SE QUESTO È UN PARTITO – TRA RENZIANI ED EX DIESSINI SCOPPIA LA GUERRA DEL MATTONE – ASSEDIO ALLE 57 FONDAZIONI EX DS (PIENE DI IMMOBILI), MA INTANTO SPOSETTI RISPONDE PICCHE

1.“Nel Pd il patrimonio è un caso. Assedio alle 57 fondazioni ex Ds”

Alessandro Trocino per “Il Corriere della Sera”

 

matteo orfinimatteo orfini

Il due di picche di Ugo Sposetti, condito dalla sua abituale ironia, se lo aspettavano. Nessuno credeva al beau geste , invocato da Matteo Orfini. Ma il braccio di ferro tra il tesoriere dei Ds e i dirigenti del Pd è solo all’inizio. Oggetto del contendere, il convitato di pietra (anzi, di mattoni) che siede al tavolo del partito fondato da Walter Veltroni: il patrimonio immobiliare dei Ds, che nel 2007 fu conferito a una miriade di 57 fondazioni sul territorio. E lì giace.

 

francesco bonifazifrancesco bonifazi

Un ordigno inesploso, che se non si troverà un accordo potrebbe deflagrare in un partito sull’orlo di una crisi di nervi. Anche perché il Pd ha sete di risorse. Lo stop al finanziamento e il crollo dei tesserati lo ha messo in ginocchio, nonostante i successi elettorali. E il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi ha fretta di recuperare questo patrimonio. Ma non ha nessuna intenzione di andare allo scontro e dimostra un incrollabile ottimismo: «La risposta di Sposetti è anche troppo scontata. Io so quanto è affezionato al passato Ugo, ma sono sicuro che lo è anche al futuro. E ci darà una mano». 


La diplomazia di Bonifazi si scontra con la tenacia di Sposetti, che pare tetragono a ogni lusinga e a ogni invocazione: «Pensino ai lavoratori, innanzitutto. E non si occupino di cose che non sanno. Mi occupo dei neutroni io? Lascino perdere, che non sanno la differenza tra codice civile e codice della strada. Questi hanno cancellato tutto. Se non ci fosse stato Sposetti a registrare, per anni, il marchio della Festa dell’Unità e il dominio Internet, ora non avremmo neanche più quello. Ha visto quanti iscritti ci sono? Hanno abbassato a 20 euro la quota del tesseramento: una vergogna. Io sono iscritto, ma verso molti più soldi». 

MASSIMO D'Alema a OtricoliMASSIMO D'Alema a Otricoli


Ieri Repubblica ha raccontato la «fuga degli iscritti», per un partito «senza più base»: «Solo 100 mila tessere in un anno, persi 400 mila iscritti». Numeri ridimensionati dal vicesegretario Lorenzo Guerini: «Il tesseramento è iniziato solo il 25 aprile, l’obiettivo sono 300 mila tessere». Ma la crisi c’è, il Pd è cambiato. Pier Luigi Bersani è critico: «Un partito fatto solo di elettori e non più di iscritti, non è più un partito». E D’Alema aggiunge: «Con l’avvento di Renzi, il partito viene visto come un peso e la democrazia non ne esce rafforzata». 


Il tema si incrocia con le risorse. E qui si torna al patrimonio Ds. Orfini insiste: «Quando nacque il Pd, si volevano tagliare le radici, ma ora siamo in una fase diversa. C’è una riappacificazione con il nostro immaginario, vedi ritorno delle Feste dell’Unità. Siamo anche entrati nel Pse. Non c’è ragione perché il patrimonio dei Ds resti lì». Tra i motivi per cui si scelsero le fondazioni, nel 2007, c’era il retropensiero di un eventuale fallimento del Pd. Per questo si «privatizzò» il patrimonio: un tesoretto da tenere in sicurezza, anche dalle banche, visti i debiti. Tesoretto che può venire utile, in caso di scissione?

antonio misianiantonio misiani

 
Il meccanismo delle fondazioni è paradossale. Non tutti i Ds sono entrati nel Pd: alcune sono gestite da dirigenti vicini a Sel e Rifondazione. Nelle fondazioni, inoltre, vale il metodo della cooptazione: i presidenti possono cedere il posto e nominare chi vogliono. Con il risultato di cambi al vertice con dirigenti che non hanno nessun legame né con il Pd né con la sinistra (in Toscana una sede è entrata nell’orbita 5 Stelle). Progressivamente, la galassia rischia di allontanarsi dal sistema solare del Pd. 

renzi in bici con maglietta radio deejayrenzi in bici con maglietta radio deejay


E i debiti (pare si aggirino intorno a 150 milioni di euro)? Orfini apre: «Il Pd potrebbe farsene carico». Bonifazi è molto più cauto, se non contrario. Non è escluso che si provi a fare una compensazione tra patrimonio sul territorio (c’è chi parla di un miliardo) e debiti romani. L’ex tesoriere Antonio Misiani è scettico: «È una vicenda che non si può affrontare con superficialità. La prima cosa da fare è che si siedano a un tavolo. Ma vedo difficile compensare il macigno dei debiti con il patrimonio». 


 

2. “Non resta più niente, i militanti se ne vanno”

Giovanna Casadio per “la Repubblica”

 

«Il PdR, il Pd di Renzi? Il partito personale non crea iscritti». Ugo Sposetti, il compagno tesoriere dei Ds, senatore dem, fa un’analisi spietata.

Sposetti, pochi iscritti dem, di chi è la colpa?

Ugo Sposetti Ugo Sposetti

«Lo chieda agli attuali dirigenti. A me fa pure male saperlo, mi dà sofferenza. Ma la responsabilità è evidentemente di chi dirige. E comunque il Pd non è più un partito».

 

Lei è della “vecchia guardia”.

«Vecchia guardia saranno loro! È un modo spregiativo usare toni come questo, ovvio che scompaiono i militanti. Un partito è un’altra cosa. Un partito senza iscritti, senza risorse, senza rispetto della vita democratica interna, cos’è?».

 

Cos’è?

«Non lo so, ma di certo non è più un partito».

 

Servono ancora i partiti?

«I partiti sono stati scuola, comunità, famiglia. Poi nella Prima Repubblica è successo quel che è successo, ma dovrebbe esserci il senso di comunità».

 

Quindi cosa resta?

Ugo Sposetti Ugo Sposetti

«Non resta più niente se, ad esempio, uno esprime dissenso come hanno fatto alcuni dirigenti nell’ultima Direzione del Pd sull’articolo 18, e chi dovrebbe tenere insieme tutti, fa attacchi abbastanza volgari. Ecco quindi che un partito non diventa più una comunità: è un’altra cosa. È come se in una famiglia uno non potesse esprimere più un pensiero che ... pah, gli arriva uno schiaffone».

 

La minoranza, di cui lei fa parte, nell’ultima direzione è stata asfaltata?

«Asfaltata?! Ma chi ha fatto marcia indietro sull’articolo 18 è il presidente del Consiglio. Tutti al Senato aspettiamo l’emendamento al governo che corregge il governo, cioè quell’emendamento che recepisce le modifiche della Direzione. Siamo in trepidante attesa».

 

Lei vuole bene al Pd?

UGO SPOSETTI E PIERO FASSINA jpegUGO SPOSETTI E PIERO FASSINA jpeg

«Guardi, hanno cambiato il nome alle feste dell’Unità sette anni fa, e io dissi: “È un errore. vi pare che si cambia il marchio alla Nutella?”. Non fui ascoltato. Ora il brand Festa dell’Unità è stato riscoperto. Allora si è posto il problema del logo. Ma se non ci fosse stato un idiota che risponde al nome di Ugo Sposetti, che ha registrato e pagato per sette anni il dominio Festa dell’Unità, non si sarebbe potuto usare. Il Pd sta in 1.800 circoli di proprietà del famigerato Pci-Pds-Ds, e non paga né Tarsu né Imu né condominio. Sono sedi che vengono dal lavoro e dalla fatica di centinaia di militanti comunisti. Non mi sembra che a dirigere il Pd oggi ci siano grandi manager che possano gestire questo patrimonio. Quindi le cose restano come sono».

 

 

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO