
LEONE RIFILA UN PAPAGNO A TRUMP – L'AMERICANO PREVOST HA SFRUTTATO LA PRIMA UDIENZA CON IL CORPO DIPLOMATICO IN SERVIZIO PRESSO LA SANTA SEDE PER CHIEDERE AI LEADER MONDIALI DI RISPETTARE LA DIGNITÀ DEI MIGRANTI. UN MESSAGGIO INDIRETTO MA EVIDENTE CONTRO IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO E LE SUE DEPORTAZIONI COATTE – LEONE XIV HA RICORDATO LA SUA DISCENDENZA DA IMMIGRATI E HA PARLATO DEL “RISPETTO DELLA DIGNITÀ DI OGNI PERSONA” – I VECCHI TWEET CONTRO IL TYCOON E VANCE. CHE DOMANI POTREBBE ESSERE RICEVUTO DI NUOVO IN VATICANO, DOPO L’INCONTRO CON BERGOGLIO A CUI DISSE: “SONO CONTENTO DI VEDERE CHE STA MEGLIO” (IL GIORNO PRIMA DELLA MORTE DEL PAPA)
papa leone xiv incontra il corpo diplomatico accreditato presso la santa sede 2
1. PAPA LEONE PREPARA LA RESA DEI CONTI CON TRUMP
Traduzione di un estratto dell'articolo di Janna Brancolini per https://www.thedailybeast.com/
Papa Leone XIV ha usato la sua prima udienza diplomatica per chiedere ai governi mondiali di rispettare la dignità dei migranti, in netto contrasto con le pratiche di immigrazione sempre più insensibili dell'amministrazione Trump.
Dicendo che è responsabilità dei leader di governo lavorare per costruire “società civili armoniose e pacifiche”, il pontefice ha avvertito il corpo diplomatico vaticano: “Nessuno è esonerato dall'impegnarsi per garantire il rispetto della dignità di ogni persona, specialmente delle più fragili e vulnerabili, dai non nati agli anziani, dai malati ai disoccupati, cittadini e immigrati”.
TWEET CONTRO LA POLITICA SUI MIGRANTI DI TRUMP E BUKELE, CONDIVISO DA ROBERT FRANCIS PREVOST
“La mia storia è quella di un cittadino, discendente di immigrati, che a sua volta ha scelto di emigrare”, ha detto Leo, 69 anni, nato a Chicago ma vissuto per molti anni in Perù come missionario.
I nonni paterni del pontefice sono emigrati a Chicago dalla Francia, mentre il lato materno della famiglia ha radici creole. Il nonno materno è nato ad Haiti ed è poi emigrato […] a New Orleans. I registri del censimento riportano entrambi i suoi nonni materni come “mulatti”, un termine obsoleto per descrivere persone di origini miste africane ed europee, prima che anche loro si trasferissero a Chicago.
nayib bukele donald trump foto lapresse
Prima di essere scelto la settimana scorsa per sostituire il defunto Papa Francesco, l'allora cardinale Robert Prevost aveva criticato la retorica e le politiche sull'immigrazione dell'amministrazione Trump.
Il mese scorso, Leo ha condiviso un post sui social media in cui si rimproverava a Trump e al presidente di El Salvador Nayib Bukele di aver riso insieme nello Studio Ovale per l'accordo di El Salvador di ospitare i detenuti statunitensi per immigrazione nella famigerata mega prigione CECOT di Bukele.
MIGRANTI IN CATENE DEPORTATI DA TRUMP
[…] L'appello di Papa Leone a trattare gli immigrati con rispetto segue le orme del defunto Papa Francesco, che notoriamente diceva ai suoi seguaci di “costruire ponti, non muri”, sia in senso letterale che figurato.
Quando Trump annunciò i suoi piani per un muro al confine meridionale durante il suo primo mandato, Francesco disse che chiunque pensasse di costruire solo muri e non ponti “non è cristiano”.
Una persona, tuttavia, che non era in platea venerdì per ascoltare il messaggio di Leone era il candidato di Trump ad ambasciatore presso la Santa Sede, Brian Burch. I Democratici del Senato hanno bloccato la sua nomina questa settimana come parte di un blocco generale delle nomine in risposta alla legge di riconciliazione del bilancio dei Repubblicani, ha riferito la Catholic News Agency.
ROBERT PREVOST NELL ANNUARIO SCOLASTICO
I legislatori repubblicani intendono tagliare 880 miliardi di dollari di finanziamenti a Medicaid e ad altri programmi che aiutano i poveri, facendo perdere l'assicurazione sanitaria a milioni di persone, secondo quanto riportato dall'Associated Press. Secondo Bloomberg, i risparmi verrebbero utilizzati per finanziare tagli alle tasse di cui beneficerebbero soprattutto i ricchi americani e gli investitori aziendali.
Anche questo sembrerebbe andare contro le osservazioni di Leone di venerdì.
