DEPARDIEU È DEPARTITO - LETTERA INCAZZATA AL PREMIER AYRAULT: “VOI MI DATE DEL MISERABILE? RIPRENDETEVI IL MIO PASSAPORTO! - L’ANNO SCORSO HO PAGATO L’85% DI TASSE, 145 MLN IN 45 ANNI, HO 80 DIPENDENTI - MISERABILI VOI, ANCHE CON MIO FIGLIO CHE PER 2 GR. DI EROINA LO AVETE CONDANNATO A 3 ANNI” – ‘’HOLLANDE SBAGLIA TUTTO, CI MANDERÀ ALLO SFASCIO’’….

1- LETTERA APERTA DI GÉRARD DEPARDIEU, A JEAN-MARC AYRAULT, PRIMO MINISTRO DI FRANÇOIS HOLLANDE
Da http://www.chicago-blog.it/ , il blog di Oscar Giannino

"Miserabile, lei ha detto "miserabile"? Com'è miserabile.
Sono nato nel 1948, ho cominciato a lavorare quando avevo 14 anni come tipografo, come magazziniere e poi come artista drammatico.
Ho sempre pagato le tasse e le imposte, di qualsiasi aliquota e di qualsiasi Governo.
In nessun momento non ho ottemperato ai miei doveri.

I film storici che ho interpretato, sono la testimonianza del mio amore per la Francia e per la sua storia.
Personaggi più illustri di me sono stati esiliati o hanno abbandonato il nostro Paese.
Sfortunatamente non ho più nulla da fare qui, ma continuerò ad amare i francesi e il pubblico con cui ho condiviso molte emozioni!

Parto, perchè considerate che il successo, la creazione, i talenti, in pratica la differenza, debbano essere sanzionati.
Non chiedo approvazione, ma potreste almeno rispettarmi. Tutti coloro che hanno lasciato la Francia, non sono stati insultati come il sottoscritto.

Non devo giustificare le ragioni della mia scelta, che sono tante e intime.
Parto dopo aver pagato, nel 2012, l'85% di imposte sul reddito. Ma voglio conservare lo spirito di questa Francia, che era bella e che spero lo resterà.
Vi restituisco il mio passaporto e la mia tessera della mutua, di cui non mi sono mai servito.

Non abbiamo più la stessa patria, io sono un vero europeo, un cittadino del mondo, come mi ha sempre inculcato mio padre.
Trovo miserabile l'accanimento della giustizia nei confronti di mio figlio Guillame, giudicato da Giudici che l'hanno condannato, quando era ancora un ragazzo, a 3 anni di prigione per 2 grammi di eroina, quando molti altri venivano risparmiati per reati ben più gravi.
Non condanno tutti quell che hanno il colesterolo alto, la pressione alta, il diabete, quelli che bevono troppo alcol o che si addormentano sul loro motorino: sono uno di loro, come i vostri cari media amano sempre ripetere.

Non ho mai ammazzato nessuno, non penso di avere dei demeriti, ho pagato 145 MILIONI di € di imposte in 45 anni, ho dato lavoro ad 80 persone nelle aziende che sono state create per loro e gestite da loro.
Non sono qui per lamentarmi, né per vantarmi, ma rifiuto il termine "miserabile".
Chi siete voi per giudicarmi così, glielo chiedo signor Ayrault, primo Ministro del signor Hollande, vi chiedo, chi siete voi?

Malgrado i miei eccessi, il mio appetito, il mio amore per la vita, sono un essere libero, signore, e non voglio essere maleducato."
Gérard Depardieu
Traduzione di Valentina Cavinato


2- GÉRARD DEPARDIEU: "HOLLANDE SBAGLIA TUTTO, CI MANDERÀ ALLO SFASCIO" - "QUESTA FRANCIA ODIA I SOLDI SCAPPO PER PAGARE MENO"
Guido Andruetto per "la Repubblica"

Obelix ha perso la pazienza, e anche la parola. «Non voglio avere contatti con nessuno, sono troppo arrabbiato e deluso per quello che è stato detto e scritto sul mio conto in queste settimane - confessa Gérard Depardieu - ma soprattutto sono esausto e infuriato per la triste situazione che stiamo vivendo in Francia con questo governo. La mia vuole essere una battaglia di libertà».

