IL CONGRESSO INDAGA SU OBAMA - CHI HA CANCELLATO LA VOCE “AL QAEDA” NEL RAPPORTO CIA DI PETRAEUS SUGLI ATTACCHI A BENGASI – IL PARTITO REPUBBLICANO AVREBBE GIÀ UNA RISPOSTA: SOTTO ELEZIONI OBAMA SBANDIERAVA L'UCCISIONE DI BIN LADEN E RILANCIARE LA PAURA DI AL QAEDA FACEVA CATTIVA PUBBLICITÀ, MEJO DARE LA COLPA AL FILM ANTI ISLAM - L’ULTIMO COLPO DI SCENA RIGUARDA PAULA: AVEVA SUPERATO TUTTI GLI ESAMI PER ENTRARE NELL’FBI PRIMA DI PUNTARE NELLA CARRIERA AD HARVARD. L’ENNESIMA, INCREDIBILE COINCIDENZA?...

1. IL CONGRESSO INDAGA SU OBAMA: "VUOLE SAPERE CHI CAMBIÃ’ RAPPORTO BENGASI"
Repubblica.it

Il Congresso chiederà all'amministrazione Obama di chiarire chi ha messo a punto il rapporto sugli attacchi dell'11 settembre a Bengasi e chi ha omesso le conclusioni iniziali della Cia sul coinvolgimento di terroristi. Vuole capire chi cambiò il rapporto. Chi ha cancellato la voce "Al Qaeda" nel rapporto che l'ex capo della Cia David Petraeus aveva preparato sull'assalto dell'11 settembre?

Lo afferma il presidente della Commissione di Intelligence del Senato, la senatrice democratica Dianne Feinstein, in un'intervista a NBC, sottolineando di non ritenere che la Casa Bianca volesse coprire i legami terroristici dell'attacco per motivi politici.

Il Petraeus-Gate potrebbe nascondere qualche cosa. Petraeus ha testimoniato al Congresso a porte chiuse sul tragico 11 settembre a Bengasi. Ma il parlamentare di destra Peter King ha replicato: "L'ex generale ha detto che la Cia da subito parlò di attacco legato ad Al Qaeda, ma il riferimento è stato tolto da qualcuno al di fuori dell'intelligence e noi dobbiamo scoprire chi e perché".

Al perché l'opposizione avrebbe già una risposta: la Casa Bianca ha mentito su Bengasi dando la colpa al film anti Islam, sotto elezioni il presidente sbandierava l'uccisione di Bin Laden e rilanciare la paura dei suoi gaglioffi faceva cattiva pubblicità.

2. GUERRA TRA SPIE - ECCO LE ACCUSE DI PETRAEUS: "IL MIO RAPPORTO SU BENGASI FU MODIFICATO". E INGUAIA OBAMA
Angelo Aquaro per La Repubblica

Chi ha cancellato la voce "Al Qaeda" nel rapporto che l'ex capo della Cia David Petraeus aveva preparato sull'assalto a Bengasi? Che ci faceva la sua amica Jill Kelley alla Casa Bianca? E che legami con l'Fbi aveva la sua amante (e aspirante agente) Paula Broadwell? Non solo sesso & party: anzi. Sotto la patina glamour il PetraeusGate nasconde un verminaio e i vermi pian pianino rischiano di arrivare fino a Barack Obama. Per i repubblicani, naturalmente, sarebbero già arrivati.

Petraeus ha testimoniato al Congresso a porte chiuse sul tragico 11 settembre a Bengasi, ma il parlamentare di destra Peter King accusa: l'ex generale ha detto che la Cia da subito parlò di attacco legato ad Al Qaeda «ma il riferimento è stato tolto da qualcuno al di fuori dell'intelligence: e noi dobbiamo scoprire chi e perché».

Al perché l'opposizione avrebbe già una risposta: la Casa Bianca ha mentito su Bengasi dando la colpa al film anti Islam, sotto elezioni il presidente sbandierava l'uccisione di Bin Laden e rilanciare la paura dei suoi gaglioffi faceva cattiva pubblicità. La malapensata serve naturalmente anche ad affossare la prossima mossa di Barack, la nomina di Susan Rice al posto di Hillary Clinton: l'attuale ambasciatrice all'Onu mentì andando in tv a raccontare la balla del film, non può fare il prossimo segretario di Stato.

Sì, il verminaio s'è aperto già. Con il piccolo aiuto proprio di Petraeus. L'ex generalissimo si toglie tutti i sassolini dagli scarponi. Confermando appunto che la sua relazione accusava Ansar al-Shariah e i gruppi di Al Qaeda del Maghreb: ma che la revisione dei documenti «insieme agli altri rappresentanti dell'intelligence» portò alla sostituzione dei nomi col più generico «estremisti». Così in un colpo solo rimette nei guai Obama (anche se fa capire che l'Amministrazione utilizzò la bozza pubblica e non secretata della relazione) e i suoi colleghi 007. Gli chiedono: ma tutta questa storia ha a che fare con le sue dimissioni? «No». E la vicenda Paula? «Mi dispiace del mio comportamento ».

Così i dubbi su Bengasi restano: e in piedi resta tutto il PetraeusGate. Troppe coincidenze rilanciano altrettanti indizi. La sua amica Jill era così introdotta tra i generali che a lei si rivolse l'allora capo della base di Tampa, John Allen - il futuro comandante in Afghanistan che con lei scambierà email bollenti - per chiederle di fermare il dj della Florida che incitava, per scherzo, a bruciare il Corano. «Ti saluto il direttore » dice poi Jill al sindaco di Tampa riferendosi sempre a Petraeus: «Per me sarà un altro favoloso weekend a Washington». Favolose sono tutte le sue frequentazioni: passando da un party per il re di Giordania, una festa con Marco Rubio e le colazioni alla Casa Bianca, complice un funzionario di Barack conosciuto sempre nella base militare dell'amore.

Sarebbe rimasto tutto nascosto se Jill non avesse chiesto al suo amico dell'Fbi di difenderla dalle anonime email di minaccia: che porteranno a Paula e alla scoperta della relazione con Petraeus. «La verità emergerà» dice ora Jill nell'email al sindaco accusando «quella criminale che perseguitava tutti noi». L'ultimo colpo di scena riguarda proprio la biografa: aveva superato tutti gli esami per entrare nell'Fbi prima di puntare nella carriera ad Harvard. L'ennesima, incredibile coincidenza?

 

petraeus kelley broadwell OBAMA PANETTA PETRAEUS ALLEN Obama e il Generale PetraeusPETRAEUS E JILL KHAWAM KELLEY PAULA BROADWELL HOLLIY E DAVID PETRAEUS STEVENS LA MORTE DI STEVENS PETRAEUS PAULA JILL ALLEN LA MORTE DI STEVENS j christopher stevens AMBASCIATORE USA IN LIBIA

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO