVUTO COME ALLIEVA AL CONSERVATORIO “GIUSEPPE VERDI” DI MILANO LA DIRETTRICE D’ORCHESTRA FINITA NELL’OCCHIO DEL CICLONE PER LA NOMINA AL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA: “HA AVUTO UN LANCIO ESPLOSIVO DA QUANDO È DIVENTATA CONSIGLIERE DEL MINISTERO DELLA CULTURA. MOLTI L’HANNO IMPROVVISAMENTE INVITATA NEI LORO TEATRI” – IL CONSIGLIO ALLA “BACCHETTA NERA”: “SE FOSSI IN LEI, NON ANDREI MAI IN UN POSTO DOVE NON MI VOGLIONO. SONO SOLIDALE CON I COLLEGHI DELLA FENICE…” – VIDEO

 

Estratto dell‘articolo di Flavio Marcolinin per www.bresciaoggi.it

 

beatrice venezi

Mentre la petizione internazionale che chiede la revoca della nomina di Beatrice Venezi alla direzione musicale della Fenice veleggia sulle 4 mila firme di musicisti professionisti, non solo italiani ma soprattutto stranieri, il controverso provvedimento fa discutere anche in terra bresciana.

 

La direttrice d’orchestra toscana, salita alla ribalta delle cronache nazionali nei giorni scorsi per essere stata nominata in quel ruolo di straordinario prestigio a soli 35 anni, 10 anni fa si era diplomata in direzione d'orchestra con il punteggio di 110 e lode al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano con Vittorio Parisi, musicista bresciano assai noto in tutta la penisola da quasi 50anni non solo come direttore artistico dal 1995 del Dedalo ensemble ma anche come direttore in opere e concerti sinfonici in tutto il mondo.

 

vittorio parisi

«È stata mia allieva per due anni nella classe di biennio superiore» ricorda il suo maestro, precisando che «non era riuscita a entrare il primo anno in cui ci aveva provato, perché era giunta terza mentre i posti disponibili erano solo due. Entrata l’anno seguente, si era mostrata subito una studentessa diligente, come tanti altri che ho avuto modo di seguire al Verdi.

 

[...]  Lei aveva dal punto di vista analitico-musicale una testa molto ben preparata e si dimostrava sempre assai determinata. Quando terminò il corso di studi abbiamo continuato a sentirci per poco meno un anno, poi ci siamo persi di vista.

 

giorgia meloni beatrice venezi

Mi è molto dispiaciuto che in seguito in alcune interviste rilasciate alla stampa nazionale abbia dichiarato di essere stata discriminata come donna al Conservatorio Verdi di Milano, perché non è assolutamente vero: da quell’ente ha avuto più di quel che hanno avuto gli altri, con la possibilità per esempio di dirigere diversi concerti interni che altri non hanno avuto [...]

 

In seguito - aggiunge - Beatrice Venezi ha avuto opportunità di cui altri studenti o giovani direttori non possono disporre, per evidenti ragioni politiche. Poteva fare una buona carriera artistica, ma ha avuto un lancio esplosivo soprattutto da quando è diventata consigliere del ministero della Cultura. Molti l’hanno improvvisamente invitata nei loro teatri, forse perché pensavano che la sua posizione potesse essere loro utile per aprire delle porte».

 

alessandro giuli gennaro sangiuliano

«Ho letto molte delle cose scritte sui di lei in questi giorni- osserva Parisi -. I tanti commentatori, non musicisti, che hanno scritto che una persona che lavora in una società non può pretendere che il principale venga allontanato, evidentemente non hanno capito niente di come funziona un’orchestra.

 

Nei paesi più avanzati musicalmente, penso alla Germania, nessuno sarebbe mai stato messo in quella posizione senza avere il consenso unanime degli orchestrali. Se è vero che c’erano sul tavolo proposte di far ricoprire quella carica a maestri del calibro di Daniel Harding o Fabio Luisi, è evidente che la nomina stia facendo parecchio discutere».

 

vittorio parisi

E quindi dichiara: «Sono molto vicino e solidale con i colleghi della Fenice per la posizione contraria assunta, ma in Italia funziona così perché la considerazione degli artisti e degli strumentisti è relativamente bassa.

 

Vengono trattati come manovali, eppure il loro è un lavoro artistico ed hanno tutto il diritto di scegliersi il direttore. Se fossi Beatrice Venezi – conclude - io non andrei mai in un posto dove non mi vogliono. Ora le possibilità che si aprono sono due: o chi l’ha nominata e lei stessa rimangono sulle loro posizioni, oppure chi ha spinto per la nomina le chiede un passo indietro. Passo che è però altamente improbabile che lei faccia».

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