
L’EMBARGO A TAVOLA - LA RUSSIA RISPONDE ALLE SANZIONI OCCIDENTALI VIETANDO L’INGRESSO A CARNI E PRODOTTI AGRICOLI - SOLO PER L’UE UNA PERDITA DI 8,8 MILIARDI: 706 MILIONI PER L’ITALIA - BRASILE E ARGENTINA GODONO
Un «embargo totale» per i prodotti alimentari provenienti da Stati Uniti ed Europa: è l’annuncio del premier russo Dimitry Medvedev in risposta alle sanzioni occidentali contro Mosca legate alla crisi in Ucraina. L’embargo riguarderà la frutta, i vegetali, la carne, il pesce, il latte e il prodotti caseari importati da Usa, Ue, e anche da Australia, Canada, e Norvegia.
DIMITRI MEDVEDEV E IL SUO IPHONE
Il divieto, a partire da oggi, durerà un anno, ha aggiunto il premier. L’elenco dei prodotti banditi è stato approvato oggi dal Consiglio dei ministri, dopo che ieri il presidente Vladimir Putin aveva firmato un decreto con cui «nella difesa degli interessi nazionali della Federazione russa» ha ordinato di «vietare o limitare per un anno» l’ingresso di «prodotti agricoli, materie prime e alimentari» dai Paesi che hanno varato sanzioni economiche nei confronti di persone fisiche o giuridiche russe per la crisi ucraina.
«Non vi è nulla di buono nelle sanzioni e non è stata una decisione facile da prendere, ma lo abbiamo dovuto fare, sono comunque convinto che riusciremo a far girare la situazione a nostro favore» ha detto Medvedev. Dovrebbero essere esenti dalle sanzioni i cibi per l’infanzia e i prodotti acquistati all’estero dai turisti russi.
Secondo il premier, il periodo di embargo per i prodotti occidentali si potrebbe ridurre «se i nostri partner mostreranno un atteggiamento costruttivo», definendo la scelta una chance per i produttori russi: stando ai commenti della stampa russa, infatti, la compilazione della lista nera dei cibi sarebbe strettamente legata ai settori in cui si può sviluppare la produzione interna. Oppure sostituirla con altri fornitori: alcuni Paesi ex sovietici - come Bielorussia e Uzbekistan - ma anche Brasile e Argentina avrebbero già fatto proposte per «sostituire» le importazioni in Russia di frutta, verdura e carne da Ue e Usa.
Secondo i dati Eurostat per il 2013, l’export di alimentari e bestiame dall’Ue verso la Russia è stato di 8,8 miliardi di euro. La Russia importa oltre il 40% dei suoi prodotti alimentari: è il maggiore mercato di destinazione per frutta e verdura dall’Europa (2 miliardi di euro l’anno) e il secondo per il pollame proveniente dagli Usa.
ITALIA, L’ALLARME DI COLDIRETTI
Le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani in Russia, nonostante le tensioni, sono aumentate ancora dell’1% nel primo quadrimestre del 2014: lo scorso anno avevano raggiunto la cifra record di 706 milioni di euro.
I dati sono della Coldiretti, resi pubblici dopo l’annuncio del governo russo: «Oltre il 16% del valore delle esportazioni agroalimentari italiane è rappresentato da vini e spumanti che - sottolinea la Coldiretti - dovrebbero però essere al riparo dalla scure di Vladimir Putin» segnala Coldiretti, riferendosi al caso della storica casa spumantiera Gancia di Canelli (Asti): «Nel 2011 la società Gancia è divenuta di proprietà per il 70% dell’oligarca russo Rustam Tariko, proprietario della banca e della vodka Russki Standard».
A rischio però, secondo l’associazione di categoria, «ci sono spedizioni di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, di pasta per 50 milioni di euro, ma in aumento del 20 per cento nel primo quadrimestre del 2014 e carni per 61 milioni di euro».
La decisione russa, secondo la Coldiretti, è destinata ad alzare il livello dello scontro commerciale tra Russia ed Unione Europea che aveva avuto una anticipazione nella cosiddetta «guerra dei prosciutti»: la Russia chiuse le frontiere a tutto l’export europeo di maiali, carni e trasformati in violazione delle regole sugli scambi alla Wto di cui è membro dal 2012, dopo la scoperta, a fine gennaio, di casi di peste suina africana in alcuni cinghiali in Lituania e Polonia, in zone di frontiera con la Bielorussia.
Ad aprile l’Unione europea si era rivolta all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), dopo il fallimento delle trattative Bruxelles-Mosca: «Per l’Italia oltre al danno diretto dovuto alle mancate esportazioni si sta verificando un danno indiretto perché i maiali tedeschi, che normalmente vengono spediti in Russia, ora arrivano in Italia con danni per gli allevatori, ma anche per i consumatori perché carne e derivati del maiale vengono spesso spacciati come Made in Italy perché - conclude la Coldiretti - non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta».