EURODELIRI - CHIARIAMO: AL VERTICE DI DOMENICA NON SUCCEDERÀ NIENTE. L’ACCORDO SUL FONDO SALVA-STATI ARRIVERÀ LA SETTIMANA PROSSIMA, PERCHÉ TRA MERKEL E SARKÒ L’ACCORDO ANCORA NON C’È - IL NANOLEONE DELL’ELISEO VUOLE UNA ROBA FLESSIBILE E IN CUI LA BCE POSSA METTERE TANTI SOLDI, ANCHE PRIMA DELLE CRISI. ANGELA VUOLE UNO STRUMENTO INDIPENDENTE E DALLE REGOLE FERREE - ORMAI IL CONTINENTE È IN MANO A FRANCIA E GERMANIA, L’ITALIA È UN FARDELLO SENZA NESSUNA INFLUENZA…

Marco Zatterin per "la Stampa"

Si sdoppia il «vertice decisivo» e più si approssima il momento della delibera finale per la crisi dei debiti sovrani, più il quadro si confonde. L'ultima è che il motore francotedesco dell'Unione tossisce ingolfato, Frau Merkel e Nicolas Sarkozy non si intendono sul ruolo che attende il nuovo fondo salva-Stati (Efsf). Così i due leader hanno deciso di cenare insieme domani a Bruxelles per un tentativo estremo di verifica, senza però astenersi dal convocare un altro conclave di leader «entro mercoledì». E intanto Obama, preoccupato, tiene una videoconferenza con Merkel, Sarkozy e pure il premier britannico Cameron.

Sul da farsi, è difficile trovare qualcuno che esprima dubbi. Dopo l'ennesima telefonata pomeridiana, ieri il neo papà dell'Eliseo e la Bundeskanzlerin hanno diffuso un comunicato congiunto che ha messo fine alla ridda di voci che avevano cominciato ad agitare gli spiriti sin da prima mattina. Si capiscono o no? «Siamo in pieno accordo sulla necessità di dare una risposta globale e ambiziosa alla crisi», hanno scritto, in particolare «con la messa in opera delle modalità di intervento dell'Efsf, con un piano di rafforzamento del capitale delle banche europee, con l'attuazione di un governo dell'economia nell'Eurozona». Gli obiettivi di sempre. Salvo che nulla torna come dovrebbe.

Si comincia coi dubbi seri sulla capacità della Grecia di stare dietro alle sue promesse. A pagina 29 del documento della troika Ue-Fmi-Bce, di cui la Stampa ha ottenuto una copia, il riquadro sulla sostenibilità del debito ellenico contiene solo dei puntini di sospensione. Fonti diplomatiche spiegano che la Commissione è disposta a credere al premier Papandreou e il Fondo monetario no.

Interviene il duetto Merkozy, per il quale «le autorità greche dovranno prendere impegni ambiziosi per raddrizzare la situazione della loro economie nell'ambito di un nuovo programma». Sulla base dell'analisi della troika, Berlino e Parigi si sostituiscono all'Ue e «chiedono che il negoziato si apra subito col settore privato per trovare un accomodamento che permetta di blindare la sostenibilità».

Se la Grecia non ce la fa, non parte però il piano di salvataggio bis da 110 miliardi, che è giustamente condizionato. Se non c'è armonia di intenti sul come tosare le banche che hanno in portafoglio i titoli ellenici, non si può neanche parlare di ricapitalizzazione di banche (80-100 miliardi l'ultima cifra). Se resta fermo il nodo di Atene non avanza la riforma dell'Efsf, punto su cui l'asse fra Angela e Nicolas è traballante, perché la prima lo vuole rigido nelle tecniche d'intervento, il secondo più flessibile e accoppiato alla Bce, capace anche di sostegni preventivi oltre che successivi.

Sono tutti nervosi. Fonti tedesche lamentano gli scarsi progressi e l'eccessiva quantità di documenti in inglese. La cancelliera tedesca ha annullato la consueta dichiarazione presummit in Parlamento. Col presidente francese ha quindi proclamato i supplementari. «La risposta globale e ambiziosa verrà esaminata in modo approfondito nel summit di domenica per essere adottata definitivamente in un secondo incontro entro mercoledì».

Mai visto. Un vertice aggiuntivo che viene convocato a mercati aperti da due Stati senza passare dal Consiglio, nel caso dal presidente Herman van Rompuy. E' il segno che i quindici (se è l'Eurozona), o i venticinque (Ue), stanno a guardare e non se ne dispiacciono. Qualcuno lamenta lo strapotere della coppia Merkozy, ma in realtà nessuno fa molto, mentre i vertici si sommano ai vertici.

Oggi tocca ai ministri dell'euro, domani a Ecofin ed Esteri, domenica ai leader. Il fatto che l'Italia sia un problema in tutto questo sembra quasi svanire. Nella bozza di conclusioni del summit c'è però una parentesi quadra che recita «si accolgono con favore gli impegni presi da Italia e Spagna». Vuol dire che si attendono lumi sul risanamento dalle capitali che possono far saltare il banco. E solo dopo si deciderà se ritenersi soddisfatti.

 

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