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"EUROPA IN MACERIE" – LA SPD ATTACCA SCHAEUBLE, TUTTI CONTRO L'ULTRADESTRA - BOCCIATO PER 3 VOLTE IL VICEPRESIDENTE DELL’AFD NOTO PER LA SUA ISLAMOFOBIA E PER AVER PROPOSTO DI NEGARE LA LIBERTÀ RELIGIOSA AI MUSULMANI - E I SOCIALDEMOCRATICI RISCOPRONO TONI DA OPPOSIZIONE

Schaeuble

Tonia Mastrobuoni per la Repubblica

 

Neanche per il suo primo giorno in Parlamento, Alexander Gauland rinuncia all' ormai leggendaria cravatta verde coi cani gialli. Un accessorio-feticcio che il leader della destra populista Afd sostiene fieramente di aver comprato negli anni Settanta e che indossa, come abbiamo rilevato nella nostra modesta esperienza di cronisti, praticamente tutti i giorni.

 

Ma lo scandalo principale della lunga giornata di ieri, quella dell' insediamento del nuovo Bundestag, il secondo più numeroso della storia, il più maschile dal 1994, il primo con sei gruppi seduti nell' emiciclo, non è l' inquietante cravatta di Gauland. È il suo comportamento, e quello dell' Afd.

 

Quello emerso dalle elezioni del 24 settembre è un emiciclo che si prepara a quattro anni molto diversi dai precedenti, quando la maggioranza schiacciante dei parlamentari della Grande coalizione ha spento ogni discussione. Lo segnala Otto Solms, veterano dei liberali, che inaugura la seduta come membro più anziano, e ricorda che «è il Bundestag a scegliere il governo e non viceversa». Solms è stato scelto con un trucco, una modifica del regolamento decisa l' estate scorsa proprio per scongiurare che ad avviare i lavori del nuovo Parlamento potesse essere l' Afd.

EX COLLEGHI DEL MINISTERO DELLE FINANZE SALUTANO SCHAEUBLE

 

Uno dei candidati sarebbe diventato prevedibilmente il più vecchio, dal punto di vista anagrafico, dunque il Bundestag ha deciso ad agosto che d' ora in poi ad inaugurare il Bundestag sia il più anziano dal punto di vista della carriera parlamentare. Tuttavia Solms non ha mancato di sottolineare che «nessuno debba essere escluso, né stigmatizzato», con chiaro riferimento all' Afd. L' obiettivo dovrà essere, ha concluso, riportare i dibattiti nella società là dove dovrebbero svolgersi: in Parlamento ».

 

Anche Carsten Schneider, della Spd, parla di un Parlamento in cui ci sarà «finalmente» un dibattito. E prevedibilmente sarà vivace, se il giovane parlamentare attacca subito Merkel, dandole la colpa per l' ingresso dell' Afd nel Bundestag. Anche il ministro degli Esteri uscente, il suo compagno di partito, Sigmar Gabriel, segnala da subito che quella dei socialdemocratici non sarà affatto un' opposizione all' acqua di rose.

 

GAULAND

A margine della giornata di fuoco in Parlamento, Gabriel accusa Schäuble di aver trasformato l' Europa «in un cumulo di macerie ». Resta da capire dove fossero i socialdemocratici, in questi quattro anni, visto che proprio il ministero degli Esteri è stato saldamente in mano alla Spd, prima con Frank-Walter Steinmeier, poi con lo stesso Gabriel. Ma tant' è. Schizofrenie ormai consegnate alla storia.

 

Al netto della nomina di Schäuble a presidente del Bundestag, la notizia del giorno è il tentativo dell' Afd di indossare i panni da vittima. La prima provocazione della destra populista è il nome per il vicepresidente (che spetta a ogni gruppo). E per tre volte il Bundestag respinge a schiacciante maggioranza la nomina di Albrecht Glaser, un ex cristiano-democratico noto per la sua islamofobia e per aver proposto di negare la libertà religiosa ai musulmani.

 

Anche dopo le prime due bocciature di un personaggio irricevibile per quel ruolo, quando gli altri cinque vicepresidenti sono passati senza problemi, l' Afd insiste sul suo nome. Vuol essere martire dal primo momento.

Merkel-Gabriel-Schaeuble

 

Quando parla il neopresidente Schäuble, commenta ironicamente che «non ci dobbiamo picchiare», ma sa esattamente che il suo sarà un ruolo difficile: «Discutere non è solo concesso, ma è necessario, per garantire un giusto equilibrio degli interessi in una democrazia», sostiene.

 

L' importante è che avvenga «secondo le regole». Ma con l' Afd seduta nell' emiciclo le sue potrebbero rivelarsi parole al vento.

merkel 2

 

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