Travolto dalla bagarre politica e mediatica dopo aver confermato di voler lasciare la Francia per aggirare la pressione fiscale, l'attore ha messo infine a segno un nuovo restituendo alle autorità il suo passaporto francese. «Prendo la residenza in Belgio perché non riconosco più il mio paese. Tutto sta andando allo sfascio e nessuno ha il coraggio di esprimere una vera posizione critica. Amo i francesi ma non rispetto chi ci governa oggi, perché sono loro che stanno affossando l'economia e il commercio sotto una montagna di tasse. Per questo me ne vado via. Sono disgustato».

Gérard Depardieu, ci spieghi come, tecnicamente, diventerà un cittadino belga.
«Ho acquistato una casa a Nechin al confine con la Francia, dove adesso trasferirò la mia residenza e ovviamente il mio domicilio fiscale. Pagherò molte meno tasse e sarò comunque vicino a Parigi. È una piccola cittadina belga che si trova ad appena quarantacinque minuti di macchina dall'aeroporto Charles de Gaulle, per cui è comodissima. E comunque riguardo alla questione della nazionalità non
penso proprio di fermarmi qui».

In che senso?
«Voglio diventare anche cittadino italiano, o almeno mi piacerebbe poter godere della doppia cittadinanza. La prossima settimana verrò in Italia per fare questa richiesta e capirne la fattibilità. I belgi sono persone simpaticissime e squisite, ma l'Italia è il paese dove da sempre desidero venire a vivere. Comprerò una casa in Toscana, molto probabilmente nella zona della Val di Chiana, dove vive il mio caro amico Franco Bardi che produce olio. In Belgio ci vado per le tasse, in Italia per amore».

Ha restituito anche il suo passaporto francese e la sua Securitè Sociale.
«Dovevo farlo, per una questione di coerenza. Adesso mi sento un cittadino europeo. Non potevo più restare in questa Francia, non è più il paese di cui sono stato sempre orgoglioso. Oggi stento a riconoscerlo, è schiavo di una politica che lo sta soffocando perché punisce solo chi cerca di ricavare dei legittimi profitti da attività imprenditoriali e commerciali».

Che cosa replica invece a chi la critica duramente?
«Vuole dire Jean-Marc Ayrault? Il primo ministro si sta rendendo ridicolo, e ha fatto un gravissimo errore a insultarmi solo perché ho fatto una scelta che non condivide. Non sono il solo cittadino francese ad aver fatto un passo del genere».

Ci faccia dei nomi, allora.
«C'è una lunga lista, ma tutti attaccano solo me. Alain Ducasse se n'è andato nel Principato di Monaco, Daniel Auteuil ed Emmanuele Béart in Svizzera, poi ci sono Sophie Marceau e Christopher Lambert, che vogliono trasferirsi in Belgio. Eppure mi stanno tutti addosso come se fossi il nemico numero uno della Francia».

Come si spiega allora il clima di ostilità nei suo confronti?
«Evidentemente c'è una volontà politica precisa di farmi pagare fino in fondo il sostegno che ho dato in campagna elettorale all'ex presidente Nicholas Sarkozy. Ma nessuno sa che non fu lui a chiedermelo, lo feci di mia iniziativa. Sto scontando sulla mia pelle il peso di quella presa netta di posizione ».

I primi mesi del governo socialista non le hanno fatto cambiare idea?
«No, anzi. Il mio giudizio su Hollande resta totalmente negativo e questo continua a generare odio e veleno che i vertici del governo scaricano sulla mia persona. Diversamente dal presidente Hollande, io sono un uomo trasparente, autentico e libero».

Libero anche di essere ricco e di non pagare le tasse?
«Certamente, ma questo non significa che pensi solo a me stesso. Con le mie attività credo di aver procurato dei benefici anche a tante altre persone che vivono e lavorano in Francia. Se metto insieme i vigneti, le cantine, i miei ristoranti, la pescheria, e un nuovo negozio che ho aperto a Parigi di recente, ho ben chiara l'entità del mio contributo alla società francese. Perché nessuno vuole riconoscermi il merito di aver dato lavoro a ottanta persone? Che cosa avrei dovuto fare di più per il mio paese?».

