UN DOSSIERINO NON SI NEGA A NESSUNO - IL BANANA MINACCIA “ARMI SEGRETE” CONTRO RENZI: SARÀ MICA QUALCHE SCARTOFFIA DA “MACCHINA DEL PHARD”?

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

«TANTO hanno già deciso di farmi fuori, il 27 per me sarà tutto finito, era inutile girarci intorno, ma non ci arrenderemo così». Un Berlusconi quasi liberato rientra nel salottino del retropalco del Palacongressi all'Eur. Ha appena terminato uno dei più pesanti, violenti, antistituzionali discorsi. L'ultimo in pubblico prima della decadenza.

IL CAVALIERE ai suoi lo dice chiaro che ormai non ha più niente da perdere, scontato l'esito del voto, la sua espulsione dal Senato. Ormai compromesso, archiviato, il rapporto con il Quirinale. L'affondo dal palco - dopo i tanti consumati in questi mesi nel chiuso di Arcore e Palazzo Grazioli - è la mossa della disperazione. «Non si aspetta certo che Napolitano, rimasto inerte dal primo agosto, faccia qualcosa alla vigilia della decadenza» spiega uno dei parlamentari venuto ad applaudirlo tra i giovani di Annagrazia Calabria.

Al Colle, l'accoglienza della sortita dell'ex premier è a dir poco gelida. Nelle stanze del Quirinale fanno notare come il provvedimento di clemenza - la grazia mai nominata esplicitamente dal Cavaliere - per essere esaminata, prima ancora che concessa, deve essere richiesta. Proprio quel passaggio che Berlusconi si è sempre rifiutato di consumare, «per dignità». Ma è quello e solo quello il presupposto fondamentale per l'avvio di qualsiasi iter. Non esiste, insomma, la grazia in versione motu proprio,
da lui sognata.

Il presidente Napolitano lo aveva già sottolineato fin dalla nota del 13 agosto. Per non aggiungere il fatto che per il capo dello Stato sarebbe impensabile interferire con l'imminente voto parlamentare sulla decadenza.

Ma alla sua espulsione dal Senato il leader di Forza Italia non si rassegna, lo dice dal palco come subito dopo ai pochi dirigenti del partito venuti a salutarlo. C'è rabbia e nessuna rassegnazione. Berlusconi guarda oltre, si sente ancora «in campo» sebbene decaduto, minaccia «armi segrete» contro Renzi, come se potesse davvero sfidarlo in campagna elettorale.

E l'arma sembra non sia una delle figlie da schierare contro. «Una ricerca sul sindaco il presidente l'ha fatta fare, non sappiamo cosa abbia ricavato» racconta uno dei deputati più vicini al leader. E «qualcosa» sembra sia stata consegnata nelle sue mani da collaboratori fidati. Nel centrosinistra il sospetto diffuso è che la «macchina del fango» si sia già messa in moto contro il segretario ancora prima dell'insediamento.

Il Cavaliere sogna di giocarsela domenica 8 dicembre quando, in concomitanza con le primarie pd del trionfo renziano, lui terrà a battesimo a Milano i club Forza Silvio. Ma prima di allora c'è la «cacciata» dal Senato da consumare, con annessa uscita dalla maggioranza.

La Polverini e Gasparri, la Bergamini e la Ronzulli, Giro e la Rizzoli, Maria Rosaria Rossi col figlio, sono tutti lì per applaudire, incoraggiare il "presidente" dopo l'ora e passa di intervento in maglioncino blu sotto giacca in tinta. Francesca Pascale è sempre al fianco del fidanzato. La sensazione che hanno è che l'ex premier sia già in formato campagna elettorale. Che quello di ieri sia stato il primo comizio del nuovo battage, nella speranza di un voto ravvicinato.

L'abbraccio col pupillo di un tempo, Gianfranco Micciché, al mattino a Palazzo Grazioli, la confluenza del Grande Sud in Forza Italia, va in quella direzione. Acerrimo nemico di Alfano, il sottosegretario ritornato a casa. Non a caso solo ora. Il Cavaliere resta a Roma questa domenica, niente Arcore, il momento è cruciale. Domani riunisce i gruppi parlamentari per decidere sul ritiro del sostegno al governo, si vota contro la manovra. I senatori si stanno già astenendo in commissione, del resto.

«Non resteremo un minuto di più con i carnefici» va ripetendo a tutti. Dal palco Berlusconi ripete a più riprese «questo governo», a rimarcare un distacco ormai abissale. Come distante sente l'ex delfino Alfano. Nel dopo-comizio, su di lui e la manifestazione mattutina del Nuovo centrodestra si lascia andare. «Avete sentito? Si definiscono nuovi, ma Angelino parla già come un vecchio politico. E ci ha pure rubato l'idea dei circoli». I due si sentono (raccontano sia il vicepremier a chiamare ancora con cadenza quotidiana) ma per il Cavaliere è già acqua passata.

A ridosso dell'assemblea coi parlamentari, Berlusconi terrà anche la conferenza stampa già annunciata ieri dalla kermesse, quella sulle carte americane relative ad Agrama e alla condanna sui diritti tv. Il famoso "asso nella manica" di cui si vanta da giorni per capovolgere la sentenza. Ne parlerà anche in aula mercoledì, nella sua "arringa" difensiva. Mentre fuori da Palazzo Madama, nello stesso pomeriggio, Denis Verdini chiama a raccolta con una lettera (qui in basso) tutti i dirigenti e i parlamentari forzisti.

Appuntamento davanti Palazzo Grazioli, ma non viene escluso che - pur se l'autorizzazione prefettizia è limitata a via del Plebiscito - il corteo poi possa muovere verso il Senato, nel momento clou e drammatico del discorso del leader e del voto. Ormai è un Cavaliere disposto a tutto, «non pensino che non reagiremo al colpo di Stato».

 

BERLU E RENZI RENZI E BERLUSCONIbruno vespa tra renzi e berlusconi VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO RENZI E BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...