ITALIA, UN PAESE IN VIA DI ESTINZIONE - I DIRIGENTI DI ALCOA: “IN ARABIA SAUDITA L’ENERGIA PER REALIZZARE LA STESSA PRODUZIONE CI COSTEREBBE IL 40% IN MENO” - IN ITALIA UN MEGAWATT COSTA 60 EURO, IN GERMANIA 38, IN SPAGNA 36 - IL GRANDE BLUFF DEL FOTOVOLTAICO CI COSTERA’ 90 MILIARDI - ULTIMI IN CLASSIFICA ANCHE PER INTOPPI DELLA BUROCRAZIA, PRODUTTIVITA’ PER ORA LAVORATA E INFRASTRUTTURE…

Paolo Griseri per Repubblica

Quando i rappresentanti dell´Alcoa si sono presentati, nei mesi scorsi, al ministero dello Sviluppo, sembravano sinceramente dispiaciuti. Dovevano annunciare la chiusura dell´attività produttiva in Sardegna: «Non lo facciamo perché ce l´abbiamo con voi, ma perché la situazione lo impone».

La situazione, nel caso specifico, è il costo dell´energia. Che in Italia le imprese pagano fino al 30 per cento in più del resto d´Europa. A suo tempo l´Italia era riuscita, aggirando di fatto una normativa europea, a ridurre i costi energetici per l´azienda sarda portandoli a livello degli altri Paesi europei. Ma anche questo non è più sufficiente: «Il fatto - avevano spiegato i dirigenti della multinazionale americana - è che in Arabia Saudita ci offrono di realizzare la stessa produzione pagando l´energia il 40 per cento in meno della media europea».

Quello del costo della bolletta è solo uno dei quattro nodi da sciogliere per far ripartire gli investimenti nel sistema industriale italiano. Forse è il meno complicato da districare perché gli altri tre sono intrecciati tra loro in una sorta di circolo vizioso. L´assenza di un sistema di infrastrutture (logistica e trasporti), soprattutto nel Sud, e la presenza di una burocrazia pervasiva e asfissiante sono la premessa naturale di una produttività per ora lavorata che è la più bassa d´Europa.

A far diminuire l´indice della produttività contribuiscono organizzazioni del lavoro inefficienti, soprattutto nelle piccole aziende, dati di contesto sfavorevoli e una regolamentazione della prestazione lavorativa farraginosa. Ci sono responsabilità delle imprese, dei sindacati ma anche della macchina pubblica. Ecco, in sintesi i quattro motivi di fondo per cui non conviene investire in Italia.

Energia. Il costo del megawatt in Italia è mediamente intorno ai 60 euro, in Germania è di 38, in Spagna di 36. Pesa non tanto la scelta di rinunciare al nucleare quanto l´assenza di un piano alternativo. Si è esagerato nell´incentivo al fotovoltaico (che costerà 90 miliardi ai contribuenti nei prossimi dieci anni) e nella dipendenza dai gasdotti. L´attuale governo ha ridotto gli incentivi al fotovoltaico e punta su altre rinnovabili. Con il fotovoltaico infatti si intasa la rete di energia durante il giorno mentre di notte si vive con le centrali tradizionali che per recuperare gli introiti diurni fanno pagare il megawatt notturno più della media. Un paradosso.

Burocrazia. Per ottenere l´autorizzazione a realizzare un capannone industriale in Italia sono necessari 258 giorni, in Francia 184, in Germania 97, negli Usa 26. Per ottenere il pagamento di una commessa dalla Pubblica amministrazione un´azienda privata impiega mediamente 65 giorni in Europa. In Italia aspetta il triplo: 180 giorni, più della Grecia (174).
Infrastrutture. Nel corso dei decenni l´Italia ha perso il vantaggio competitivo accumulato negli anni del boom economico.

L´indice di dotazione di autostrade per abitante era di 154 nel 1970 e si è dimezzato nel 2006 (73). La quota di merci trasportate su ferrovia è rimasta inalterata per 18 anni, dal 1990 al 2008. Il problema riguarda soprattutto il Sud dove non sono previsti collegamenti ad Alta velocità ferroviaria nei prossimi anni tranne la Napoli-Bari. La rete ordinaria di strade e ferrovie è invece molto al di sotto delle necessità. Recentemente il ministero di Passera ha imposto per legge la riduzione dei tempi infiniti con cui la Corte dei Conti approvava le delibere Cipe, portandoli da 14 a 3 mesi.

Produttività. Per effetto di tutti i fattori precedenti e non solo, l´indice di produttività del lavoro italiano è in fondo alle classifiche. I dati Eurostat, su cui sta lavorando in questi mesi il ministero guidato da Corrado Passera, non lasciano molto spazio alle interpretazioni. Dal 2000 a oggi la produttività di ogni ora lavorata è salita in media in Europa dell´11 per cento. In Germania l´incremento è stato del 17, in Francia del 13, in Italia del 3 per cento.

L´Italia, con l´1,4 per cento, è all´ultimo posto in Europa per l´incremento di produttività del lavoro, molto sotto alla Grecia (che ha un incremento superiore alla Germania) e alla Spagna. «Quello della produttività per ora lavorata è il nostro punto debole», ha rivelato nei giorni scorsi Mario Monti nell´incontro con le parti sociali. Aggiungendo che senza interventi su questo punto la speculazione potrebbe tornare a colpire l´Italia.
La domanda che si sentono rivolgere gli uomini delle task force governative in questi mesi è: per quale motivo investire in un Paese che soffre di questi gravi ritardi?

 

SCONTRI ALCOA SCONTRI ALCOA SCONTRI ALCOA SCONTRI ALCOA MARIO MONTI MARIO MONTI fotovoltaico impianto fotovoltaicoGRECIA CRACK GRECIA jpeg

Ultimi Dagoreport

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…