Le imposte la spaventano?
«Quando sono esagerate non posso assolutamente tollerarle. Ho pagato quest'anno in tasse più dell'ottanta per cento dei mie redditi, e per ogni mio dipendente il costo che devo sostenere è il doppio rispetto a quanto percepisce. Sono vincoli esagerati».

Adesso continuerà a gestire le sue attività da lontano?
«Sì, la mia intenzione è questa, anche se non penso assolutamente di sparire per sempre da Parigi. Con una nuova nazionalità, la legge mi impone un limite massimo di sei mesi per poter liberamente soggiornare in Francia, ma per via del mio lavoro non sono mai stato così tanto qui. Sono continuamente in viaggio per girare film, e il tempo per stare a casa è stato sempre troppo poco».

Anche il cinema la porterà sempre più lontano dalla Francia?
«Succede già da tanto tempo, ma c'è un problema a monte anche molto serio e di cui nessuno parla. Qui in Francia i produttori cinematografici devono subire una pressione fiscale che è diventata insostenibile. Se il mio cachet per un film, ad esempio, ammonta a trecentomila euro, il produttore ne deve versare il sessanta per cento al fisco. Mi sembra folle. Il sistema cinema così va in tilt».

In questi giorni c'è qualcuno che ha condiviso le sue scelte?
«Molte più persone di quelle che mi aspettassi, soprattutto fuori dalla Francia. Continuo a incontrare colleghi attori che mi esprimono il loro sostegno, ma anche tanta gente normale che mi incoraggia ad andare avanti».

Nella sua famiglia hanno accettato questa sua fuga?
«Ho trovato l'appoggio che cercavo, specialmente in mia figlia Julie che mi sembra approvare tutto quello che sto facendo. La mia famiglia è già stata profondamente segnata da come la giustizia francese ha trattato mio figlio Guillaume, che continua a mancarmi tanto. La rabbia che provo oggi cresce se penso alla sua giovinezza, sbattuto in carcere per due grammi di eroina».

Ha messo anche in vendita la sua bellissima casa in Rue du Cherce-Midi, nel sesto arrondissement. Dove soggiornerà adesso a Parigi?
«Non sono uno a cui piace vivere nel lusso, e mi considero una persona semplice che ama le persone semplici. Non ho mai avuto la servitù in casa, né domestici né custodi, e preferisco la normalità e coltivare i rapporti umani sinceri. Posso andare avanti così come ho sempre vissuto. A Parigi, molto banalmente, prenderò un piccolo appartamento, mi basterà. Sto per diventare un cittadino belga e spero anche italiano, i posti dove abitare non mi mancheranno. Ma questo non vuol dire che io sia diventato anti-francese, come molti vogliono far credere. Non lo sarò mai».


3- FORGET E NOAH INDAGATI PER EVASIONE FISCALE
http://www.ubitennis.com/ -Di solito si accosta il vizietto dell'evasione fiscale agli italiani, ma anche oltralpe non si scherza e non manca qualche sportivo nel mirino.

Fra cui Guy Forget e Yannick Noah, che martedì prossimo saranno interrogati da una Commissione d'Inchiesta del Senato per esaminare i loro dossier patrimoniali, che comprenderebbero investimenti in Florida, Monte Carlo e Svizzera (dove i due tennisti oggi risiedono) "senza chiarire destinazioni rispetto ai guadagni ottenuti in territorio francese", spiega il comunicato dell'organo, secondo quanto riportato da "Le Figaro".

Noah si difende senza timori: "Tutto quello che ho guadagnato qui è stato sempre tassato: io pago le imposte che mi spettano. Non penso che lo Stato abbia la funzione mondiale di controllo su tutti i soldi che girano nel nostro pianeta". In realtà l'ex campione francese avrebbe già maturato col fisco francese una pendenza di un milione di euro, e con la nuova tassa patrimoniale introdotta dal neo-presidente Francois Hollande, il tassato aumenta in percentuale fino al 75%.

Forget a questo proposito replica: "Se mi dimostrano che ho sbagliato, lo farò con piacere. Pretendo che lo Stato motivi le ragioni delle sue scelte, inutile altrimenti tutto questo polverone, che mi ritrae anche come un ladro e un parassita".

 

 

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