bonafede salvini di maio

CON LO SLITTAMENTO DELLA PRESCRIZIONE, I GRILLINI SENTONO ODORE DI FREGATURA - IL CAVALLO DI BATTAGLIA DEL M5S PARTIRÀ NEL 2020 MA E' UN IMPEGNO CHE PUO' EVAPORARE GIA' DOPO LE EUROPEE, SE LA LEGA FARA' SALTARE IL GOVERNO - A DISINNESCARE (PER ORA) LA BOMBA TRA SALVINI E DI MAIO E' STATA LA MINISTRA GIULIA BONGIORNO...

Monica Guerzoni per Il “Corriere della Sera”

 

matteo salvini luigi di maio

È una bandiera a mezz' asta quella che Di Maio può finalmente alzare, per provare a oscurare i vessilli conquistati da Salvini. L' accordo sullo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio c' è, ma il compromesso ha un retrogusto antico e il cavallo di battaglia del M5S sarà ai blocchi di partenza solo nel gennaio del 2020. Uno slittamento imposto dal Carroccio, che scatena delusione e rabbia tra i pentastellati.

 

Nel vertice di Palazzo Chigi si è deciso di legare politicamente la prescrizione a una riforma complessiva. Ma che succede se la rivoluzione della giustizia slitta alle calende greche? Succede che salta anche lo stop alla prescrizione, come sperano in tanti nella Lega? È questo l' interrogativo che per tutto il giorno rimbalza nei capannelli dei deputati.

 

RIXI SALVINI

Mentre Di Maio esulta con l' hashtag #bastaimpuniti, il M5S ribolle sui social. «C' è l' accordo ma andrà in vigore tra un anno», ritwitta polemica Elena Fattori. La senatrice dissidente rilancia il sospetto («a chi devono scadere i termini?») che la Lega prenda tempo per salvare i suoi sotto inchiesta, come Edoardo Rixi e Riccardo Molinari. Insinuazione pentastellata che ha irritato non poco Salvini.

 

La stretta di mano sotto gli occhi dell' arbitro Giuseppe Conte ha portato una tregua, ma non ha spazzato via le ombre. A Montecitorio le opposizioni scherzano sull' accordo come «un assegno postdatato», che forse nessuno pagherà mai. Si fa la conta di vincitori e vinti. E quando Rai2 lo domanda a Di Maio, il leader del M5S distilla una goccia gelata: «Se Salvini è contento? Credo di sì... chiedetelo a lui».

 

CONTE DI MAIO SALVINI

Tra i dirigenti stellati c' è chi festeggia, chi lavora a un «pacchetto» di norme che comprenda la modifica della legge Severino e il conflitto di interessi nel cassetto del ministro Riccardo Fraccaro e chi fiuta un' altra «fregatura».

 

Prova ne sia la delusione gridata da un «faro» del Movimento come l' ex presidente dell' Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo, preoccupato perché gli effetti della prescrizione si vedranno tra molti anni, «quando sarò morto».

 

A trovare la quadra per «disinnescare la bomba atomica» e scongiurare una rottura irreparabile tra Salvini e Di Maio è stata la ministra leghista Giulia Bongiorno: slittamento di 14 mesi della prescrizione e legge delega al governo per la riforma del processo penale, a cui dovrà dedicarsi il Guardasigilli Alfonso Bonafede.

ALFONSO BONAFEDE MATTEO SALVINI

 

Ma qui sta il «busillis», per dirla con il dem Stefano Ceccanti. Per la Lega la prescrizione entra in vigore «dopo la riforma del processo penale», spiega il sottosegretario Jacopo Morrone. Per il M5S invece entra in vigore comunque, il 31 gennaio 2020. E lo scontro in atto rivela che non è questione di date, ma di opposte visioni. «Quello che Di Maio e Bonafede volevano non c' è - osserva Luca Paolini, il deputato e avvocato leghista che gira "con la bibbia di Davigo" in borsa - È meno di un pannicello caldo».

 

I leghisti lo dicono sottovoce. Se dopo le Europee il governo dovesse saltare, sarà facile gioco per Salvini trovare i voti nel centrodestra per cancellare lo stop alla prescrizione. Lo stellato Andrea Colletti, deputato e avvocato, non si premura di scandirlo nella lingua di Oxford: «È una cagata pazzesca farla entrare in vigore dopo, visto che gli effetti li vedremo nel 2024».

 

CARTA IGIENICA SALVINI DI MAIO

I ribelli sono furibondi e la Fattori lancia sul governo un' altra mina: «Congeliamo il decreto sicurezza, scritto malissimo, e lavoriamo insieme a una riforma complessiva». Ma anche il senatore Nicola Morra ironizza sui «raffinati cultori della materia» che dovranno riformare il processo penale. Salvini adesso fa paura. I 5Stelle vedono i loro consensi erodersi e il malumore è un' onda destinata a gonfiarsi.

SALVINI DI MAIO

 

Per esorcizzare il carissimo nemico, Gianluigi Paragone si affida a una metafora calcistica: «Ronaldo ha segnato un gran gol, ma la sfida tra Juve e Manchester-United è finita 2 a 1 per gli altri».

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA