INTELLIGENCE O DEFICIENCE? - 60 INCURSORI BRITANNICI, OLTRE ALLE TRUPPE NIGERIANE, PER STANARE I TRE SEQUESTRATORI DI LAMOLINARA E MCMANUS: SARÀ PARTITA QUALCHE RAFFICA DI TROPPO? - D’ALEMA: “OPERAZIONE NON RAGIONEVOLE” - DE GENNARO E MONTI AVVISATI DA CAMERON SOLO A OPERAZIONE INIZIATA, SOLO IL MINISTRO DELLA DIFESA DI PAOLA SAPEVA MA NON HA PARLATO - PRENDE SEMPRE PIÙ CORPO L'IPOTESI DI RAFFORZARE I POTERI DI DE GENNARO. SOLUZIONE CHE LASCEREBBE A MONTI IL CONTROLLO POLITICO DEGLI APPARATI…

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Erano almeno sessanta gli incursori britannici che hanno assaltato la prigione dove erano segregati l'ingegner Franco Lamolinara e il suo collega Chris McManus. Con loro c'erano anche le truppe nigeriane. Una vera e propria azione di guerra per stanare tre sequestratori. Un blitz che - come forse era prevedibile vista la sproporzione delle forze in campo - si è concluso con la morte degli ostaggi.

È questo il motivo che porta il presidente del Copasir Massimo D'Alema a parlare di «operazione non ragionevole». Ma non è l'unico. Perché è il direttore dell'Aise Adriano Santini ad ammettere che nulla era stato rivelato agli 007 italiani su quanto stava per accadere. E che non era stata fornita alcuna informazione neanche sul blitz avvenuto due settimane prima che aveva portato all'arresto di alcuni attivisti islamici.

Sarebbero stati proprio i fondamentalisti a fornire indicazioni preziose sulla banda che aveva in mano i due occidentali, ma l'MI6 non ha ritenuto di doverle condividere con i colleghi di Roma. Almeno questo è quanto sostiene Santini dopo lo scontro diplomatico che oppone ormai da giorni i due Paesi.

L'ARRIVO DEGLI INCURSORI
La prima fase dell'istruttoria avviata dal Parlamento conferma dunque come i nostri servizi segreti fossero completamente fuorigioco in questa vicenda. Privi di notizie ottenute in maniera diretta e tenuti all'oscuro da chi invece aveva raccolto elementi sul campo. Il primo vero contatto è arrivato giovedì mattina poco prima delle 10, quando David Cameron ha dato il via libera all'assalto e il capo dell'intelligence inglese ha ritenuto di dover avvisare il direttore del Dis Gianni De Gennaro, che a sua volta ha informato il presidente del Consiglio Mario Monti.

Un paio di settimane fa lo stesso De Gennaro - durante una delle audizioni periodiche di fronte al Copasir - aveva evidenziato la presenza di truppe militari britanniche in Nigeria, ma senza che questo fosse messo in collegamento diretto con i negoziati per ottenere il rilascio di Lamolinara e di McManus. Del resto ieri è stato lo stesso Santini a sottolineare la mancata collaborazione tra le strutture dei due Paesi.

Una distanza che deriverebbe soprattutto dalle modalità che vengono utilizzate nei casi di sequestro, visto che i britannici (almeno ufficialmente) privilegiano le azioni militari, mentre gli italiani hanno sempre sostenuto di voler mettere in primo piano la salvaguardia degli ostaggi mostrandosi disposti a trattare e a pagare il riscatto per riportarli a casa.

IL «DEFICIT» DI INFORMAZIONI
Più in generale emerge una debolezza dell'intelligence rispetto alle vicende internazionali che ci coinvolgono ed è questo che dovrà adesso essere approfondito con le audizioni del responsabile della Difesa Giampaolo Di Paola e dello stesso De Gennaro previste per domani. In realtà l'Aise non è più dipendente dal dicastero e anzi la riforma prevede la completa smilitarizzazione della struttura.

Ma il ministro - che era stato convocato già la scorsa settimana in merito alla vicenda dei marò e in particolare all'impiego dei militari della Marina in servizio antipirateria anche sulle navi civili - dovrà adesso chiarire quali iniziative abbia preso dopo aver saputo del dispiegamento di forze britanniche in Nigeria. Risulta infatti che gli fu inviato un appunto specifico sull'arrivo dei soldati inglesi, anche se Santini ha voluto precisare che «ogni informazione viene sempre condivisa prima con il Dis e dunque con Palazzo Chigi».

L'evidente «deficit» dell'Aise mostrato in questa vicenda ripropone dunque il problema di avere un'autorità politica che possa indirizzare le scelte operative, tenendo conto degli impegni dei nostri contingenti militari nello scenario internazionale e soprattutto che ci sono tuttora nove italiani nelle mani di banditi e terroristi.

L'ipotesi di nominare un sottosegretario delegato viene rilanciata dal Pdl, che già con il vicepresidente vicario dei senatori Gaetano Quagliariello aveva anticipato di ritenere «indispensabile la designazione di un'autorità dedicata». Il clima teso tra gli schieramenti che sostengono il governo porta però ad escludere che si possa raggiungere a breve un'intesa.

E dunque prende sempre più corpo l'ipotesi di rafforzare i poteri di De Gennaro all'interno del comitato interministeriale che per volere di Monti è convocato in seduta permanente. Una soluzione che lascerebbe a Monti il controllo politico degli apparati. «Se si deve arrivare alla rottura - chiarisce Ettore Rosato, componente del Copasir per il Partito democratico - meglio procedere con una soluzione intermedia».

IL COORDINAMENTO POLITICO
Appare comunque difficile che tutto questo possa essere deciso prima della fine della settimana, tenendo conto che l'intenzione di D'Alema, condivisa dai componenti del Comitato, è quella di affrontare la questione con il presidente del Consiglio «quando il quadro sarà più preciso e si capirà quali sono i rapporti tra il governo italiano e quello britannico», alla luce dei colloqui tuttora in corso tra il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata e il suo omologo inglese William Hague che nei prossimi giorni dovrebbe essere a Roma.

In ogni caso, anche per assegnare maggiori poteri a De Gennaro dovrà essere predisposta una modifica legislativa e dunque è necessario che si arrivi a un preventivo accordo politico. Un'intesa che abbia come obiettivo il sostegno all'attività del governo, apparso sinora debole sullo scenario internazionale nelle vicende legate alla sicurezza.

 

Gianni De GennaroMONTIDi PaolaLAMOLINARA E MCMANUS QUANDO ERANO OSTAGGI MASSIMO D'ALEMA ACCANTO AL DIRETTORE DELL'AISE ADRIANO SANTINIGAETANO QUAGLIARIELLO

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...