LARGHE INTESE IN SALSA OBAMA: IL REPUBBLICANO COMEY ALLA GUIDA DELL’FBI IN PANNE


1 - COMEY, IL REPUBBLICANO CHE OSÒ SFIDARE BUSH GUIDERÀ L'FBI DI OBAMA
Maurizio Molinari per "la Stampa"

Barack Obama sceglie un uomo di George W. Bush per la guida dell'Fbi. Il nome è quello di James Comey, un repubblicano convinto: ex manager di hedge fund, iscritto alle liste del «Grand Old Party» in Connecticut, elettore di John McCain nel 2008 e Mitt Romney nel 2012, ha alle spalle la carica non indifferente di viceministro della Giustizia a fianco di John Ashcroft ovvero il più conservatore dei ministri di George W. Bush.

Ashcroft lo aveva individuato per l'abilità nel condurre le indagini: da procuratore in Virginia riuscì a perseguire 14 responsabili dell'attentato terroristico del 1996 alle Khobar Towers in Arabia Saudita dopo anni di fallimenti dei predecessori e da procuratore del distretto Sud di New York guidò le inchieste contro la stella tv Martha Stewart, sui reati finanziari di WorldCom e a carico di molti trafficanti di droga internazionali.

Sono credenziali che contano per Obama, alla ricerca di un investigatore con il pugno di ferro per guidare l'Fbi che - durante i 12 anni di guida di Robert Muller - si è trasformata diventando il fronte avanzato del controterrorismo. Non a caso l'altra candidata era Lisa Monaco, consigliere del presidente sul controterrorismo.

Ma l'assedio degli scandali - dalle intercettazioni dei reporter alle ispezioni fiscali sui Tea Party - ha suggerito a Obama di evitare la scelta di una fedelissima, per scongiurare la guerra aperta con i leader repubblicani del Congresso. Tanto più che Comey è un repubblicano assai pragmatico, come dimostrò nel 2004 con la volontà di sfidare l'amministrazione Bush in nome della legge.

All'epoca il nodo era il rinnovo di un regolamento segreto sulla sorveglianza interna e Ashcroft, ricoverato in ospedale per gravi ragioni di salute, venne messo sotto forte pressione dalla Casa Bianca per autorizzarlo. Alberto Gonzales e Andrew Card, consigliere legale e capo di gabinetto di Bush, si recarono personalmente nella camera di ospedale a Washington per ottenere il via libera ma Comey si precipitò da Ashcroft, accusandoli di «far prevalere la politica sulla legge» e il rinnovo non vi fu. Quel braccio di ferro vinto ha trasformato Comey nel volto dei conservatori pragmatici al ministero della Giustizia, in maniera analoga al ruolo avuto da Robert Gates al Pentagono e che John Brennan ha nell'intelligence.

Chiamando Comney all'Fbi Obama conferma di volere nel proprio team sulla sicurezza consiglieri di tale profilo. Anche perché il ministro della Giustizia Eric Holder, che invece è un ultraliberal ed amico personale, si trova nella tempesta a causa delle intercettazioni a carico dei reporter.

La ratifica da parte del Senato per l'unica carica decennale di Washington non dovrebbe causare grattacapi. Resta però da vedere quale ricetta Comey applicherà per risollevare il prestigio dell'Fbi, molto indebolito dall'attentato alla maratona di Boston, per via del fatto che gli agenti federali non sono riusciti a prevenirlo pur avendo indagato in passato sul terrorista ceceno che lo ha commesso.

2 - LA POLITICA DELL'FBI: SPARI, INCHIESTE COMODE E UN DIRETTORE "DI DESTRA" PER COPRIRE OBAMA
Dal "Foglio"

L'Fbi non sta vivendo un momento d'oro. Secondo la ricostruzione del Washington Post il ventisettenne Ibragim Todashev, ucciso dagli agenti federali durante un interrogatorio connesso all'attentato di Boston, non era armato. Si era parlato di un coltello da cucina, poi di un tentativo di rubare la pistola a uno degli agenti; ora diverse fonti riducono l'episodio a un tavolo rovesciato e a un'aggressione a mano disarmata, versione che - se fosse confermata - priverebbe la reazione di qualunque giustificazione plausibile. L'agenzia investigativa non si era distinta per efficienza e imparzialità quando il direttore della Cia, David Petraeus, è stato costretto alle dimissioni.

L'inchiesta federale non ha individuato comportamenti criminali e ha lasciato il dubbio che il Bureau si fosse prestato a spalleggiare una trama politica, innervata dalla rivalità atavica con Langley. Ora Barack Obama ha individuato l'uomo che potrebbe succedere al direttore, Robert Mueller, e magari calmare le acque.

Il repubblicano James Comey è perfetto per dare prova dello spirito bipartisan in un momento in cui mezza America accusa il presidente di aver convertito le imparziali strutture dello stato in macchine politiche. Avrebbe voluto dare il posto alla consigliera per l'antiterrorismo, Lisa Monaco, ma il suo ruolo nelle indagini sull'assalto al consolato di Bengasi l'ha automaticamente squalificata.

Comey è cresciuto in ambiente bushiano ma non si è distinto per intransigenza repubblicana. Da viceprocuratore generale ha seguito il caso di Valerie Plame - l'agente della Cia sotto copertura la cui identità è stata svelata dai giornali - e ha nominato commissario speciale l'amico e collega Pat Fitzgerald, procuratore con foga manettara da salvatore della patria.

Sotto Obama si è fatto il nome di Comey come possibile rimpiazzo alla Corte suprema, ma la sinistra liberal si è opposta a quello che descriveva come un rigido conservatore sociale. Qualche mese fa ha firmato un briefing per la Corte in sostegno al matrimonio gay. Comey è infine approdato nel mondo delle consulenze finanziarie e industriali, tanto per cementare quelle connessioni che lo rendono un candidato in grado di calmare le turbolenze dell'Fbi di Obama.

3 - IL SALTO DI PETRAEUS, DALLA CIA AL FONDO KKR
S.Agn. per il "Corriere della Sera"

Dalla Central Intelligence Agency (Cia), al fondo Kohlberg Kravis Roberts (Kkr). Il Generale a quattro stelle (in pensione) David Petraeus ritorna in gioco, questa volta nella finanza, dopo 37 anni passati nell'esercito (comandante in Iraq e in Afghanistan) e due alla guida del servizio di informazioni più famoso del mondo. Lo scorso novembre si era dimesso dalla carica travolto dallo scandalo della relazione extra-coniugale con la giornalista (e sua biografa) Paula Broadwell.

Petraeus presiederà un istituto creato da Kkr per le previsioni macroeconomiche, la comunicazione e la consulenza sugli investimenti nei Paesi emergenti. La scommessa dei vertici del fondo è investire sull'esperienza acquisita da Petraeus in giro per il mondo e le sue molteplici conoscenze nel settore politico, economico e militare. C'è da scommettere che l'agenda dell'ex capo della Cia risulti assai nutrita.

 

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