CSM A FERRI E FUOCO - “INDIFENDIBILE”: COSÌ RENZI SILURA IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA CHE SPONSORIZZA MAGISTRATI VIA SMS - FERRI: “ERA IL CONSIGLIO DI UN AMICO, NON L’INTERFERENZA DI UN POLITICO”

1. CSM, PALAZZO CHIGI CONTRO IL SOTTOSEGRETARIO

Virginia Piccolillo per “Il Corriere della Sera

 

Cosimo Maria FerriCosimo Maria Ferri

«Indifendibile». Non è piaciuta a Matteo Renzi, l’iniziativa del sottosegretario alla giustizia, Cosimo Ferri, di inviare un sms promozionale per due colleghi candidati all’organo di autogoverno della magistratura: «Per le elezioni al Csm mi permetto di chiederti di valutare gli amici Pontecorvo e Forteleoni». E a urne aperte (si chiuderanno oggi alle 14.30), il premier ha chiesto, ufficiosamente, informazioni. Pronto ad affrontare la questione che ritiene, appunto, non difendibile, al suo rientro a Roma.

 

«Incontrerò Cosimo Ferri nelle prossime ore», ha fatto sapere il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che tra le «linee guida» della riforma della giustizia ha messo in bella evidenza la modifica delle elezioni del Csm, motivandola proprio con l’esigenza di limitare le invasioni di campo della politica nella carriera e nelle nomine dei magistrati. E invece quel messaggino di un membro dell’esecutivo ha scatenato polemiche sull’interferenza.

sede csm consiglio superiore della magistratura sede csm consiglio superiore della magistratura

 

Uno degli sponsorizzati da Ferri, Lorenzo Pontecorvo, presidente di sezione del Tribunale di Roma, candidato per la corrente di Magistratura indipendente cerca di ridimensionare la vicenda: «Vedo moltissima ipocrisia, e un po’ di esagerazione in questa polemica montata ad arte. Noi giudici non abbiamo molti mezzi, né tempo, per fare campagna elettorale. L’unico è il passaparola fra colleghi che ti stimano. E quello di Cosimo Ferri è solo l’intervento di un amico magistrato fuori ruolo, non l’interferenza di un sottosegretario. Peraltro l’sms è una forma di comunicazione privata, averlo reso pubblico non so se prefiguri qualche tipo di reato o di violazione, ma certamente non è stato molto corretto».

Csm-seduta-1Csm-seduta-1

 

La vicenda ha acuito i contrasti interni a Magistratura indipendente. Già nei mesi scorsi Cosimo Ferri era stato accusato di voler etero-dirigere, dal governo, la corrente di cui era stato segretario, tentando di pilotare le candidature. Le proteste erano cessate solo con la decisione di scegliere i 16 candidati togati del Csm con le primarie.

 

Su fronti contrapposti, interni alla corrente, si sono trovati così Luca Forteleoni e Lorenzo Pontecorvo contro Sergio Amato, pm a Napoli, e Aldo Morgigni, giudice in Corte d’appello a Roma. Solo giovedì o venerdì al termine dei conteggi si capirà se ha prevalso la linea promossa da Ferri o quella più vicina ad esponenti di spicco di quella corrente, come il pg di Torino Marcello Maddalena, l’ex pm di Mani pulite, oggi in Cassazione, Pier Camillo Davigo e il procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita.

Andrea Orlando Andrea Orlando

 

«La questione di principio esiste, anche se è una guerra interna a Magistratura indipendente», spiega Carlo Fucci, consigliere uscente del Csm, sostenuto, assieme a Fernanda Cervetti, da una rete di magistrati che intende combattere la degenerazione di correnti. È «un’interferenza in un’elezione che riguarda i magistrati», rincara, il segretario di Unità per la Costituzione, Marcello Matera, che parla di «deprecabile sovrapposizione» di ruoli da parte di Ferri, con il suo «passaggio disinvolto» da leader di corrente all’incarico di sottosegretario.

