DRAGONE ZOPPO? - LA CINA È IN PREDA A UNA GRAVE CRISI DI LIQUIDITÀ E SECONDO L’ANALISTA DI DEUTSCHE BANK, NEL 2014 RISCHIA UNA CRISI FINANZIARIA

1. LA CRISI DI LIQUIDITÀ CINESE PEGGIORA NONOSTANTE L'INTERVENTO DELLA BANCA CENTRALE
DAGOREPORT

Venerdì scorso la banca centrale cinese era intervenuta per iniettare 300 miliardi di Remimbi (49 miliardi di dollari) nelle banche in disperato bisogno di liquidità. Ma la situazione non è migliorata: il tasso di riacquisto a sette giorni, un indicatore fondamentale per determinare la liquidità a breve termine, è salito oggi di altri 60 putni base, fino a 8,8%. E' un segno che le banche tengono per sé i contanti, e non li prestano ad altre banche.

Sembra una ripetizione del "cash crunch" dello scorso giugno, che aveva spaventato gli investitori e portato a galla la debolezza della seconda economia mondiale. La banca centrale, da allora, ha intrapreso una politica molto più aggressiva, ma non sembra che i suoi sforzi siano sufficienti.

Simon Rabinovitch del "Financial Times" ha preparato un "Q&A", un domanda-e-risposta, per chiarire cosa sta succedendo all'economia del Dragone.

Perché questa paura di un "cash crunch", una crisi di liquidità, in Cina?

Giovedì e venerdì scorsi (e oggi la situazione è anche peggiorata) i tassi del mercato monetario sono arrivati a livelli insostenibili: : il tasso di riacquisto a sette giorni è raddoppiato nell'arco di una setimana, un salto impressionante. I tassi di prestito interbancario sono anche schizzati, tornando ai livelli della crisi di liquidità dello scorso giugno.

Qual è la causa?

La principale responsabile è stata proprio la banca centrale, che nell'ultimo mese e mezzo si è rifiutata di iniettare denaro nei mercati finanziari attraverso le sue regolari operazioni "open-market". I trader si sono lamentati del fatto che un simile atteggiamento è particolarmente dannoso a dicembre, perché c'è sempre un aumento stagionale nella richiesta di contanti: le banche devono iscrivere più depositi alla fine dell'anno mentre le compagnie ritirano più contanti per le loro operazioni. Non solo: i risparmiatori comuni, che un tempo lasciavano i soldi nei conti di deposito, ora si sono buttati nei fondi gestiti, e la competizione tra le banche per i contanti si è fatta ancora più serrata.

La banca centrale sta punendo le banche scorrette?

L'obiettivo sarebbe di costringere le banche a non contare sui prestiti di contante a breve termine per le loro operazioni opache, soprattutto nel campo dei prestiti alle società immobiliari e agli enti locali cinesi spendaccioni, bensì a organizzare meglio il rapporto tra patrimonio e impieghi. Ma di sicuro, lasciare che il tasso schizzi oltre il 10% non è una strategia sensata.

Cosa succederà questa settimana?

Ci sono due operazioni open-market in programma per martedì e giovedì, e il precedente della settimana scorsa fa pensare che la banca centrale fornirà nuova liquidità. Ma non vuole esagerare, contando che la crisi di liquidità potrebbe allentarsi dopo il capodanno cinese a febbraio. Guardando ai tassi di prestito interbancario, se nell'ultimo mese sono schizzati, nel medio e lungo periodo sono rimasti abbastanza stabili. Questa è un'indicazione che la crisi di liquidità potrebbe essere una "caccia ai soldi" di fine anno e non uno schianto irreparabile del sistema finanziario cinese.


2. ALLARME DEUTSCHE BANK: CINA A RISCHIO DEBITO NEL 2014
http://www.investireoggi.it

La Cina potrebbe essere vittima di una crisi finanziaria nel 2014, provocata da una trappola del debito delle sue aziende. L'allarme è stato lanciato dal strategist azionario di Deutsche Bank, John Paul Smith, il quale ritiene che ciò impatterebbe negativamente sulle borse dei mercati emergenti, che nell'anno che sta per arrivare potrebbero subire perdite mediamente del 10%. E la stessa Cina rischia una brusca frenata della sua crescita, che nei prossimi anni potrebbe essere anche inferiore al 5%.

RISCHIO "CREDIT CRUNCH" CINA
Smith è lo stesso che previde la crisi finanziaria russa del 1998 e ricorda come Mosca ne uscì riformandosi e aprendosi al libero mercato. Pechino, si chiede, sarebbe intenzionata a seguire questa linea di apertura? I segnali sarebbero al momento negativi, mentre i dati che arrivano dal comparto del credito interbancario non lasciano spazio all'ottimismo. Nel corso della seduta odierna, infatti, i tassi a breve interbancari sono scesi nella fase iniziale, ma per impennarsi al 9,8% nel prosieguo della giornata, quando venerdì scorso si erano portati al'8,21%. E' il segnale che le banche non si prestano denaro tra loro, che la Cina rischia un pericoloso "credit crunch".

E ciò, nonostante la People's Bank of China, la banca centrale cinese, abbia comunicato di avere iniettato liquidità per 50 miliardi di dollari nella settimana scorsa. Intanto, il governo di Pechino ha "invitato" i media a non porre attenzione sulla notizia della crisi di liquidità in corso nel paese, spronandoli, al contrario, a soffermarsi sui dati positivi dell'economia del paese.

Un'operazione simile era stata adottata a giugno, quando si scatenò un'impennata dei tassi, in seguito alla stretta intrapresa dalla PBoC.
Al momento, le borse asiatiche non sembrano dare peso al "credit crunch", con i titoli finanziari a chiudere decisamente al rialzo alla Borsa di Shanghai, così come l'indice di quest'ultima. Bene anche Taiwan.

Eppure, nonostante le banche d'affari internazionali siano ottimiste sulle borse emergenti per il 2014, Smith si è detto certo della previsione, affermando che se sbaglia questa, sbaglia tutto.

LA BOLLA IMMOBILIARE CINESE
E che ci siano molti presupposti perché Deutsche Bank abbia ragione lo dimostrano alcuni dati agghiaccianti dell'economia cinese. Dal 2008 ad oggi, gli assets delle banche del paese sono cresciuti di 15,4 mila miliardi di dollari, portandosi a 24 mila miliardi (250% circa del pil), di cui 12,5 (140% del pil) sono stati investimenti allocati nella speculazione immobiliare. Per questo, dopo aver inondato il mercato di liquidità facile, la PBoC vorrebbe ora fare marcia indietro. Il rischio è che sia troppo tardi e che esploda una bolla che vale quanto tutto il pil dell'Eurozona.

 

 

 

The People s Bank of Chin People s Bank of China dc fa d ed People s Bank of China W peoples bank of iPeople s Bank of China mages imPeople s Bank of China ages imaPeople s Bank of China ges china map

Ultimi Dagoreport

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…