AGENTE (MOLTO) SEGRETO - CHI HA DECIMATO AL-QAEDA NON HA NOME E COGNOME, È CONOSCIUTO SOLO COME “ROGER”, ED È IL CAPO DEL TEMUTO ‘’COUNTERTERRORISM CENTER’’ DELLA CIA - MUSULMANO, HA DEDICATO LA SUA VITA A DISTRUGGERE IL TERRORISMO E CON OBAMA HA FATTO UN USO SPREGIUDICATO DEI DRONI PER SCONFIGGERE BIN LADEN - MA IL SUO PIÙ GRANDE FALLIMENTO è STATA LA STRAGE DI KHOST, IN AFGHANISTAN, DOVE MORIRONO 7 AGENTI SEGRETI, TRADITI DA UN KAMIKAZE...

Angelo Aquaro per "Repubblica"

Il giorno che uccisero Bin Laden, l'uomo che ha distrutto Al Qaeda rimase chiuso nel suo ufficio a controllare che tutto andasse secondo i programmi. Poi, mentre vicino alla Sala Ovale della Casa Bianca, da Barack Obama in giù, tutti gli uomini del presidente si lasciarono andare allo storico entusiamo, "Roger" usci dal suo bugigattolo - lì negli uffici blindatissimi di Langley, Virginia - e tirò l'ennesima boccata dell'ennesima sigaretta: l'unico vizio che negli ultimi dieci anni dicono si sia mai permesso. Perché Roger è più che un asceta. Il capo del Counterterrorism Center della Cia - il mitico Ctc - è un devoto musulmano che alla distruzione degli integralisti islamici ha dedicato tutta la sua vita.

La storia di Roger è il segreto più incredibile e meglio custodito di quindici anni di lotta al terrore d'America. Sì, il Ctc è la sezione più attiva e più temuta della Central Intelligence Agency. Ma i predecessori di Roger si conoscevano tutti per nome e cognome: da Cofer Black all'ultimo capo Robert Granier.

Quando invece il Washington Post ha deciso di portare in prima pagina la sua, di storia, dall'agenzia oggi comandata dall'ex generale David Petraeus è arrivato il più severo altolà che un cronista americano si sia mai sentito dare negli ultimi tempi: niente nome, niente età, niente di niente. L'identità del capo del Ctc deve restare un mistero: anche se fino a poco tempo fa era il candidato al posto
più alto della Cia.

Ma perché il ruolo di Roger è così misterioso e potente? Perché questo signore - che quando entrò in agenzia, nell'ormai lontano 1979, tutti consideravano svogliato e testardo, e oggi sembra quasi vendicarsi con sottoposti e collaboratori, sbraitando come un ossesso di fronte al minimo sbaglio - è l'uomo che ha pensato, lanciato e gestito l'operazione che ha sbaragliato la rete di Bin Laden: a colpi di droni.

Roger è insomma il braccio di una mente chiamata Obama. E' stato il presidente, appena eletto, a pretendere dall'allora capo della Cia, Leon Panetta, di raddoppiare gli sforzi per prendere Osama e distruggere i terroristi: ma senza continuare lo stillicidio del sacrificio degli americani. E' stato Obama a intensificare gli attacchi con i droni telecomandati: meno rischi per i nostri e, certo, molti più rischi per le popolazioni.

Panetta ha letteralmente raddoppiato gli attacchi: dai 53 strike del 2009 ai 117 del 2010. E oggi l'ex 007 è stato ricompensato con la poltrona del Pentagono. Ma il vero artefice della svolta è stato proprio Roger. Che alla testa del Ctc era arrivato dopo un girovagare nei posti più pericolosi per un'agente come lui: nel cuore dell'Africa, nel caos del Cairo.

Proprio in Africa ha incontrato la donna che sarebbe diventata sua moglie. E che, islamica, l'avrebbe convertito alla religione di Maometto. No, non fa un segreto almeno di questo, Roger, nell'ambiente, anche se i suoi uomini giurano di non aver mai visto un tappeto per le preghiere nel suo ufficio: dove campeggia invece un letto ribaltabile per le (troppe) volte in cui il capo non riesce a tornare a casa, la sera, dopo essere entrato all'alba.

Ci vuole più che fegato per fare il lavoro di Roger: ci vuole soprattutto tanto pelo sullo stomaco. Perché la svolta della campagna dei droni si è avuta quando proprio lui ha deciso di passare alla fase due: andare giù e bombardare quando ancora non c'erano notizie abbastanza certe su "chi" era presente in quella particolare zona - però si sapeva con certezza che "qualcuno" c'era.

Era o non era un assembramento di islamisti? Tanto bastava: i droni partivano e picchiavano giù duro. In fondo la battaglia contro Al Qaeda gli Usa l'hanno vinta così: dopo dieci anni e due lunghissime guerre. Nel gergo la scelta di Roger si chiama signature strikes: vuol dire che si attacca sulla sola base dei loro comportamenti. Col permesso, naturalmente, della Casa Bianca.

Così è stato il Ctc di Roger ad aver inflitto ad Al Qaeda le perdite che hanno decimato la struttura di Bin Laden. Ma proprio al Ctc di Roger la stessa Al Qaeda ha inflitto però il colpo più grave mai realizzato contro la Cia. La strage di Khost: sette agenti morti nella loro stessa base in Afghanistan dopo aver fatto entrare un kamikaze che credevano confidente.

A Langley dicono che anche questo tragico record andrebbe registrato sotto il nome di Roger. Era stato lui a piazzare in quella base una sua amica fidata ma con poca esperienza sul campo, Jennifer Matthews, poi finita poveraccia tra le vittime. E dicono che proprio i metodi di Matthews e Roger abbiano alla fine causato quel disastro: la fretta di accumulare informazioni, l'uso spericolato dei confidenti per raccogliere dati sui posti da colpire con i droni.

Sarà vero? O sono solo le invidie degli altri 007? Certo è che proprio quell'"incidente" ha fermato la straordinaria carriera del musulmano che faceva strage dei musulmani. E del resto: Osama, alla fine, non l'abbiamo spedito all'inferno? La Cia custodirà il segreto finché potrà: ma la scomodissima missione di Roger si può dire quasi finita. Giusto il tempo di un'ultima sigaretta.

 

SALONE DELLA SEDE DELLA CIA A LANGLEY IL QUARTIER GENERALE CIA A LANGLEY cia central intelligence agencyOSAMA BIN LADENl'interno del compound di Osama Bin LadenBarack Obama

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’