1. I CINQUESTELLE HANNO ORMAI DUE LINEE: SCISSIONE IN VISTA? PISOLINO CRIMI GUIDA L’ALA GOVERNISTA DEI GRILLINI. ALTRO CHE GAFFE, LE USCITE DI CRIMI MARCATO A UOMO DA GRILLO MOSTRANO CHE IL M5S È GIÀ DIVISO: IL LEADER (CON CASALEGGIO) È PRONTO PER NUOVE ELEZIONI MA I SUOI SENATORI NON VOGLIONO MOLLARE LE POLTRONE 2. LA STRANA ”ATTENZIONE” DELL’AMBASCIATA AMERICANA PER IL GRILLISMO: DAGLI INCONTRI DI GRILLO CON SPOGLI A QUELLO DI IERI DI 45 MINUTI DI THORNE CON CRIMI-LOMBARDI

1. GRILLO MARCA STRETTISSIMO CRIMI: I CINQUESTELLE HANNO ORMAI DUE LINEE
Francesco Maesano per "Europaquotidiano.it"


Crimi dichiara, Grillo lo smentisce. Il leader marca stretto il suo uomo al senato. Come sul governo pseudo-tecnico questa volta sul governo Bersani, il gioco è chiaro: il capogruppo parla di governi, il leader di morti che camminano.

«Forse - ha scritto oggi Crimi sul suo blog - poteva essere intrapresa una strada mai percorsa prima, e cioè di affidare il governo a Bersani che con i suoi ministri poteva presentarsi al Parlamento e, qualora non avesse ricevuto la fiducia, poteva continuare, alla stregua dell'attuale governo Monti, senza la fiducia ma solo per gli affari ordinari. Almeno sarebbe stato rappresentativo di una maggioranza relativa e non di una strettissima minoranza come il governo Monti in regime di prorogatio».

«Bersani non è meglio di Monti» lo ha contrastato a strettissimo giro Grillo. «È semplicemente uguale a Monti, di cui ha sostenuto la politica da motofalciatrice dell'economia».

Il tentativo di Crimi, non si capisce quanto isolato a livello parlamentare, è quello di sviluppare un'agenda parallela al muro contro muro propugnato dallo staff centrale. Un "doppio registro" in salsa cinquestelle per coinvolgere il movimento in un tentativo di governo o, in ogni caso, spingerlo a partecipare alle dinamiche della XVII legislatura. Un tentativo eretico.

Il capo l'aveva chiarito pochi minuti dopo l'uscita dei capigruppo cinquestelle dallo studio di Napolitano per l'ultimo giro di consultazioni: nessuna fretta, il movimento può entrare a palazzo Chigi ora o sarà per la prossima tornata, è indifferente. Crimi invece ci ha provato fino all'ultimo a far balenare un'opzione che tenesse insieme le due linee, anche con il presidente della Repubblica, come racconta lui stesso in un resoconto delle consultazioni pubblicato ieri sera.

«Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbiamo ribadito la serietà delle istanze del Movimento 5 Stelle, e la nostra intenzione di proporre una rosa di nomi altrettanto autorevole ed importante, tale da renderne scontata l'approvazione in sede parlamentare tramite voto di fiducia. Si sarebbe trattato di personalità di alto profilo professionale, nonché di marcata e riconosciuta distanza dal mondo politico e da incarichi istituzionali che potessero suggerirne una contiguità. La risposta è stata il silenzio.

Personalmente ho osato ancora di più, chiedendo al Presidente di allontanarsi dall'orizzonte politico, di cercare altrove, fuori della realtà dei partiti, ovvero laddove oggi chiedono si rivolga il suo sguardo quanti nelle elezioni appena trascorse, tra voti al M5S e astenuti, hanno voluto comunicare la loro insofferenza nei confronti della classe politica. La soluzione migliore era pertanto un governo fuori dalla politica».

La chiave è tutta nella prima parola: personalmente. Crimi questa legislatura la vuole tenere in piedi. Il punto di Grillo invece è semplice: o c'è la maggioranza assoluta o niente, di accordi non se ne parla. E dato che in questa legislatura i Cinquestelle la maggioranza non ce l'hanno, allora che muoia. Crimi non la pensa così. Fino a che punto le due linee di gioco dei Cinquestelle saranno compatibili?

2. INCONTRO M5S-AMBASCIATORE USA: SUL TAVOLO AMBIENTE, WEB, ENERGIA E SANITÀ
Il Fattoquotidiano.it

Un incontro annunciato su Facebook da Roberta Lombardi. "Insieme a Vito Crimi e una stretta delegazione del Movimento 5 Stelle [...] andremo a conoscere l'ambasciatore Thorne", aveva scritto sulla sua bacheca la capogruppo a Montecitorio. E il riassunto del meeting è stato affidato a un comunicato sempre via web, ma stavolta sul sito dell'ambasciata americana. "La riunione è stata un'occasione per approfondire la conoscenza del Movimento e la sua posizione sull'attualità italiana", si legge.

"Un incontro - specifica l'ambasciata - teso a rafforzare la cooperazione con l'Italia". E da discutere, secondo il rappresentante 5 stelle Massimo Baroni, c'era tanto. Ambiente, web, energia e sanità sono stati alcuni degli argomenti trattati. "Un incontro 1.0″, l'ha definito Baroni, "un colloquio iniziale durato 45 minuti", dove tra l'altro hanno chiesto ai rappresentanti del Movimento di "descriversi" e che ha portato alla conclusione che i 5 Stelle sono "la novità politica del momento".

Nessun riferimento al Muos, il sistema radar della Marina Americana che doveva essere costruito a Niscemi, e contro cui il Movimento 5 stelle aveva opposto una ferrea resistenza.

Non ci sono stati commenti specifici sulla politica italiana, se non che la situazione "è di stallo" e Crimi ha ribadito alcuni punti del programma del Movimento, tra cui il reddito di cittadinanza e la legge elettorale, con il ritorno alle preferenze. L'ambasciatore David Thorne aveva definito il M5S un modello per le "riforme" e il "cambiamento"

3. L'M5S SI SPACCA E CHIUDE AL DIALOGO
Annalisa Cuzzocrea per "La Repubblica"

Non bastano i post di Beppe Grillo, che arrivano a metà giornata per correggere la linea. Né quelli del "comunicatore" Claudio Messora, che ieri ne ha scritto uno bello lungo sintetizzato nella frase "No commissioni, no party": il Movimento deve battersi affinché il Parlamento lavori, davanti a Bersani e al presidente della Repubblica non poteva fare più di quel che ha fatto, quello di Napolitano è un «golpe morbido » e i saggi non servono a nulla. Questa, la versione ufficiale comunicata dal blogger (qualcuno tra i deputati ricomincia a chiedersi: «A che titolo?»). Diversa, la realtà che vivono ogni giorno i parlamentari-cittadini a 5 stelle.

Si sono riuniti ieri alle sei del pomeriggio. Deputati e senatori, nella sala dei gruppi a Montecitorio. Riunione a porte chiuse, ça va sans dire, come tutte quelle importanti. Al mattino, i "dialoganti" si erano dati appuntamento: «Stasera bisogna che tiriamo fuori tutti i nostri dubbi. Non si può continuare con il muro contro muro, non possiamo stare qui rifiutando qualsiasi confronto».

Così, per la prima volta, sono stati in molti ad alzare la mano e dire: «Così non va. Dobbiamo fare subito i nomi di un governo a 5 stelle. Dobbiamo portarli a Bersani e al presidente della Repubblica. Farli conoscere ai nostri elettori, che altrimenti si chiederanno cosa ci facciamo qui».

La riunione è stata tesa. Il fronte del no - che comprende i capigruppo Vito Crimi e Roberta Lombardi e personalità di spicco come Roberto Fico - è forte e compatto. Così si arriva al voto: i sì ai nomi sono 30. I no 80. Una decina gli astenuti.

Si può contare sugli assenti, per allargare la fronda. Si può sperare che chi non ha voluto metterci la faccia finora finirà per farlo davanti alla prospettiva delle urne. Fatto sta che dalla riunione chi era per il dialogo esce deluso. Mara Mucci, giovane deputata bolognese, lascia la sala in lacrime. Il senatore Lorenzo Battista dice sconsolato: «Siamo divisi tra chi segue lo schema di distruggerli, e chi vuole fare qualcosa per il Paese, essere parte attiva di un cambiamento. Secondo me questa è una grande occasione, e chi vuole distruggere tutto non va da nessuna parte perché non penso che il Pd compia il suicidio politico di mettersi con il Pdl. Se la strategia è quella di andare al voto, non penso sia una grande strategia».

Come lui, ci mettono la faccia la riminese Giulia Sarti, il deputato eletto all'estero Alessio Tacconi. Qualcuno riferisce anche di uno strano incontro: «Civati, del Pd, ha detto che loro sono con le spalle al muro. Che sono pronti a sostenere qualcuno proposto da noi». Un brusio curioso si diffonde nell'auletta: «Sarà vero?».

Gli ortodossi stroncano: «È un'esca alla quale non abbocchiamo» dice Roberto Fico. Vito Crimi è più silenzioso: Grillo lo ha smentito ancora. Aveva scritto che un governo Bersani, seppur senza la fiducia del Senato, sarebbe stato più accettabile di Monti. Il capo politico corregge: «Bersani è uguale a Monti, di cui ha sostenuto la politica da motofalciatrice dell'economia». Finisce qui, per ora. Anche se una nuova spaccatura potrebbe verificarsi al momento di votare il presidente della Repubblica.

Lo sceglierà il web, voteranno in 300mila - così stimano alla Casaleggio - ma davanti a un testa a testa, poniamo Zagrebelsky-Rodotà, potrebbero riproporsi i casi di coscienza che al Senato hanno premiato Piero Grasso. «Io rispetto il mandato che mi daranno i cittadini - dice Massimo Artini all'Huffington Post- ma nel caso del testa a testa, davanti a una persona specchiata, rimanere cocciuti sul nostro nome...forse potremmo chiedere un altro voto on line». Le faglie sono tutte aperte. Il terremoto dipende dallo scenario: se la prospettiva è il ritorno alle urne, la vittoria dei falchi di oggi non basterà a scongiurarlo.

 

 

IL CUSTODE TRAVESTITO DA BEPPE GRILLO ESCE DALLA VILLA DI MARINA DI BIBBONA FOTO DA OGGI IL CUSTODE TRAVESTITO DA BEPPE GRILLO ESCE DALLA VILLA DI MARINA DI BIBBONA FOTO DA OGGI IL CUSTODE TRAVESTITO DA BEPPE GRILLO ESCE DALLA VILLA DI MARINA DI BIBBONA FOTO DA OGGI IL CUSTODE TRAVESTITO DA BEPPE GRILLO ESCE DALLA VILLA DI MARINA DI BIBBONA FOTO DA OGGI IL CUSTODE TRAVESTITO DA BEPPE GRILLO ESCE DALLA VILLA DI MARINA DI BIBBONA FOTO DA OGGI BEPPE GRILLO IN SPIAGGIA A MARINA DI BIBBONA BEPPE GRILLO IN PISCINA A CECINA FOTO DA OGGI BEPPE GRILLO IN PISCINA FOTO DA OGGI BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA FOTO DA OGGI

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