ABBIAMO LA CONSULTA DEI PASCHI DI SIENA - NAPOLITANO “PREMIA” AMATO E L’OPPOSIZIONE SI SCATENA

1-AMATO ALLA CONSULTA, CONSENSI E VELENI

Alessandro Trocino per il Corriere della Sera

La nomina di Giuliano Amato a nuovo giudice della Corte costituzionale divide la politica. Arrivata nel mezzo della battaglia al Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi, viene letta anche alla luce delle decisioni che attendono la Consulta e che coinvolgeranno il Cavaliere. Verso il politico e giurista, denominato «Dottor Sottile», arrivano attestazioni di pubblica stima da parte di molti esponenti del Pd e del Pdl.

Ma se la nomina da parte del capo dello Stato Giorgio Napolitano trova il plauso della maggioranza, provoca anche polemiche nell'opposizione. Movimento 5 Stelle, Lega e Sel sono in prima fila nel criticare aspramente la nomina. E in Rete avanza la protesta, che coinvolge anche elettori del Pd, non entusiasti del nome di Amato, per il suo passato socialista e per le troppe «poltrone».

Pd e Pdl apprezzano la scelta. E contestano le critiche. Mariastella Gelmini definisce Amato «un esponente di quella cultura riformista che ha saputo combattere e battere i dogmatismi e i massimalismi della sinistra italiana». Apprezzamento che è anche una speranza per le prossime decisioni della Consulta che riguarderanno Berlusconi: «La sua nomina non piace ai nostalgici del giustizialismo che vogliono magistrati politicizzati».

Perentorio anche il pdl Fabrizio Cicchitto: «Mentre sui senatori a vita si poteva dire che il livello di essi è elevatissimo ma che era auspicabile un pluralismo politico e culturale più accentuato, la nomina di Amato è ineccepibile da tutti i punti di vista. E se qualche giovane analfabeta,oltre a cinguettare con tonalità peraltro acidule, leggesse anche qualche libro del nuovo giudice costituzionale, farebbe cosa utile e istruttiva». Anche per Raffaele Fitto, Amato si contraddistingue per «esperienza, equilibrio e competenza».

Dal Pd, parla Miguel Gotor: «È un ottima scelta che non poteva essere migliore per esperienza istituzionale e competenza. Il presidente della Repubblica, ancora una volta, ha preso un'importante decisione nell'interesse del Paese». Il collega Guglielmo Vaccaro definisce «tristissime e gratuite» le polemiche. E il capogruppo Carlo Speranza invia un biglietto personale di stima e di affetto per Amato.

Ma il fronte della maggioranza non è compatto. Nel Pdl, per esempio, Maurizio Bianconi, è caustico: «Si dice la ciliegina sulla torta. In questo caso è più opportuno dire la ciliegina sul pacco. Cioè sulla fregatura rifilata agli italiani con la nomina dei quattro senatori a vita utili ai giochi della sinistra». Nel Pd nessuno critica apertamente, ma qualche malumore si avverte, nell'area Marino e tra i renziani.

E in Rete non sono poche le proteste. Ci sono ex come Fabrizio Rondolino: «Soltanto una Costituzione inservibile come la nostra può avere come giudice supremo un figuro alla Giuliano Amato». E ci sono account come quello di "Italia_giusta", slogan bersaniano con tanto di bandiera del Pd, che twittano furenti: «Vergogna! Lo stipendio si aggiunge a 31.000 € di pensione».

Ma le critiche maggiori arrivano dall'opposizione. Il leghista Matteo Salvini scrive: «Amato è quello del prelievo dai conti correnti degli italiani. Quello dei 30 mila euro di pensioni al mese. Che schifo!». In linea su toni e punti esclamativi, anche Alessandro Di Battista, M5S: «Evidentemente vogliono farci vergognare di essere italiani ma non ci riusciranno mai!».

Il collega Carlo Sibilia, se possibile, è più esplicito e parla di «schifo, disgusto, indecenza, obbrobrio, orrore e ribrezzo perpetrato negli anni dalla Casta politica italiana». Critiche anche da Antonio di Pietro: «Amato alla Corte? Colui che, su ordine di Craxi, varò la prima legge ad personam per permettere a Berlusconi di acquisire il monopolio televisivo».

A difendere Amato scende in campo Giuliano Cazzola, ex socialista, di Scelta civica: «La canea che accompagna questa nomina è disonesta e vergognosa. Ma lo è ancora di più il silenzio di chi avrebbe il dovere di difendere l'ottima scelta di Giorgio Napolitano».


2-LE RAGIONI DELLA SCELTA DEL COLLE
Marzio Breda per il Corriere della Sera

Certo, è suo amico da una vita, almeno da quando negli anni Settanta l'allora dirigente del Pci seguì da vicino il progetto per un'«alternativa socialista» in cui era al lavoro la nidiata di Antonio Giolitti: gente come Federico Coen, Giorgio Ruffolo e, appunto, lui. E certo, ne ha apprezzato la competenza economica con cui si mosse da ministro e la risolutezza dimostrata nelle stagioni di Palazzo Chigi, con il massiccio intervento da 93 mila miliardi per scongiurare una grave crisi finanziaria e avviare il risanamento dei conti pubblici, nel 1992.

Ma è soprattutto allo studioso di Diritto pubblico che Giorgio Napolitano ha pensato, scegliendo Giuliano Amato come nuovo membro della Corte costituzionale. Un giurista il cui sterminato curriculum comprende incarichi di prestigio nel campo della politica e delle istituzioni - in Italia e fuori d'Italia - e non per nulla il suo nome è corso nei mesi scorsi sia per un ritorno a Palazzo Chigi sia per un approdo allo stesso Quirinale, mentre non sarebbe parsa inverosimile anche una sua nomina come senatore a vita.

Frequentazioni e stima personali a parte, per una riserva della Repubblica di quel rango e di quell'esperienza non poteva valere la logica del bilancino o un calcolo delle convenienze, quando si è trattato di decidere per il posto che stava per rendersi vacante alla Consulta in un momento particolarmente delicato. Dal punto di vista del capo dello Stato, il nome del «dottor Sottile» si è imposto per forza propria.

È prevalso sugli altri candidati - e non erano pochi - al di là delle preoccupazioni per le critiche e per le polemiche che avrebbero potuto sortirne e che anzi, nel marasma di questi giorni dominati da smanie rottamatrici e furori anticasta, erano date per scontate. Critiche e polemiche di basso profilo, secondo il Colle. Insomma, altro che «passo falso» o addirittura «vergognoso», come qualche famiglia politica ha subito recriminato, alimentando pure l'eterna rincorsa di sospetti giocata sul caso della decadenza di Silvio Berlusconi.

 

 

Mario Monti e Giuliano Amato DE GENNARO NAPOLITANO AMATO Silvio berlu amato e craxi craxi amato

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…