I PIRATI C’ERANO (QUALCUNO FA L’INDIANO) - LO TESTIMONIA UNA NAVE GRECA: NELL’OCEANO INDIANO C’ERANO NAVI CORSARE IN AZIONE POCO PRIMA CHE I MARINAI DEL BATTAGLIONE S.MARCO SPARASSERO IN ACQUA. SECONDO LORO PER AVVERTIMENTO, SECONDO GLI INDIANI PER UCCIDERE - C’È PUZZA DI SÒLA: LA NAVE ITALIANA FU FATTA ENTRARE IN PORTO CON UN TRANELLO, E SUI CORPI DEI PESCATORI NESSUNA AUTOPSIA - TERZI MANDA IL SOTTOSEGRETARIO DE MISTURA…

1- PESCATORI INDIANI: DE MISTURA PARTE OGGI PER INDIA - MINISTRO TERZI INVIA SOTTOSEGRETARIO PER CASO MARO'
(ANSA) - Il Sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura partirà oggi per l'India in relazione al caso della nave italiana Enrica Lexie. Lo ha deciso il Ministro degli Esteri Giulio Terzi secondo quanto riferito dalla Farnesina in una nota.

Al sottosegretario De Mistura, informa la Farnesina in una nota, il ministro ha dato istruzioni di continuare, a livello politico, l'azione sin qui condotta dalla delegazione degli esperti italiani dei ministeri di Esteri, Difesa e Giustizia, con contatti ai più alti livelli sia con le Autorità statali a Kochi, sia con quelle federali a New Delhi, dove il Ministro Terzi si recherà personalmente martedì prossimo.


2- INDIA I MARÃ’ NON FURONO I SOLI A SPARARE. VICINO AGLI ITALIANI ATTACCATA UNA NAVE GRECA

Paolo G. Brera e Vincenzo Nigro per "la Repubblica"

Non c´era solo la Enrica Lexie dell´armatore Fratelli D´Amato a vedersela coi pirati, mercoledì scorso tra le onde dell´Oceano indiano davanti alle coste del Kerala. Poche ore più tardi rispetto a quando i marò giurano di avere respinto un assalto alla Enrica Lexie, un petroliera simile a quella italiana è stata attaccata ed è riuscita a cavarsela mettendo in fuga gli aggressori: era «due miglia e mezzo a Sud dell´ormeggio di Kochi», dove la nave italiana è poi stata indotta a rientrare con un mezzo inganno.

La testimonianza della nave greca, la "Olympic Flair", è ufficiale: la registra l´Icc-Css, il Dipartimento crimini commerciali della Camera di commercio internazionale specializzato nel tracciare tutti gli attacchi di pirateria denunciati nel mondo. La tesi indiana secondo cui quell´area non è affatto infestata dai pirati, più volte ribadita per appesantire l´accusa verso i soldati italiani, semplicemente non regge. Non è una postilla di poco conto: vuol dire che i pirati quel giorno erano lì e hanno attaccato navi mercantili.

Dal primo giorno, i marinai del Battaglione San Marco e il comandante della nave assicurano che dalla Enrica Lexie sono partiti in tutto venti colpi, diretti in mare per avvertimento. Le autorità indiane hanno un elemento indiscutibile e tragico da cui partire: i corpi di Valentine Jalastine e di Ajeesh Pinku, i due poveri pescatori crivellati da quattro colpi. Ma la tesi del governo italiano, del nucleo anti pirateria del Battaglione San Marco che proteggeva la nave, e dell´equipaggio del mercantile è una soltanto: Valentine e Ajeesh sono stati uccisi da qualcun altro.

Il traffico merci davanti al porto di Kochi, nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso, a quanto pare era vivace. Lo testimonia il modo stesso in cui in cui la nave italiana è stata «convinta» a rientrare in acque territoriali indiane e a ficcarsi davvero nei guai, entrando in un difficile conflitto di competenze su chi debba giudicare i crimini di cui sono accusati i due giovani militari pugliesi.

