JUAN CARLOS PERDE LA TESTA (E LA CORONA?) - MENTRE IL PAESE PRECIPITA VERSO LA CRISI NERA, L’ARZILLO VECCHIETTO TROMBATORE DI SPAGNA SE NE VA IN BOTSWANA A CACCIARE ELEFANTI CON L’AMANTE A SPESE DEGLI SPAGNOLI E SI ROMPE PURE UN’ANCA - E DIRE CHE IL RE È PURE PRESIDENTE ONORARIO DEL WWF - ADESSO ANCHE I PARTITI CHIEDONO LE SCUSE UFFICIALI - IN SPAGNA C’È ADDIRITTURA CHI METTE IN DUBBIO IL FUTURO DELLA MONARCHIA…

1- JUAN CARLOS PERDE LA TESTA (E LA CORONA?)
Da "El Pais"
http://politica.elpais.com/politica/2012/04/16/actualidad/1334611203_021007.html

Quel briccone di Juan Carlos ne ha combinata un'altra delle sue. Il re, nonché presidente onorario del WWF spagnolo, ha pensato bene di recarsi in Botswana per una bella battuta di caccia agli elefanti, durante la quale l'arzillo vecchietto è anche caduto, rompendosi un'anca. Una caccia, come se non bastasse, organizzata dall'amante Corinne Larson a spese degli spagnoli, mentre il Paese precipita verso la crisi nera.

Un'insieme di gaffe talmente spudorate, che nel paese iberico sono insorti anche i partiti, di solito molto prudenti nel trattare gli affari della famiglia reale.

Anche se il Pp e il Psoe hanno cercato di evitare ufficialmente le critiche nei confronti del sovrano, molti leader dei partiti hanno lasciato intendere in privato che la visita di Juan Carlos in Africa rappresenta un grave colpo per l'immagine della casa reale. Tanto che oggi c'è chi, addirittura, mette in dubbio il futuro stesso della monarchia in Spagna.

Adesso in molti chiedono al re di presentare delle scuse ufficiali nei confronti dei cittadini spagnoli.

2 - L'AMANTE RIVELATA DOPO L'INCIDENTE IN BOTSWANA LEI HA INVITATO JUAN CARLOS ALLA CACCIA ALL'ELEFANTE
Alessandro Oppes per "il Fatto quotidiano"

Ora spunta anche l'amante. Re Juan Carlos ha una "stretta e intima amicizia" con la principessa tedesca Corinna zu Sayn-Wittgenstein, quarantaseienne divorziata e madre di due figli, appassionata come lui di regate e caccia grossa. Ma soprattutto organizzatrice, attraverso la società Boss&Company Sporting Agency, di safari esclusivi per nobili e miliardari.

Sarebbe stata lei a invitarlo a quella sciagurata missione di caccia all'elefante in Botswana, che si è trasformata in un clamoroso autogol per il sovrano e per l'intera istituzione monarchica. Un viaggio che probabilmente sarebbe rimasto segreto se il re non fosse inciampato su un gradino dell'accampamento che lo ospitava, con conseguente triplice frattura dell'anca destra e rientro precipitoso in Spagna a bordo di un jet privato pagato non si sa bene da chi.

Colossale la figuraccia per il Borbone, per un'infinità di motivi. A cominciare dallo stridente contrasto tra la situazione di gravissima crisi economica del Paese e un genere di attività che sa di stantìo divertimento d'epoca coloniale. Senza poi dimenticare le critiche degli animalisti, ancor più comprensibili se si considera che Juan Carlos è pure (ma fino a quando?) presidente onorario del Wwf spagnolo: in poche ore, già 45 mila internauti hanno sottoscritto un appello per chiederne le dimissioni. Probabilmente non è un caso che la rivelazione del "flirt" reale (peraltro non nuovo: risalirebbe ad almeno cinque anni fa) sia avvenuta ad opera di un giornalista di provata fede monarchica: è stato José Antonio Zarzalejos, ex direttore del quotidiano conservatore Abc, a lanciare la bomba su un sito web "confidenziale", ricordando anche il "pubblico e notorio fallimento del suo matrimonio con Doña Sofia, dalla quale vive praticamente separato".

Di Corinna, si dice che si sarebbe stabilita da mesi in una villa nella località di El Pardo, a brevissima distanza dalla Zarzuela, residenza dei Borbone. Non stupisce così la crescente insofferenza della regina, che resiste accanto al monarca solo per i suoi doveri istituzionali e soprattutto per non compromettere il futuro di suo figlio erede al trono, il principe Felipe.

Quando, otto giorni fa, Juan Carlos partiva in gran segreto per il Botswana, Sofia ha deciso di raggiungere i fratelli in Grecia, per trascorrere con loro la Pasqua ortodossa. E neppure la notizia dell'intervento chirurgico a cui è stato sottoposto il marito l'ha indotta ad accelerare il rientro in Spagna.

È sbarcata solo ieri a Madrid, dando un segnale più che esplicito del gelo esistente nei rapporti familiari: visita rapidissima, appena venti minuti, in ospedale. Ma di sicuro non è questa la questione che preoccupa di più il monarca. Per la prima volta, sulla stampa e nelle dichiarazioni dei politici, risuona una parola che finora era rimasta tabù: abdicazione. Non sono solo i repubblicani più ortodossi a proporla (il leader di Izquierda Unida, Cayo Lara, si spinge anche più in là, dicendo che è arrivato il momento di un referendum sulla forma di Stato), ma anche alcuni dirigenti di spicco del Psoe, mentre il leader del partito Alfredo Pérez Rubalcaba si limita per il momento a dire che "capisce perfettamente" le critiche di molti spagnoli al re.

Imbarazzo anche al palazzo della Moncloa: a quattro giorni dall'incidente, non è ancora chiaro se il premier Mariano Rajoy fosse stato informato preventivamente del viaggio all'estero del capo dello Stato. La classe politica spagnola è cosciente del fatto che l'immagine della monarchia si è andata logorando con grande rapidità negli ultimi mesi. Quando è scoppiato il grave scandalo di corruzione nel quale è stato coinvolto Iñaki Urdangarin, marito dell'infanta Cristina, la popolarità dei Borbone era già in calo.

Juan Carlos, per il suo carisma, era visto come un possibile argine al tracollo. Ma poco dopo aver dichiarato "la disoccupazione giovanile mi toglie il sonno", è partito per il safari. Un disastro d'immagine forse irreparabile. I monarchici più convinti pensano che sia ormai arrivato il momento di fare spazio a Felipe VI.

 

 

JUAN CARLOS E L ELEFANTE UCCISO IN BOTSWANA JUAN CARLOS A CACCIA IL RE JUAN CARLOS A CACCIA IL RE JUAN CARLOS CON UN GHEPARDO DA LUI UCCISO CORINNA SAYN WITTGENSTEIN A SINISTRA E IN MEZZO IL RE JUAN CARLOSJUAN CARLOS - VIGNETTACORINNA ZU SAYN WITTGENSTEIN E A DESTRA IL RE JUAN CARLOSJUAN CARLOS CON LA REGINACONIGLI CACCIATI DAL RE JUAN CARLOS

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....