giuseppe conte matteo renzi nicola zingaretti

CONTE SI È GIÀ ROTTO LE PALLE DI RENZI: “SE HA BISOGNO DI RIMARCARE UNO SPAZIO POLITICO E OGNI GIORNO RIPROPONE QUESTA LOGICA, CI PRECLUDERÀ DI POTER ANDARE AVANTI. È INACCETTABILE” - L’INTERVISTA AL “CORRIERE” PIENA DI FRECCIATINE: “NON ABBIAMO BISOGNO NÉ DI CROSTATE, NÉ DI MERENDINE, CI POSSIAMO VEDERE MA NON DAVANTI A QUALCHE CAMINETTO”  

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

renzi conte

Il sole che accende le pietre del Sacro Convento, la fede di 4.000 persone in preghiera, la luce della lampada votiva sulla tomba di San Francesco e poi, finite le celebrazioni, la gente che lo aspetta per un selfie. Giuseppe Conte è emozionato, fiero dell' abbraccio del mondo cattolico, pieno di orgoglio ma anche di ira verso tutti coloro che rendono difficile la navigazione del suo governo, da Salvini a Renzi. «Come posso stare sereno? So di dover rispondere a 61 milioni di cittadini che hanno urgenza», replica a chi gli chiede se l' ex premier punti a defenestrarlo, come fece con Enrico Letta nel 2014. «Non abbiamo bisogno di fenomeni - avverte il premier, spazientito perché sull' Iva Renzi "è scorretto, mistifica la realtà" -. Non si rivendicano primati che io non riconosco a nessuno, neppure alle forze politiche che hanno maggiore consistenza numerica». E quando le luci delle telecamere si spengono, il premier ha ancora qualche severo monito da indirizzare, da Assisi, al fondatore di Italia viva.

LA CRINIERA AL VENTO DI GIUSEPPE CONTE

 

Renzi vuole il suo posto a Palazzo Chigi?

«Ma no, lui ha una vita davanti. Ha tutte le possibilità e tutte le aspirazioni legittime di questo mondo. Dobbiamo lavorare tutti in un clima proficuo e con spirito di squadra».

 

Nella lettera al «Corriere» il senatore rivendica di aver stoppato l' aumento dell' Iva. È una mina per il governo?

«Se uno ha bisogno di rimarcare uno spazio politico e ogni giorno ripropone questa logica, questo ci precluderà di poter andare avanti. È inaccettabile».

 

Così il governo dura poco e si torna a votare, avverte Zingaretti.

QUIRINALE REPARTO MATERNITA' BY MACONDO

«Cosa significa andare a votare? Siamo partiti adesso. C' è un mondo che aspetta, lì fuori. Avete sentito cosa chiedono i cittadini? Vogliono la soluzione ai loro problemi. Ogni volta che li incontro sono affettuosi, sono carini. C' è una investitura anche affettiva della gente. Le persone vogliono credere. Vogliono una squadra di governo che lavori per loro, non per sé stessi».

 

Stringerà un patto con Renzi per arginarlo?

giuseppe conte 1

«Io non devo fare un patto singolo con Renzi, non è nella mia cultura. Non abbiamo bisogno né di crostate né di merendine, ci possiamo vedere tranquillamente, ma non davanti a qualche caminetto. Come ho incontrato Zingaretti, non ho difficoltà a incontrare Renzi da leader di una forza politica. Ma al tavolo io parlo con i ministri e i capidelegazione, perché quella è la mia squadra».

luigi di maio giuseppe conte

 

Il piano di Di Maio e Bonafede sui rimpatri, non concordato con gli alleati, non è un altro smarcamento?

«No, nessuna contrapposizione. Il lavoro della Farnesina mi era stato anticipato, lo avevano comunicato alle forze politiche».

 

Però il ministro degli Esteri dice che i ricollocamenti non bastano e che bisogna fermare le partenze. Non è una posizione diversa dalla sua?

matteo renzi al senato

«Non mi faccia interpretare cose che non ho ancora letto. La politica sui migranti deve essere multilivello, non basta interrogarsi su sbarchi sì, sbarchi no. Io sui migranti non dico nulla di nuovo, ma prima la mia voce era un po' oscurata, perché c' era chi aveva toni più alti del mio».

 

Ora sono Renzi e Di Maio ad alzarli. Preoccupato?

«A me spetta la sintesi».

 

GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP

La sua nuova forza e credibilità politica spaventa gli altri leader?

«Questa domanda apre una prospettiva molto grave. Se Conte assolve alla sua responsabilità di presidente del Consiglio, lavorando dalla mattina alla sera e alimentando la coesione, diventa un pericolo? Saremmo in un mondo politico folle».

matteo salvini e giuseppe conte in senato prima del discorso del premier

 

Teme l' interrogazione della Lega sui suoi presunti conflitti di interesse?

giuseppe conte contro salvini in senato

«E di che parliamo? Di una questione di quando ero bambino, affrontata da tutti i giornali? Mi auguro che Salvini, invece di dilettarsi andando a recuperare questioni superate, faccia opposizione offrendo proposte credibili e non annunciando la flat tax al 15% per tutti, oppure una manovra da 100 miliardi».

 

Non deve spiegare il caso degli 007 e dei contatti con gli Usa? Ha qualcosa da nascondere.

giuseppe conte roberto gualtieri 9

«Io sono responsabile per legge dei Servizi. Se una questione monta giornalisticamente, non vado in pubblico a rilanciare interviste, vado prima al Copasir».

luciana lamorgese paola de micheli giuseppe conte luigi di maio

 

Perché non ha ancora riferito?

«Quella commissione deve sostituire un componente, quindi il collegio non può operare, sennò avrei chiesto io di andare a parlare al Copasir. Lo farò e rimarrete molto delusi rispetto alle fantasie che stanno circolando. Non è stata commessa alcuna anomalia. Si sta speculando ingiustamente».

 

matteo renzi come antonio conte

L' ex ministro dell' Interno la accusa di aver usato i Servizi come una sua dépendance.

«È una cosa gravissima anche solo pensare che il premier faccia uso personale dei Servizi. Chi ha usato quel linguaggio ha rivelato quale deformazione politica abbia in testa per quanto riguarda le attività di intelligence».

roberto gualtieri giuseppe conte 2giuseppe conte luigi di maio

 

L' Umbria è il laboratorio dell' alleanza tra M5S e Pd?

«Sarà un voto rilevante e abbiamo un ottimo candidato, ma è un po' esagerato parlare di laboratori. C' è un progetto politico che va costruito.

Siamo ancora all' inizio».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…