renzi minniti

IL DUCETTO SI SMARCA DA MINNITI: VUOL FAR DIMENTICARE IL MINISTRO DELL’INTERNO (O DELL’IMMIGRAZIONE?) E’ DEL PD – GELO FRA I DUE ANCHE SULLE LISTE: FATTI FUORI TUTTI GLI “AMICI” DEL TITOLARE DEL VIMINALE – RENZI SPERA CHE PASSI LA BUFERA SUI MIGRANTI E SU MACERATA

 

Fabio Martini per la Stampa

 

MATTEO RENZI E MARCO MINNITI

Al primo tornante impegnativo della campagna elettorale - l' offensiva del centrodestra sui migranti - Matteo Renzi si è messo in modalità «pausa»: né al contrattacco, né in difesa. È come se il leader del Pd aspettasse che la bufera passi, nella speranza che un tema tradizionalmente così scomodo per i progressisti si allontani dall' orizzonte elettorale.

 

E infatti nelle ripetute e articolate esternazioni Renzi nella giornata di ieri, ha usato espressioni inusuali, che illustrano bene la posizione attendista del Pd. La prima: «Non si può pensare di buttare addosso alla Lega e a Salvini questa tematica perché è molto più grande e intensa». Una posizione garantista e anche un escamotage difensivo, per non essere sferzato più di tanto dalla Lega?

 

MARCO MINNITI E MATTEO RENZI

La seconda espressione è altrettanto sfumata: «Davanti agli imprenditori della paura, quelli che scommettono e sobillano un' intera fetta di comunità, l' unica strada è l' estremismo del buon senso». La terza battuta riguarda il responsabile della sicurezza. Ha detto Renzi: «Certo mi fido di più di Minniti ministro dell' Interno che non di Salvini».

 

LUCA TRAINI MACERATA

La sola idea di immaginare come plausibile un raffronto tra i due non sembra particolarmente gratificante per il ministro dell' Interno, ma c' è qualcosa in più: in queste ore Renzi è come se avesse rimosso l' azione svolta nell' ultimo anno da Marco Minniti. È come se avesse steso una sorta di omissis sui numerosi risultati incassati dal Viminale e da Palazzo Chigi su questa frontiera: diminuzione drastica degli arrivi, diminuzione dei morti in mare, coinvolgimento pieno dell' Ue sulla «dottrina Minniti», riflettori accessi del sistema-Onu sui lager libici.

 

Nella narrazione di Renzi l' occultamento di Minniti dura da giorni e si è indirettamente manifestato anche durante la formazione delle liste elettorali del Pd, con l' accantomento di alcuni amici del ministro. Da parte sua Minniti, per ora, si è limitato a una dichiarazione a caldo, subito dopo aver riunito le autorità della sicurezza a Macerata. Definendo l' iniziativa di «stampo fascista e nazista» ma «di carattere individuale».

 

migranti

Da quel momento Minniti si è ritirato nel suo riserbo istituzionale. E c' è un dettaglio in più che rende paradossali i rapporti lungo il triangolo Chigi-Viminale-Nazareno. Prima dei fatti di Macerata, nella compilazione delle liste, al Pd avevano deciso di spedire Paolo Gentiloni in una circoscrizione periferica: Ascoli-Macerata.

 

Già prima dei fatti più recenti, si trattava di una circoscrizione in salita per il Pd, visto che comprende l' area colpita dal terremoto. Una collocazione che Gentiloni aveva accolto col proverbiale fatalismo, senza invocare «posti al sole». Ma nell' attendismo di Matteo Renzi non c' è soltanto il rapporto sempre faticoso con le personalità di successo del suo schieramento.

 

berlusconi dimagrito

E non c' è soltanto un atavico complesso di inferiorità delle forze progressiste su questi temi. In queste ore sta accadendo qualcosa nelle rilevazioni dei sismografi dei sondaggi: dopo i due episodi di Macerata il tema migranti-sicurezza è letteralmente schizzato in testa alle preoccupazioni degli italiani. Ecco il motivo per il quale Silvio Berlusconi dopo una dichiarazione a caldo estremamente responsabile e misurata, due sere fa si è buttato nella mischia con un rilancio molto forte, quella richiesta di cacciare seicentomila irregolari dall' Italia.

 

Un' affermazione stentorea, non accompagnata da una illustrazione dettagliata delle misure che potrebbero rendere plausibile una «cacciata» di massa, visto che sinora un piano organico di rimpatri non è stato possibile per l' indisponibilità dei Paesi interessati.

berlusconi e il rais muammar gheddafi

 

A Berlusconi, il leader del Pd ha preferito rispondere con altri argomenti: «I migranti sono una bomba sociale? Ma l' immigrazione dipende da due fattori: coi trattati di Dublino ogni Paese gestisce l' immigrazione da solo, ma quegli accordi che ora Berlusconi contesta li ha firmati lui nel 2003. E se in Italia arrivano i migranti è perché qualcuno ha fatto la guerra in Libia e il presidente del Consiglio era Berlusconi».

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO