UN FISCO NEL PALLONE - E BEFERA SI DIMENTICA UNA CIRCOLARE PER ALLUNGARE LO SPALMA DEBITI

Francesco De Dominicis per "Libero"

Il fisco è nel pallone. Ma qui Diego Armando Maradona c'entra poco. Anche se, come nel caso del Pibe de oro, la questione ruota attorno alle pendenze fiscali. Non i debiti tributari dei calciatori, ma quelli di imprese e famiglie. A cui il Governo avrebbe voluto tendere una mano - allungando i tempi di pagamento delle cartelle esattoriali - salvo andare in confusione. Cioè nel pallone. E addio «spalma debiti»: stiamo parlando di una norma contenuta nel decreto «fare», approvato definitivamente a inizio agosto dal Parlamento. Un provvedimento che, tra altro, allunga da 72 a 120 il numero di rate (10 anni massimo) per saldare il conto con Equitalia.

Una novità positiva soprattutto per gli imprenditori: con la crisi che morde i bilanci e la liquidità che scarseggia si cercano boccate d'ossigeno un po' ovunque. E se l'aiutino, per una volta, arriva dallo Stato, tanto meglio. La misura varata dall'Esecutivo di Enrico Letta, insomma, è assai importante. In taluni casi, potrebbe risultare addirittura decisiva per evitare il fallimento.

Di aziende che portano i libri in tribunale anche a cagione del peso del fisco si sente parlare quasi tutti i giorni. Senza dimenticare che una norma «spalma debiti» produce effetti positivi pure per le casse dell'Erario. L'amministrazione finanziaria, in effetti, può ottenere vantaggi significativi: blinda le poste in ballo pur rinviando il momento dell'incasso.

Tuttavia, la legge imponeva al ministero dell'Economia di varare una circolare entro 30 giorni dall'entrata in vigore. E quindi entro il 20 settembre. Il termine è scaduto da più di un mese e quella circolare fatica a vedere la luce. Della faccenda si è interessato Daniele Capezzone. Il parlamentare Pdl sta incalzando da diversi giorni il ministro Fabrizio Saccomanni. La patata bollente è in mano al titolare dell'Economia e pure al direttore dell'agenzia delle Entrate, Attilio Befera. Che poi è anche il numero uno di Equitalia, la società che riscuote le tasse non pagate regolarmente.

Proprio ieri, il sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti, ha rivelato le ragioni dell'assurdo ritardo. Rispondendo a un question time alla Camera, Giorgetti ha puntato il dito contro «la complessità delle misure tecnico operative volte ad assicurare che il nuovo meccanismo di rateazione sia inserito e coerentemente raccordato alle variegate disposizioni già vigenti».

Un vorticoso giro di parole che non giustifica più di tanto, però, il mancato rispetto della tabella di marcia prevista dalla legge. Violata anche per un altro punto: l'aggio, cioè la remunerazione riconosciuta agli agenti della riscossione, che poi si traduce in un costo in più sulla cartella che arriva al contribuente. Il decreto «Fare» prevede una sorta di restyling, ovvero un ribasso. Ma pure in questo caso la riforma può attendere.

Non è tutto. Dietro lo slittamento dello «spalma debiti» ci sarebbero anche altre ragioni: l'allungamento della rateizzazione, infatti, potrebbe avere implicazioni sfavorevoli sui bilanci e sulla programmazione dell'attività di Equitalia. Di qui le prolungate riflessioni fra i tecnici di via Venti Settembre e gli esperti delle Entrate che starebbero valutando tutte le implicazioni dell'operazione messa sul tavolo con una norma varata, forse, in maniera un po' frettolosa da Governo e Parlamento.

Temi, ovviamente, nemmeno sfiorati a Montecitorio da Giorgetti. Il sottosegretario è rimasto sul terreno tecnico-giuridico e ha giurato che la faccenda è quasi risolta. Perché sarebbe «in fase avanzata l'iter di stesura» della circolare ormai di «imminente emanazione». La buona notizia è che - come ha promesso il rappresentante del Tesoro - la rateizzazione extra large sarà concessa anche a chi ha avuto il libera, dopo l'approvazione della legge, alle rate spalmate su sei anni.

Staremo a vedere. Fatto sta che difficoltà (sulla carta) burocratiche potrebbero mandare per aria un importante piano fiscale per le imprese confezionato dal Governo. Probabilmente una delle poche reti messe a segno da Letta in questi mesi. C'è da dire che un riferimento al calcio, in questa storia, esiste.

La faccenda ha più di qualcosa in comune con la Lazio di Claudio Lotito. Che nel 2005 beneficiò di una norma sostanzialmente analoga. Solo che all'epoca il fisco concesse addirittura 20 anni al patron dei biancocelesti per restituire oltre 100 milioni di euro al fisco. Anche grazie a quel blitz la squadra di Formello restò in serie A. Saccomanni e Befera devono scongelare uno «spalma debiti» che estende da 6 a 10 anni i tempi di rimborso. Ma, se non si sbrigano, a rischiare la retrocessione stavolta sono migliaia di imprese.

 

monti befera g Attilio Befera e Marco Staderini MONTI BEFERA lotito foto mezzelani gmt fabbricini lotito foto mezzelani gmt logo agenzia delle entrate lotito pallotta foto mezzelani gmt AGENZIA DELLE ENTRATE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - meme by edoardo baraldi

DAGOREPORT - IL DIVORZIO TRA SALVINI E MELONI È SOLO QUESTIONE DI TEMPO: DOPO LE REGIONALI IN AUTUNNO, UNA VOLTA VARATA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, LA ZELIG DELLA GARBATELLA POTREBBE SFANCULARE LA LEGA DAL GOVERNO E COALIZZARSI SOLO CON FORZA ITALIA AL VOTO ANTICIPATO NELLA PRIMAVERA DEL 2026 – LIBERA DALLA ZAVORRA DEL CARROCCIO, MELONI SAREBBE FINALMENTE LIBERA DI AVVICINARSI AL PARTITO POPOLARE EUROPEO – DOPO TIRANA, RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA CON I VOLENTEROSI AL TELEFONO CON TRUMP, LA DUCETTA HA CAPITO DI AVER SBAGLIATO E HA CAMBIATO COPIONE - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PERSO PERO' IL VIZIO, PER RITORNARE SULLA RIBALTA INTERNAZIONALE, DI ''STRUMENTALIZZARE'' PERFINO PAPA LEONE XIV CHE FIN DAL PRIMO GIORNO SI E' DETTO PRONTO AD OSPITARE IL NEGOZIATO TRA RUSSIA E UCRAINA (MA FINCHÉ NON PORTERÀ A CASA LA SUA "VITTORIA", PUTIN NON PUÒ FARE ALTRO CHE SABOTARE OGNI TENTATIVO DI PACE...)

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...