BLINDARE L’ACCIAIO – IL GOVERNO STRALCIA LE NORME SUL SALVA-ILVA E LE RIAPPROVA PER BLOCCARE LA MAGISTRATURA DI TARANTO – E IN SVIZZERA SI GIOCA UNA PARTITA FONDAMENTALE SU 1,2 MILIARDI DI EURO SEQUESTRATI ALLA FAMIGLIA RIVA

1.ILVA, IL GOVERNO BLINDA GLI ALTIFORNI

Paolo Baroni per “la Stampa

 

ILVA DI TARANTO ILVA DI TARANTO

È uno scontro tra poteri senza precedenti: procura contro governo, governo contro procura. Per l’Ilva di Taranto questo sono giorni decisivi. Salvo contrordini entro domani l’azienda deve comunicare al custode giudiziario il programma relativo allo spegnimento dell’altoforno 2, dove un mese fa si è verificato un incidente mortale.


Produzione a rischio
Spegnere Afo2, però, in questa fase, visto che altri tre altoforni sono fermi per lavori, significherebbe lasciare l’Ilva con un solo impianto in attività. Il che significherebbe la fermata completa la produzione, un altro colpo a quello che un tempo era la più grande acciaieria d’Europa e che ancora oggi occupa 15mila persone. Per questo ai primi di luglio il governo ha emanato un decreto per evitare lo spegnimento. La Procura di Taranto lo ha però impugnato davanti alla Corte costituzionale continuando ad insistere per la fermata.

proteste ilva a tarantoproteste ilva a taranto


Il governo a sua volta ha studiato una contromossa stralciando le norme salva-Ilva nel decreto legge sui fallimenti su cui oggi la Camera vota la fiducia e rendendo in questo modo nullo il ricorso alla Consulta della Procura che eventualmente dovrebbe presentare una nuova istanza.

 

ILVA DI TARANTO jpegILVA DI TARANTO jpeg

Ieri a Lecce si è svolto un vertice tra il procuratore generale Giuseppe Vignola, il procuratore di Taranto Franco Sebastio, l’aggiunto Pietro Argentino ed il pm Antonella De Luca che il 18 giugno ha disposto il sequestro di Afo2. «Ho chiesto la massima urgenza: ognuno di noi ha espresso il proprio orientamento per un provvedimento che, sebbene spetti alla Procura di Taranto, sarà adottato con la convergenza piena di tutti per andare incontro a quelle che sono le due esigenze primarie: il diritto alla salute e il mantenimento del posto di lavoro», ha spiegato Vignola. Dunque, si fa intendere, «nessun accanimento giudiziario» nei confronti dell’Ilva e piena disponibilità ad ascoltare e vagliare le richieste dell’azienda. 


Ore decisive
«La situazione sembra essersi un poco rasserenata - spiega il segretario della Fim provinciale, Mimmo Panarelli -. Ma al momento l’ordine di spegnimento non è stato ritirato». Il tempo però gioca a favore del superamento di questa nuova crisi considerando che fine mese ripartirà Afo1.
Intanto per oggi, sempre a Taranto, sono attese le richieste di rinvio a giudizio per i 50 accusati di disastro ambientale. Tra di loro Nicola e Fabio e l’ex governatore della Puglia Nichi Vendola. 

PROCURA DI TARANTO - ILVAPROCURA DI TARANTO - ILVA

 

 

2. L’ULTIMA CHANCE PER IL RISANAMENTO PASSA DAI MAGISTRATI IN ITALIA E SVIZZERA

Francesco Manacorda per “la Stampa

 

Non c’è solo la procura di Taranto sulla strada accidentata dell’Ilva. I commissari straordinari attendono con ansia - e con qualche preoccupazione - pure le decisioni del Tribunale federale di Bellinzona. Anche da quella pronuncia e dai tempi in cui verrà stabilita, infatti, dipende il destino del colosso siderurgico. 

