nicola zingaretti giuseppe conte luigi di maio giuliano ferrara

RIBALTONE SÌ O NO? – FERRARA: “IL VOTO DEGLI ZINGARETTIANI PER CONTE, SE CI FOSSE, NON AVREBBE NIENTE A CHE VEDERE CON QUELLO DEGLI ULIVISTI PER DINI, E NULLA IMPONE A MATTARELLA DI CONCEDERE IL VOTO A SALVINI” - “NON SI È OBBLIGATI A PENSARE CHE UN GOVERNO FATTO DI PD LEU E CINQUE STELLETTE, SIA UNA GRANDE PROSPETTIVA STRATEGICA, BASTA PENSARE CHE È PIENAMENTE LEGITTIMO, CHE NON È UN RIBALTONE E CHE EVITA IL PEGGIO…

 

 

Giuliano Ferrara per “il Foglio”

giuliano ferrara foto di bacco

 

Parlamenti e papere è un saggio da scrivere. C’è gente, papere, che continua a ripetere la tiritera del ribaltone, con Salvini e Meloni. Io nel 1994 ero consigliori del Cav. nero e non eminente membro del governo Berlusconi I che fu mandato a casa, e ho ricordi precisi. Le cose andarono così. Una legge elettorale maggioritaria per il 70 per cento fece sì che all’indomani del voto ogni organo di informazione titolasse: ha vinto Berlusconi, ha la maggioranza alle Camere.

silvio berlusconi lamberto dini

 

Fatto in quattro e quattr’otto il governo dopo consultazioni finte (che a Scalfaro, allora presidente, non devono essere piaciute per niente). Passarono una decina di mesi o poco più e un Cav. imprudente, che voleva prendersi la Lega di Bossi, fu messo in mezzo da Bossi stesso, in rivolta, e da Buttiglione, che cavallerescamente poi difesi quando lo misero sul rogo laico a Bruxelles, e da D’Alema, che aveva ribaltato Occhetto per ribaltare meglio Berlusconi e mangiò famosi crostacei a Gallipoli con il Butt., quel D’Alema che anni dopo cavallerescamente proposi presidente della Repubblica per vedere se si poteva cambicchiare qualcosa.

UMBERTO BOSSI SILVIO BERLUSCONI

 

Messo in mezzo vuol dire questo: i deputati e senatori della Lega, eletti con una maggioranza di voti forzitalioti nei collegi, mandarono il Cav. e i loro elettori a quel paese per impedire il takeover, e con altri trucchi e manovre parlamentari il voto fu seppellito. Allora l’Ulivo votò compatto per un governo presieduto dal ministro del Tesoro di Berlusca, il Dini. Scalfaro, per ottenere le solite dimissioni di Berlusconi senza scandalo, gli promise entro sei mesi la tenuta delle elezioni.

 

PAPEETE COCKTAIL: LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE NICOLA ZINGARETTI BY GIANBOY

Niente da fare. Tradimento (si fa per dire), e si andò di Dini in Prodi in Amato e alla fine, candidato Rutelli, fu la vendetta (sette anni di ribaltone). All’epoca i compagni terzisti non si sbracciarono per dare il voto al popolo e a Rousseau (sempre furbi). Questo è un ribaltone, per motivi chiari e circostanziati.

 

achille occhetto massimo d'alema

Il voto degli zingarettiani per Conte, se ci fosse, non avrebbe niente a che vedere con quello degli ulivisti per Dini, e nulla impone a Mattarella di concedere il voto subito a chi, Salvini, lo ha chiesto per avere conferiti pieni poteri (una frase che resterà nella farsesca storia di decadimento della Repubblica che amiamo). Infatti Giggino, Conte e gli altri del 32 per cento alle politiche recenti non avevano vinto un turno elettorale maggioritario insieme a Salvini, ma contro (ricordate i cazzotti che si davano, in particolare l’inutile Dibba?).

 

SALVINI DI MAIO ZINGARETTI MATTARELLA giuseppe conte nicola zingaretti 1

Poi si erano messi insieme con lui che era arrivato terzo (17 per cento) in parlamento, via contratto sociale rousseaiano (che bestemmie!), dopo tre mesi di trattativa che non mi permetterei mai di chiamare mercimonio. In parlamento nacque un governo che entrò in crisi a Ferragosto per i minacciosi e pirleschi capricci di Salvini, e in parlamento si può benissimo, senza ribaltoni, metterne insieme un altro.

luigi di maio matteo salvinisalvini conte

 

Non si è obbligati a pensare che un governo alternativo alle provocazioni salviniane, fatto di Pd Leu e Cinque Stellette, sia una grande prospettiva strategica per questo luogo in cui abitiamo, basta pensare che è pienamente legittimo, che non è un ribaltone e che evita il peggio, una delle missioni della politica parlamentare in tutte le democrazie liberali moderne. Punto.

 

jair bolsonaro 1GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP

Ma Donaldo Trump, quello di Giuseppi, lavora per esautorare il Congresso americano, procede per executive orders e cerca la conferma della Corte Suprema che ha rinnovato per benino a suo gusto; e Bolsonaro, di cui Salvini è una groupie, disse a una parlamentare brasiliana impegnata per la legge sullo stupro che era troppo brutta perché lui la stuprasse, e poi ci ha riprovato con una bella e affascinante signora francese che è la sposa di Macron; e Boris Johnson, che è un avventuriero mica male, cerca di obbligare la rassicurante Elisabetta II a tenere chiuse le porte di Westminster finché lui non abbia fatto i propri comodi con la Brexit, un oltraggio costituzionale secondo John Bercow (in Inghilterra questi oltraggi si pagavano con la decapitazione, da noi bastava un forum di discussione con Zagrebelsky).

john bercow 9BORIS JOHNSON DONALD TRUMP

 

Insomma, il panorama antiparlamentare, di cui peraltro fino a ieri, ma cambiando ora posizione, almeno un po’, facevano parte le Stelline, è vasto e pericolosamente incendiato da fuochi anche più estesi di quelli delle foreste pluviali sudamericane. Perché le papere liberaldemocratiche non vogliano riconoscere questo agghiacciante aspetto della realtà politica contemporanea, non lo so. Forse è solo un puntiglio, forse sono intontiti dai social, chissà.

lamberto dinigiuliano ferrara foto di baccoUMBERTO BOSSI E SILVIO BERLUSCONILAMBERTO DINI A PORTA PORTESElamberto diniLAMBERTO DINI

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...