berlusconi arriva al senato

DONNE, È TORNATO SILVIO! - IL CAVALIERE FA IL SUO INGRESSO IN SENATO (SENZA CRAVATTA NE' FEDE AL DITO) DOPO L'UMILIANTE ESILIO A CUI È STATO COSTRETTO DALLA CONDANNA PER FRODE FISCALE - UGO MAGRI: "SILVIO IMMAGINAVA UN INIZIO DIVERSO PER QUESTA LEGISLATURA, IN CUI GLI FOSSE RICONOSCIUTO IL DIRITTO DI GIOCARE UN RUOLO ALL'ALTEZZA DELLA CONSIDERAZIONE CHE IL PERSONAGGIO NUTRE VERSO SE STESSO. DI TUTTO IL CONTORNO GL'IMPORTA MENO"

Ugo Magri per “la Stampa”

 

BERLUSCONI SI ACCREDITA AL SENATO

Tutti in piedi per un caldo, interminabile applauso. Così i senatori di Forza Italia e dell'intero centrodestra si preparano ad acclamare Silvio Berlusconi quando stamane farà il suo ingresso nell'emiciclo di Palazzo Madama.

 

Dopodiché l'ex premier andrà a sedersi nel posto che gli verrà assegnato e, spentasi l'esternazione d'affetto, soffocato il clap-clap rivolto all'anziano patriarca, del grande rientro in Parlamento dopo nove anni di esilio lui per primo non vorrà più occuparsi.

 

silvio berlusconi arriva al senato 1

Capitolo chiuso per due ottime ragioni. Anzitutto perché c'è dell'altro, in questo momento, che gli preme di più, che lo inquieta e l'offende guastandogli la festa del ritorno in pompa magna; cioè il modo in cui Meloni lo sta trattando, ovvero lui ritiene di venire trattato nella giostra delle poltrone.

 

silvio berlusconi arriva al senato 3

Berlusconi pensava di aver vinto le elezioni grazie a un risultato tale da renderlo imprescindibile perlomeno quanto Salvini, dunque di poter decidere chi premiare tra i tanti aspiranti di Forza Italia, quali tra loro spedire al governo senza farselo dire da Giorgia, senza che quella gli chiedesse delle rose di nomi per poi cogliere fior da fiore.

 

Il Cav si sarebbe atteso che Licia Ronzulli, da lui designata per qualche prestigioso incarico, non fosse scartata con sfoggio di arroganza; insomma, Silvio immaginava un inizio completamente diverso di questa XIX legislatura, in cui gli fosse riconosciuto non già il diritto a sedere in Parlamento, figurarsi, bensì a giocare un ruolo all'altezza della considerazione (particolarmente elevata) che il personaggio nutre nei confronti di se stesso. Qui sono concentrati, oggi, i suoi sentimenti. Di tutto il contorno gl'importa meno.

 

silvio berlusconi arriva al senato 4

A ben guardare, c'è un altro motivo che impedisce a Berlusconi di vivere questo 13 ottobre 2022 come un giorno speciale e di cerchiarlo sul calendario provandone qualche forma di orgoglio: è l'epilogo di una vicenda che, quando ci pensa, ancora lo fa soffrire e in fondo mortifica il suo ego. Sì, certo: rimettere piede in quella stessa aula da dove gli avversari l'avevano cacciato il 27 novembre 2013 in seguito alla condanna per frode fiscale, applicando con severità implacabile la legge Severino, farà provare al Cavaliere il gusto della rivalsa.

 

silvio berlusconi all inaugurazione del centro sportivo del monza 2

Almeno per qualche attimo stamane gli occhi saranno tutti per lui; e nel vederlo di nuovo in aula qualcuno, perfino tra i nemici, si chiederà ammirato quale possa essere il segreto del Cavaliere, la misteriosa formula della sua incredibile resilienza, e cosa ne renda possibile l'eterno ritorno in questo caso a 86 anni suonati.

 

Ma Berlusconi, assicura chi ne conosce la psicologia, se potesse farebbe volentieri a meno di queste celebrazioni, in quanto appunto gli rammentano il punto più infimo della carriera, gli fanno indirettamente rivivere l'umiliante condizione di indagato, di reo costretto a scontare la pena nei servizi sociali, di pregiudicato indegno di rappresentare il popolo.

 

SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI

Sebbene si fosse proclamato innocente e avesse vissuto quell'espulsione quale somma ingiustizia, decisa a suo dire da un «plotone d'esecuzione», indugiarvi nel ricordo non gli suscita alcuna gioia. Anzi. È una pagina - assicurano dalle sue parti - che vorrebbe girare, una brutta parentesi da chiudere in fretta. Tra l'altro, dei suoi "giustizieri" d'allora, cioè di quanti vollero buttarlo fuori dal Senato, praticamente non ne è rimasto in pista nessuno. E l'ultimo che ancora resisteva, l'allora presidente del Consiglio Enrico Letta, da queste elezioni è uscito groggy.

 

RONZULLI BERLUSCONI MELONI

Per cui, se lo animasse uno spirito di vendetta, Berlusconi nemmeno saprebbe oggi su chi infierire, a chi indirizzare i suoi sorrisetti. È tutto un mondo diverso da allora. Il 16 novembre 2013, cioè l'ultima volta che s' era recato a Palazzo Madama, era stato accolto da un coro di «buffone buffone», cosicché aveva quasi rincorso i contestatori sbraitando «vergognatevi, siete dei poveri stupidi ignoranti». Ieri mattina invece scendendo dalla macchina, prima di essere accolto con un abbraccio filiale da Anna Maria Bernini, ad attenderlo solo una folla di turisti stranieri curiosi. Non portava la cravatta che, al Senato, è un obbligo per tutti; ma all'ingresso nessuno dei commessi gliel'ha fatto notare. Fosse soltanto per l'età veneranda, ormai gli si perdona tutto.

 

ZLATAN IBRAHIMOVIC SILVIO BERLUSCONI marta fascina e silvio berlusconiBERLUSCONI MARTA FASCINA

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?