Di fronte alla corte svizzera pende un ricorso presentato dalle due figlie del defunto Emilio Riva per bloccare il trasferimento di 1,2 miliardi di euro il cui sequestro era stato chiesto dalla procura di Milano ed autorizzato da quella elvetica. Si tratta di soldi destinati a rientrare nella disponibilità della stessa azienda siderurgica e che anzi sono essenziali perché l’Ilva possa attuare il suo piano di risanamento ambientale e in sostanza perché possa sopravvivere.

EMILIO RIVA - ILVAEMILIO RIVA - ILVA

 

Se quella somma dovesse restare bloccata in Svizzera o se dovesse arrivare troppo tardi l’intero progetto di risanamento messo in piedi dall’azienda rischierebbe di fallire e la stessa Ilva sarebbe destinata alla chiusura. 


Con un’altra conseguenza paradossale, oltre a quella scontata della perdita della prima acciaieria italiana e seconda in Europa: parte dei fondi che l’Ilva ha già ottenuto e tutti quelli che deve ancora ottenere dal sequestro dei soldi dei Riva sono finalizzati proprio al risanamento in regime di continuità aziendale. Se gli altoforni dovessero chiudere, dunque, i fondi per le bonifiche ambientali - che resterebbero necessarie - andrebbero trovati in un altro modo. 

EMILIO RIVA jpegEMILIO RIVA jpeg


Finora l’Ilva ha raccolto poco meno di un terzo degli 1,8 miliardi necessari al piano: 400 milioni le sono arrivati dalla Cdp, Intesa-Sanpaolo e Banco Popolare, mentre altri 150 milioni sono il frutto di una transazione con Fintecna. La somma sequestrata agli eredi Riva completerebbe il puzzle dei finanziamenti necessari. Ma il problema, per l’appunto, non è solo se questi soldi arriveranno, ma quando arriveranno.

 

Da marzo l’Ilva funziona solo con i due altiforni più piccoli dei cinque che ha a disposizione. L’altoforno 5 è stato spento per effettuare il cosiddetto “rewamping”, il rinnovo integrale dell’impianto, mentre l’altoforno 1 potrà essere di nuovo operativo in agosto. 

fabio riva fabio riva


E proprio il fatto che lo stabilimento funzioni «a scartamento ridotto» fa sì che in questi mesi l’attività dell’Ilva invece di generare cassa ne stia assorbendo: ogni giorno di funzionamento dell’impianto costa più di quel che rende, anche se i commissari cercano di far fronte alla situazione vendendo le scorte che hanno. 


Le conseguenze? Nelle previsioni del management si potrà andare avanti in queste condizioni fino a ottobre-novembre, quando secondo i progetti dovrà nascere la «nuova» Ilva, risanata, nella quale potrebbe poi entrare anche la Cassa Depositi e Prestiti attraverso il suo fondo per le imprese.


Dunque per la decisione del Tribunale svizzero, a Taranto sperano ovviamente positiva nei confronti dell’azienda, c’è un tempo limitato. Se arrivasse prima di metà agosto i problemi sarebbero ridotti, mentre un ritardo maggiore significherebbe una situazione via via sempre più complicata.


Insomma, il percorso verso un possibile risanamento dell’Ilva, legato anche al mantenimento in vita degli impianti, pare sempre più un percorso ad ostacoli. La gestione attuale vede adesso una magistratura attivissima, dopo che per decenni poco era stato fatto dall’azienda senza causare particolari reazioni. 

nichi vendolanichi vendola


E se dovesse andare in porto lo spegnimento dell’altoforno 2, chiesto dalla Procura di Taranto, la missione di salvare il sito produttivo diventerebbe quasi impossibile. 
Certo, tra la possibilità di «affittare» un’Ilva in via di risanamento, come prevede la legge, e trovare un acquirente - con ogni probabilità straniero - pronto a farsi carico di un impianto fermo e di tutte le necessarie spese di bonifica ce ne corre.

 
E certo sarebbe difficile anche spiegare che l’Italia possa perdere un patrimonio - in termini di competenze, occupazione e fatturato - per una battaglia a colpi di decreti legge e ricorsi d’urgenza tra i poteri di uno stesso Stato. 

 

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...