
IL GRAN CUORE DELLA CULONA - MERKEL SFIDA L’EUROPA SUI PROFUGHI: “LA DISUNIONE DEGLI EUROPEI E’ UNA MACCHIA PER LA COMUNITA’” - IL BRACCIO DI FERRO CON HOLLANDE, CHE FRENA SULL’ACCORDO CON LA TURCHIA E SULLE “PORTE APERTE” AI MIGRANTI. OGGI E DOMANI VERTICE A BRUXELLES
Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
Ieri, davanti al Parlamento tedesco, Angela Merkel ha sollevato la questione dell’onere e dell’onore. Rivolta al resto degli europei. Non è abbastanza, per l’onore di un’Unione con 28 Paesi membri e 500 milioni di cittadini, faticare così tanto per trovare una soluzione condivisa alla crisi dei rifugiati — ha detto. La disunione degli europei — ha aggiunto — «è una macchia» per la comunità.
Linguaggio non frequente e d’attacco. Soprattutto, finalizzato a spostare i termini della discussione e ad alzare il tono della conversazione politica all’ennesimo vertice che si apre oggi a Bruxelles sulla questione dei profughi e dell’accordo con la Turchia.
Ieri, Matteo Renzi ha detto qualcosa di non dissimile: «L’Europa va su Marte ma si ferma a Idomeni», il villaggio greco al confine con la Macedonia dove sono bloccati migliaia di profughi. Ogni governo ha i suoi problemi specifici — dice in sostanza la cancelliera — ma la necessità di risolvere la crisi viene prima.
Non basterà, alla leader tedesca, il richiamo ai doveri politici e morali della Ue per superare le opposizioni crescenti all’accordo di principio raggiunto due settimane fa con Ankara per organizzare una distribuzione ordinata dei rifugiati in Europa.
I contrari sono numerosi, da Cipro al governo francese, e i dubbiosi sulla legalità e legittimità della soluzione altrettanti. Le è però sufficiente per fare capire che, nonostante la sconfitta del suo partito in tre elezioni regionali domenica scorsa, nessuno può aspettarsi che lei si metta in una posizione di sola difesa.
MIGRANTI SFONDANO BARRIERA GRECIA MACEDONIA 4 (ANSA)
Anche quello di oggi e domani, dunque, sarà un vertice europeo duro, sotto l’ombrello di divisioni che sembrano insanabili ma con la necessità di trovare un compromesso che non faccia vacillare pericolosamente la Ue.
Al momento, il flusso di rifugiati in arrivo in Germania è molto calato, nell’ordine delle centinaia al giorno, in seguito alla chiusura di fatto della rotta balcanica. Ma Merkel ha chiarito ieri al Bundestag che questa non è una soluzione stabile, che il problema non sono nemmeno solo gli arrivi in Germania e che la situazione è drammatica in Grecia.
Che l’Europa deve dare una risposta complessiva e articolata (in Italia, tra l’altro, ieri si è saputo che verrà presto portata al Consiglio dei ministri una norma per consentire il prelievo, anche forzoso, delle impronte dei migranti: e chi non si sottomette verrà spedito nei Cie in attesa di espulsione).
Il fatto è che, dal punto di vista politico, la situazione si è molto complicata negli ultimi tempi. Soprattutto, la relazione tra Berlino e Parigi è entrata in una crisi probabilmente senza precedenti proprio sulla vicenda dei profughi.
A François Hollande non è piaciuto l’unilateralismo con il quale Frau Merkel ha aperto le frontiere dell’Europa lo scorso settembre. Berlino non lo dice apertamente ma è indignata dal basso numero di rifugiati — 30 mila — che la Francia è disposta ad accogliere e dal fatto che Parigi ponga ostacoli alla «soluzione turca» della crisi.
Le opposizioni dei Paesi dell’Est sono, dal punto di vista del governo tedesco, un ostacolo ma non decisivo. È la relazione tra Germania e Francia, motore storico della Ue, a essere sotto stress e a preoccupare seriamente la signora Merkel.
Ciò nonostante, la cancelliera non ha intenzione di fare passi indietro significativi sulla questione dei rifugiati: ritiene che in quel caso sì la Germania tradirebbe se stessa e che l’Europa si avvierebbe verso una terra di nessuno. Senza onore.