AGRI-COLTURA DEL MALAFFARE - LE INDAGINI SULLA CORRUZIONE AL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE TRONCATE SUL PIÙ BELLO - IN MOLTI SONO FINITI IN GALERA E LA LISTA DEGLI INDAGATI COMPRENDE 37 NOMI, TRA CUI 13 FUNZIONARI, MA IN REALTÀ L’INCHIESTA PUNTAVA PIÙ IN ALTO - UN GIUDICE HA NEGATO AI PM LA PROROGA DELLE INTERCETTAZIONI DI ALTRI SEI MESI. METTENDO COSÌ LA PIETRA TOMBALE SULL'INDAGINE…

Domenico Lusi per "Espresso.Repubblica.it"

Con ogni probabilità la cricca dell'Agricoltura andava ben oltre la cerchia di Giuseppe Ambrosio, il capo della segreteria del sottosegretario alle Politiche agricole, Franco Braga, ed ex capo di gabinetto dei ministri Luca Zaia e Giancarlo Galan, finito in carcere insieme alla moglie Stefania Ricciardi e ad altri quattro alti dirigenti del dicastero. Sembra che, se gli inquirenti avessero avuto la possibilità di proseguire gli accertamenti, con ogni probabilità l'attuale lista di 37 indagati (tra cui 13 funzionari) si sarebbe allungata ulteriormente.

Si, perché, secondo quanto risulta all'Espresso, di fatto l'indagine si chiude qui. All'inizio di quest'anno un giudice ha negato ai pm la proroga delle intercettazioni di altri sei mesi. Mettendo così la pietra tombale sull'inchiesta. Senza intercettazioni è infatti praticamente impossibile dimostrare nuovi episodi di corruzione, a meno che non siano gli stessi protagonisti a confessare tutto ai magistrati.

«Al centro dell'illecito e consolidato sistema di gestione (anche di fatto) di prebende pubbliche sotto forma di contributi e appalti che si perpetra da diversi anni nel ministero», scrive il gip nell'ordinanza di arresto, c'era Ambrosio. Non a caso ribattezzato dagli indagati «il centurione» o «il comandante».

E' a lui che, di fatto, spettava l'ultima parola nell'assegnazione dei fondi. Ed è a lui che andava il grosso delle "elargizioni". Soldi, viaggi, licenze edilizie, favori di ogni tipo. Compreso l'impiego di una delle sue amanti, la polacca Izabela Malgorzata Krupa. Del sistema, secondo il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Stefano Fava, facevano parte anche alcuni alti dirigenti e funzionari del ministero.

Tra loro, Ludovico Gay, già dg di Buonitalia spa, partecipata dal ministero, Francesco Saverio Abate, direttore generale della Pesca marittima e dell'acquacoltura, Alfredo Bernardini, capo ufficio stampa della Confederazione italiana agricoltori, tutti in carcere. Un ruolo cruciale era rivestito poi da Michele Mariani (in carcere), ufficialmente semplice impiegato del ministero, in realtà potentissimo membro delle commissioni cui spettava assegnare i fondi, tutti in carcere, e dal funzionario Luca Gaudiano (ai domiciliari). Tra il 2007 e il 2011 hanno autorizzato l'erogazione di 32 milioni di contributi statali ed europei a una serie di imprenditori "amici", tra cui Riccardo Deserti, direttore del Consorzio parmigiano reggiano, ai domiciliari.

Ebbene, nelle carte dell'inchiesta si legge che Bernardini, al fine di aggiudicarsi gli appalti del ministero, «ha creato un sistema di relazioni tra i quali, come confermato dalle indagini tecniche esperite, emerge Franco Miracco (non indagato, ndr), portavoce del ministro delle Politiche agricole pro tempore Galan, Ezio Castiglioni (non indagato, ndr), già capo di gabinetto del ministro delle Politiche agricole pro tempore, Giovanni Alemanno, nonché ex direttore generale di Ismea, Carmelina Giandomenico (indagata, ndr), dirigente dell'area amministrativa di Ismea, Mariani, Gay e Alberto Mario Zamorani (non indagato), già vice direttore dell'Italstat (società a partecipazioni pubbliche), coinvolto negli anni '90 nelle note vicende giudiziarie conosciute come "Tangentopoli"».

Al fine di ottenere informazioni riservate ed influire sulle determinazioni delle stazioni appaltanti, prosegue l'informativa delle Fiamme Gialle, Bernardini «si rivolge all'influente Castiglioni al quale riferisce: "Oggi so' andato lì al Ministero...ed hanno fatto la Commissione (per l'aggiudicazione del bando di gara FOOD4U, una di quelle al centro dell'inchiesta, ndr) e nun c'hanno messo nessuno dei nostri... allora me so' incazzato...l'ho chiamato...dico...ma voi nun ve rendete conto...allora...ah no no...forse è il caso che viene pure lui domani sera...sì sì sì...allora va bene facciamo la cena insieme, domani sera alle 9 da Orazio».

La persona, si legge, «alla quale il Bernardini si affida per influenzare la scelta dei membri della commissione è Miracco, con il quale si sarebbe incontrato il 29 luglio 2010, insieme a Zamorani, presso il ristorante Orazio, di via di porta Latina 5, a Roma». Alla fine il capo ufficio stampa della Cia risolverà la questione rivolgendosi a Mariani.

 

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