giorgia meloni giancarlo giorgetti ursula von der leyen

ORA SÌ CHE SIAMO COMMISSARIATI: CON L’ENTRATA IN VIGORE DEL NUOVO PATTO DI STABILITÀ, L’AGENDA DI GOVERNO LA DECIDE BRUXELLES – PER SPALMARE IL NECESSARIO RISANAMENTO DEI CONTI SU SETTE ANNI INVECE DI QUATTRO (SIGNIFICA TAGLIARE 13 MILIARDI L’ANNO E NON 24), IL GOVERNO DOVRA’ PRESENTARE UN DETTAGLIATO PIANO DI RIFORME DI CUI SIA POSSIBILE CONTROLLARE L’ATTUAZIONE, NEI TEMPI E NEI RISULTATI: SERVIRA’ L’INDICAZIONE DI PRECISI PROGETTI DI INTERVENTO, CHE SARANNO VALUTATI OGNI SEI MESI PER I PROSSIMI SETTE ANNI, PENA IL NO ALLA DILUIZIONE DEL PIANO DI RISANAMENTO…

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Da sempre la presentazione della legge di stabilità a Bruxelles è stata un compito del ministro dell’Economia e senz’altro anche nelle prossime settimane Giancarlo Giorgetti avrà un ruolo di primo piano. La novità, però, è che stavolta, per il Piano fiscale e strutturale da inviare alla Commissione europea, non potrà fare tutto il ministro dell’Economia. Il punto di riferimento nel confronto con la Commissione e gli altri governi europei sarà lui, ma Giorgetti dovrà prendere degli impegni di legislatura (e oltre) su giustizia, concorrenza, fiscalità, che implicano il lavoro di tutti i settori principali del governo.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti raffaele fitto

Solo così l’Italia potrà approfittare dei margini delle nuove norme europee di finanza pubblica e diluire la riduzione del deficit e del debito in sette anni, anziché in quattro.

[…] Il nuovo Patto di stabilità prevede un ciclo di risanamento dei conti concentrato in quattro anni, che implicherebbe per il governo una stretta sostanziale da circa 24 miliardi di euro l’anno fino al 2028. La soppressione della crescita e i costi in termini di consenso per le forze di maggioranza sarebbero sostanziali.

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7

 

Per spalmare lo sforzo su sette anni, con una correzione da circa 13 miliardi l’euro l’anno, il governo deve dimostrare a Bruxelles che seguirà anche una politica che incentiva la produttività, rafforza il potenziale e dunque espande di più l’economia, in prospettiva, in proporzione al debito pubblico. Per questo nelle prossime settimane il governo non deve presentare a Bruxelles semplicemente un piano di bilancio: deve inserirlo in un progetto credibile di riforme che arriva fino al 2031, oltre la scadenza della legislatura.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni

Non si tratterà di un passaggio solo formale. Non basta l’invio a Bruxelles di poche decine di pagine di buoni propositi copiati da vecchi documenti salvati nei computer di qualche funzionario ministeriale. La Commissione europea si aspetta qualcosa di più, prima di poter raccomandare agli altri ministri delle Finanze europei di concedere all’Italia la spalmatura del risanamento italiano sui sette anni.

 

GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN

Quel che si aspetta a Bruxelles è un progetto di cui sia possibile controllare l’attuazione, nei tempi e nei risultati: dovrebbe esserci l’indicazione di precisi progetti di intervento, semestre per semestre dei prossimi sette anni, uniti ai risultati misurabili che con essi si intendono raggiungere. Il modello è quello delle riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche se non allo stesso livello di dettaglio. Nel caso del Pnrr, al raggiungimento degli obiettivi corrisponde l’esborso delle rate dei fondi.

 

Nel caso del Patto di stabilità, alle riforme semestre dopo semestre — dimostrabili e misurabili nelle leggi e negli effetti –— corrisponderebbe per l’Italia la possibilità di restare nel piano di risanamento sui sette anni e non dover passare al piano concentrato su quattro. La struttura più diluita, infatti, non è accettata una volta per tutte all’inizio, ma sarà sottoposta a un monitoraggio sulla realizzazione ogni sei mesi. In sostanza, quella può diventare la nuova agenda del governo.

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

 

L’inizio sarà più facile, perché per i primi due anni (2025-2026) le riforme del Patto di stabilità coincideranno con quelle concordate con il Pnrr. Poi però l’Italia dovrà inserire un nuovo calendario di interventi per accelerare i tempi della giustizia, misure a favore della concorrenza, per esempio nel commercio al dettaglio o nelle professioni, lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro a fattori meno produttivi con l’aggiornamento del catasto. Quest’ultima, almeno, è fra le raccomandazioni che la Commissione rivolge all’Italia. Alcune di queste misure sono impopolari nella maggioranza. Ma Bruxelles avrà una leva per sostenerle grazie alla concessione del piano di risanamento diluito in sette anni che (almeno in teoria) potrebbe ritirare. […]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)