GRILLOLOGY: GRILLINI CON BADANTE PER LE INTERVISTE - MESSORA SCONFESSA BIONDO, “DIFFICILE TROVARE UNA SINTESI”

Andrea Malaguti per "La Stampa"

Palazzo Madama, ufficio di Claudio Messora, responsabile della comunicazione al Senato del Movimento 5 Stelle, l'uomo più vicino a Gianroberto Casaleggio in Parlamento. Si parla della mail inviata da Nicola Biondo, suo omologo alla Camera, ai deputati grillini.

Consigli (regole? ammonimenti?) sulle interviste, da rilasciare solo in presenza dell'addetto stampa. Suggerimenti contro i giornalisti in malafede, ronde in transatlantico per ridurre al minimo i contatti fuori controllo. Un testo nordcoreano.

Certo che le cose più utili sono le più ovvie, quando vengono da un'altra persona e vengono dette col tono giusto, Messora decide di commentarlo. «Io e Biondo abbiamo storie, percorsi e modi diversi. Qui al Senato non esiste nessuna fase due dell'informazione, la nostra gestione dei rapporti con i media è differente».

Ovvero?
«I senatori sono stati eletti dal popolo e hanno il diritto di parlare dove vogliono, quando vogliono e con chi vogliono. Con Biondo ci sentiamo, ma spesso è difficile trovare una sintesi».

Quando si parla di comunicazione 5 Stelle il primo nome che viene in mente è il suo.
«Purtroppo questo è un problema. E' difficile spiegare all'esterno che esistono due gruppi autonomi».

Perché alla Camera la situazione è più tesa?
«Alla Camera ci sono 109 deputati. Noi qui siamo in 53. A Montecitorio sono più giovani e tradizionalmente la Camera è il luogo in cui si esprime con più forza la pancia del Paese. La pressione è molto forte».

E' normale, anche se in una comunicazione interna, usare toni così duri?
«Uno non può dimenticarsi che oggi siamo dentro l'istituzione. La vogliamo cambiare, ma ne rispettiamo le regole. Se avessimo voluto fare la rivoluzione col forcone saremmo rimasti fuori dal Palazzo».

In sostanza, lei avrebbe scritto la mail inviata da Biondo?
«No. Per altro era prevedibile che il testo sarebbe uscito».

E' grave?
«Assolutamente no. Io sono sempre stato un teorico del politico che gira con una telecamerina in testa. Fa vedere ogni cosa. Pubblica ogni singolo atto. Vive in diretta».

Dunque?
«Dunque i parlamentari del M5S sono alla loro prima esperienza. E i media con noi non sono mai stati morbidi, questo è giusto sottolinearlo».

Perché è impossibile parlare con Casaleggio se la trasparenza è così importante?
«Casaleggio è un uomo riservato, un manager rigoroso, lucido, poco interessato alla comunicazione su se stesso e molto alla comunicazione del progetto. E' un visionario. Per lui il metodo è decisivo e vuole che sia declinato con purezza».

Il metodo conta più dei contenuti?
«In qualche modo sì. Faccio l'esempio del caso Grasso-Schifani. Avendo la maggioranza votato per l'astensione, i senatori si sarebbero dovuti attenere a quella indicazione e basta».

Avrebbe preferito Schifani presidente del Senato?
«Personalmente no. Ma non importa. Dopo anni di bunga bunga e di avvisi di garanzia l'unica possibilità di un cambiamento è rimanere fedeli all'idea del coinvolgimento dei cittadini. Siamo un grande esperimento mondiale di democrazia partecipata».

Per Grillo e Casaleggio la regola del metodo non vale?
«In che senso?».

Che si occupino di contenuti è piuttosto chiaro.
«E' ovvio che loro abbiano un ruolo diverso. Casaleggio è lo stratega di questa avventura, l'ha immaginata, e senza di lui il M5S non ci sarebbe. Grillo è l'uomo che parla all'Italia».

Il cervello e la voce.
«La sintonia tra i due è davvero fortissima».

Il rapporto con i parlamentari si è complicato?
«Diciamo che per Grillo e Casaleggio i parlamentari sono portavoce dei cittadini e che dovrebbero occuparsi dei punti del programma condiviso, non della diaria o della legge sulle unioni omosessuali. Legge per altro più che condivisibile, ma che non appare nel programma e dunque non è una priorità».

In Parlamento conta di più la comunicazione o gli eletti?
«Gli eletti. Il nostro è un ruolo di supporto. Li ascoltiamo, cerchiamo di aiutarli, ci mettiamo a disposizione. Ma se dicessimo loro che cosa fare giustamente ci mangerebbero vivi. Anche per questo io quella mail non l'avrei scritta».

L'INFORMAZIONE
«Siamo tutti nuovi e i media con noi non sono teneri» Alla Camera sono più giovani e lì si esprime con più forza la pancia del Paese Accettiamo le regole Se avessimo voluto fare la rivoluzione saremmo rimasti fuori dal Palazzo Casaleggio è lo stratega di questa avventura mentre Beppe è l'uomo che parla all'Italia

VERSO GLI ELETTI
«Il nostro è un ruolo di supporto, ci mettiamo a disposizione, li aiutiamo»

 

GIANLUCA BALDASSARRI jpegCLAUDIO MESSORAgianroberto casaleggio GIANROBERTO CASALEGGIO E BEPPE GRILLO FOTO LAPRESSE grasso a piazzapulitaRenato Schifani

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...