 

Ma soprattutto giudica la stessa presenza di Ferri nell’esecutivo una contraddizione per il premier Renzi, apertamente critico con i gruppi organizzati delle toghe: «È singolare che da parte della politica si contestano le correnti della magistratura e poi nella compagine governativa c’è l’emblema del correntismo più spinto». E Carlo Citterio, dell’Anm, ex segretario di Area, chiede un chiarimento: «O gli sms sono stati fatti usurpando il nome di Ferri o il ministro Orlando deve prendere atto del coinvolgimento diretto di un esponente governativo nella campagna elettorale per un diverso organo costituzionale e trarne, o farne trarre, le conseguenze».

 

RENZI AFFACCIATO ALLA FINESTRA DI PALAZZO CHIGI IN MAGLIETTA BIANCARENZI AFFACCIATO ALLA FINESTRA DI PALAZZO CHIGI IN MAGLIETTA BIANCA

Da Forza Italia, Luca Squeri, contesta: «Guardiamo la luna, non il dito: il problema sono le correnti di una magistratura politicizzata, non l’sms». Ma certo è che torna a traballare la poltrona di Cosimo Ferri, nominato sottosegretario del governo Letta in quota berlusconiana, ma rimasto dopo l’addio dell’ex Cavaliere. Oggi con Orlando dovrà difendere l’opportunità di quel gesto che al Corriere spiega così: « Sono un cittadino che conserva i propri diritti e sono tuttora un magistrato che andrà a votare e sceglierà i candidati che considera migliori. La propaganda è tutt’altra cosa».

 

2. NON MI DIMETTO PER QUEI MESSAGGI SPEDITI AGLI AMICI MATTEO CAPIRÀ

Liana Milella per “La Repubblica

 

Dimissioni? «E per cosa? ». L’sms? «Un fatto privato ». Il conflitto di interessi? «Sono e resto un magistrato ». Cosimo Maria Ferri si difende così.

 

Per Renzi lei è «indifendibile».

«Non so se gli hanno spiegato bene cos’è successo. Spero di farlo al più presto anche io perché questa vicenda è stata ingigantita oltre misura».

 

magistrati magistrati

Ha sentito il premier parlare malissimo delle correnti? E lei si mette a fare il capo corrente?

«Ma io non l’ho fatto per nulla. Le cose che ha detto Renzi le ho sempre dette anche io all’interno della magistratura e ho invitato i colleghi a superare gli schemi. La strumentalizzazione dell’sms dimostra l’incancrenimento delle correnti e le lotte intestine».

 

Ha parlato con Orlando?

«Sì, l’ho chiamato io e mi ha detto che ci vedremo nelle prossime ore. Gli ho spiegato che l’sms era solo un messaggio privato indirizzato a colleghi che conoscevo personalmente e con cui in questi anni ho avuto scambi di vedute».

 

Nemmeno a lui il suo comportamento è piaciuto...

«Dalla nostra conversazione non l’ho percepito».

 

Le hanno chiesto di dimettersi?

«No, nessuno lo ha fatto, perché mi auguro che abbiano capito che si tratta di una polemica tutta interna a Magistratura indipendente».

 

Si ricorda a quanti colleghi ha mandato l’sms?

«Era un numero limitato in quanto i destinatari erano degli amici e comunque persone che conoscevo bene».

 

GIUDICI GIUDICI

C’è una bella differenza tra 10, 20 e 3-400...

«Non siamo su queste cifre perché non era assolutamente un appello al voto».

 

Non vede conflitto tra essere sottosegretario e parteggiare per Magistratura indipendente?

«Non ho mai confuso i due ruoli. Io sono e continuo a essere un magistrato, tant’è che oggi andrò a votare per il Csm. Dove starebbe la contraddizione? Ho ben chiara la distinzione tra le due funzioni, lungi da me il confonderle ».

 

Stare in via Arenula non esclude di votare per il Csm?

«Oggi la legge lo consente, tant’è che il Csm valuta anche la mia progressione in carriera. Quindi è normale che intrattenga rapporti con i miei colleghi».

 

Perché proprio loro lamentano una palese violazione della divisione costituzionale dei poteri?

«Io non la vedo. Da sottosegretario sono stato del tutto imparziale. Ho lavorato con impegno per migliorare le leggi e il servizio giustizia senza badare affatto agli equilibri interni della magistratura. I colleghi, anziché fare polemiche contro di me, mi dovrebbero essere grati».

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…