Lo racconta il sistema di tracciamento elettronico "Ais": alle 18.20 ora locale, ricevuto l´allarme dei pescatori rientrati precipitosamente in porto con i corpi dei due colleghi uccisi, la guardia costiera indiana rileva nell´area la presenza di 4 imbarcazioni in movimento compatibili con il racconto dei superstiti. Oltre alla Enrica Lexie ci sono la petroliera gemella "Kamome Victoria", la nave cisterna italiana "Giovanni" e la "Ocean Breeze".

Se i pescatori indiani avessero segnato il nome della nave che ha crivellato il loro peschereccio, il gioco per la guardia costiera sarebbe fatto. Invece gli indiani sono costretti a tendere un tranello. Li chiamano uno per uno alla radio, e li tranquillizzano: «Abbiamo trovato un peschereccio con armi a bordo, avete per caso subito un attacco?». Rispondono tutti di non saperne nulla, tranne la Enrica Lexie che conferma; e non ha alcuna difficoltà ad assecondare la guardia costiera quando le autorità indiane chiedono loro «per favore» di rientrare in porto per sporgere denuncia, aiutandoli a riconoscere il peschereccio e i pirati.

Invece tutto va per la strada sbagliata, e tra India e Italia esplode un caso diplomatico delicatissimo e senza precedenti. Ai due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ieri l´alto magistrato giurisdizionale di Kollam, K. P. Joy, ha confermato tre giorni di fermo da trascorrere nella foresteria della polizia a Kochi perché possa proseguire le indagini, e in tutto due settimane di fermo giudiziario in cui rimanere a disposizione, riservandosi di decidere il loro destino tra qualche giorno. Rischiano la pena di morte.

«È una situazione molto ingarbugliata. Di fatto il caso diplomatico è già nato», sancisce il presidente della Repubblica Napolitano. E il ministro degli Esteri, Giulio Terzi: «Ci sono considerevoli divergenze giuridiche, e non credo si sia sviluppata la collaborazione fra India e Italia che sarebbe auspicabile». Il clima è pessimo. Ieri, quando i due marò sono arrivati alla Casa del magistrato di Kollam per essere interrogati, i nazionalisti indù del Bharathya Janata Party e il sindacato dei pescatori li hanno presi a ciabattate e hanno tentato di assalirli. «Volava di tutto», raccontano i testimoni. Li hanno ricacciati indietro con i bastoni di bamboo. Chiedevano l´arresto anche per il comandante della nave: «Se proveranno a liberare la petroliera siamo pronti a circondarla con i nostri pescherecci».

Il team di avvocati reclutati dall´Italia ha annunciato che farà ricorso, ma l´India non cede di un passo. Epperò: «Se i marò hanno ucciso i due pescatori, per quale motivo non lo dimostrano? Ci vuole poco - fanno capire gli italiani - basta fare l´autopsia ai due corpi e i rilievi balistici sui proiettili nel peschereccio». Invece non lo fanno. «Hanno già seppellito i corpi». Il Battaglione San Marco ieri lo ha scritto ufficialmente sul suo sito: «I fucilieri non hanno sparato sul peschereccio».

Senza se e senza ma. A complicare tutto, gli italiani sono convinti che siano questioni di politica interna locale, con il Kerala in clima pre elettorale e la voglia di mettere in difficoltà l´"italiana" Sonia Gandhi. Che la questione politica pesi, e molto, è lo stesso ministro Terzi a confermarlo: gliel´ha confidato addirittura il ministro degli Esteri indiano Krishna.

 

INDIA MASSIMILIANO LATORRE E SALVATORE GIRONE MASSIMILIANO LATORRE LA PETROLIERA #22ENRICA LEIXE#22 NEL PORTO DI KOCHI IN INDIAGIULIO TERZI DI SANTAGATA sonia gandhi 003STAFFAN DE MISTURA E MOGLIE GENEVIENNE

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