“Tutti noi, nel corso della nostra vita, possiamo trovarci sani o malati, occupati o disoccupati, vivere nella nostra terra natale o in un Paese straniero, eppure la nostra dignità rimane sempre immutata: è la dignità di una creatura voluta e amata da Dio”, ha detto. […]
2. PAROLIN PREPARA IL DISGELO CON J.D. VANCE COLLOQUIO A MARGINE DELL'INSEDIAMENTO
Estratto dell’articolo di Gia.Gal. per “La Stampa”
jd vance e pietro parolin in vaticano
Del dossier J. D. Vance si occupa personalmente il segretario di Stato, Pietro Parolin. All'inaugurazione del pontificato il vicepresidente cattolico Usa incontrerà Leone XIV e, spiegano in Curia, sarà un modo per «stabilire un'interlocuzione» utile a scongelare le relazioni tra Casa Bianca e Santa Sede.
Il metodo è quello consueto oltretevere: valorizzare ciò che unisce, minimizzare ciò che divide. «Un barlume di dialogo fu tentato persino con Stalin, che negli ultimi tempi avrebbe pure inviato una lettera proponendosi come uomo di distensione e alla cui morte fu celebrata privatamente da un curiale anche una messa in suffragio quale ex seminarista. Quindi qui la porta non è mai chiusa», osservano nei sacri palazzi.
MEME SULLA VISITA DI JD VANCE A PAPA FRANCESCO IL GIORNO PRIMA DELLA MORTE
[…] Il bilaterale con il cattolico e anche lui americano Vance è atteso pure perché Prevost da cardinale lo aveva bacchettato su X sottolineando che «Gesù non ci chiede di fare la classifica del nostro amore per gli altri».
[…] «Certamente il Protocollo lavora a un faccia a faccia», assicura Parolin. […] Anche nel vis-à-vis con Vance il punto di partenza sarà il discorso del Papa agli ambasciatori.
Dice a La Stampa il cardinale Marcello Semeraro, ministro vaticano delle Cause dei Santi: «Dalle parole del Papa al corpo diplomatico emerge il senso della reale e intima solidarietà tra la Chiesa e il mondo. La tipicità dell'azione diplomatica della Santa Sede è conseguenza della missione propria della Chiesa». […]
papa leone xiv sorretto dalla statua della liberta ,urale by alexsandro palombo a milano 2
IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DI PAPA LEONE XIV AL PERSONALE DIPLOMATICO
Eminenza,
Eccellenze,
Signore e Signori,
la pace sia con voi!
Ringrazio S.E. il Sig. George Poulides, Ambasciatore della Repubblica di Cipro e Decano del Corpo Diplomatico, per le cordiali espressioni che mi ha rivolto a nome di tutti voi e per il suo instancabile lavoro, che porta avanti con il vigore, la passione e la simpatia che lo contraddistinguono, doti che gli hanno meritato la stima di tutti i miei Predecessori incontrati in questi anni di missione presso la Santa Sede e, in particolare, del compianto Papa Francesco.
Desidero poi esprimervi gratitudine per i numerosi messaggi augurali seguiti alla mia elezione, come pure per quelli di cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, che li hanno preceduti e che sono pervenuti anche da Paesi con i quali la Santa Sede non intrattiene relazioni diplomatiche. Si tratta di un significativo attestato di stima, che incoraggia l’approfondimento dei rapporti reciproci.
papa leone xiv incontra il corpo diplomatico accreditato presso la santa sede 3
Nel nostro dialogo, vorrei che prevalesse sempre il senso di essere famiglia – la comunità diplomatica rappresenta infatti l’intera famiglia dei popoli –, che condivide le gioie e i dolori della vita e i valori umani e spirituali che la animano.
La diplomazia pontificia è, infatti, un’espressione della cattolicità stessa della Chiesa e, nella sua azione diplomatica, la Santa Sede è animata da una urgenza pastorale che la spinge non a cercare privilegi ma ad intensificare la sua missione evangelica a servizio dell’umanità.
Essa combatte ogni indifferenza e richiama continuamente le coscienze, come ha fatto instancabilmente il mio venerato Predecessore, sempre attento al grido dei poveri, dei bisognosi e degli emarginati, come pure alle sfide che contraddistinguono il nostro tempo, dalla salvaguardia del creato all’intelligenza artificiale.
RITRATTO UFFICIALE DI PAPA LEONE XIV
Oltre che ad essere il segno concreto dell’attenzione dei vostri Paesi per la Sede Apostolica, la vostra presenza oggi è per me un dono, che consente di rinnovarvi l’aspirazione della Chiesa – e mia personale – di raggiungere e abbracciare ogni popolo e ogni singola persona di questa terra, desiderosa e bisognosa di verità, di giustizia e di pace!
In un certo senso, la mia stessa esperienza di vita, sviluppatasi tra Nord America, Sud America ed Europa, è rappresentativa di questa aspirazione a travalicare i confini per incontrare persone e culture diverse.
Tramite il costante e paziente lavoro della Segreteria di Stato, intendo consolidare la conoscenza e il dialogo con voi e con i vostri Paesi, molti dei quali ho avuto già la grazia di visitare nel corso della mia vita, specialmente quando ero Priore Generale degli Agostiniani.
Confido che la Divina Provvidenza mi accorderà ulteriori occasioni di incontro con le realtà dalle quali provenite, consentendomi di accogliere le opportunità che si presenteranno per confermare nella fede tanti fratelli e sorelle sparsi per il mondo e di costruire nuovi ponti con tutte le persone di buona volontà.
papa leone xiv sorretto dalla statua della liberta ,urale by alexsandro palombo a milano 3
Nel nostro dialogo vorrei che tenessimo presente tre parole-chiave, che costituiscono i pilastri dell’azione missionaria della Chiesa e del lavoro della diplomazia della Santa Sede.
La prima parola è pace. Troppe volte la consideriamo una parola “negativa”, ossia come mera assenza di guerra e di conflitto, poiché la contrapposizione è parte della natura umana e ci accompagna sempre, spingendoci troppo spesso a vivere in un costante “stato di conflitto”: in casa, al lavoro, nella società.
La pace allora sembra una semplice tregua, un momento di riposo tra una contesa e l’altra, poiché, per quanto ci si sforzi, le tensioni sono sempre presenti, un po’ come la brace che cova sotto la cenere, pronta a riaccendersi in ogni momento.
donald trump - muro anti migranti al confine usa messico
Nella prospettiva cristiana – come anche in quella di altre esperienze religiose – la pace è anzitutto un dono: il primo dono di Cristo: «Vi do la mia pace» (Gv 14,27). Essa è però un dono attivo, coinvolgente, che interessa e impegna ciascuno di noi, indipendentemente dalla provenienza culturale e dall’appartenenza religiosa, e che esige anzitutto un lavoro su sé stessi.
La pace si costruisce nel cuore e a partire dal cuore, sradicando l’orgoglio e le rivendicazioni, e misurando il linguaggio, poiché si può ferire e uccidere anche con le parole, non solo con le armi.
In quest’ottica, ritengo fondamentale il contributo che le religioni e il dialogo interreligioso possono svolgere per favorire contesti di pace. Ciò naturalmente esige il pieno rispetto della libertà religiosa in ogni Paese, poiché l’esperienza religiosa è una dimensione fondamentale della persona umana, tralasciando la quale è difficile, se non impossibile, compiere quella purificazione del cuore necessaria per costruire relazioni di pace.
deportazione criminali venezuelani della gang tren de aragua 7
A partire da questo lavoro, che tutti siamo chiamati a fare, si possono sradicare le premesse di ogni conflitto e di ogni distruttiva volontà di conquista. Ciò esige anche una sincera volontà di dialogo, animata dal desiderio di incontrarsi più che di scontrarsi. In questa prospettiva è necessario ridare respiro alla diplomazia multilaterale e a quelle istituzioni internazionali che sono state volute e pensate anzitutto per porre rimedio alle contese che potessero insorgere in seno alla Comunità internazionale.
Certo, occorre anche la volontà di smettere di produrre strumenti di distruzione e di morte, poiché, come ricordava Papa Francesco nel suo ultimo Messaggio Urbi et Orbi, «nessuna pace è possibile senza un vero disarmo [e] l’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo»
papa leone xiv incontra il corpo diplomatico accreditato presso la santa sede 1
La seconda parola è giustizia. Perseguire la pace esige di praticare la giustizia. Come ho già avuto modo di accennare, ho scelto il mio nome pensando anzitutto a Leone XIII, il Papa della prima grande enciclica sociale, la Rerum novarum.
Nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, la Santa Sede non può esimersi dal far sentire la propria voce dinanzi ai numerosi squilibri e alle ingiustizie che conducono, tra l’altro, a condizioni indegne di lavoro e a società sempre più frammentate e conflittuali.
Occorre peraltro adoperarsi per porre rimedio alle disparità globali, che vedono opulenza e indigenza tracciare solchi profondi tra continenti, Paesi e anche all’interno di singole società.
JD VANCE E DONALD TRUMP IN VATICANO FOTO CREATA CON L'AI
È compito di chi ha responsabilità di governo adoperarsi per costruire società civili armoniche e pacificate. Ciò può essere fatto anzitutto investendo sulla famiglia, fondata sull’unione stabile tra uomo e donna, «società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società»
Inoltre, nessuno può esimersi dal favorire contesti in cui sia tutelata la dignità di ogni persona, specialmente di quelle più fragili e indifese, dal nascituro all’anziano, dal malato al disoccupato, sia esso cittadino o immigrato.
La mia stessa storia è quella di un cittadino, discendente di immigrati, a sua volta emigrato. Ciascuno di noi, nel corso della vita, si può ritrovare sano o malato, occupato o disoccupato, in patria o in terra straniera: la sua dignità però rimane sempre la stessa, quella di creatura voluta e amata da Dio.
donald trump - deportazione dei migranti
La terza parola è verità. Non si possono costruire relazioni veramente pacifiche, anche in seno alla Comunità internazionale, senza verità. Laddove le parole assumono connotati ambigui e ambivalenti e il mondo virtuale, con la sua mutata percezione del reale, prende il sopravvento senza controllo, è arduo costruire rapporti autentici, poiché vengono meno le premesse oggettive e reali della comunicazione.
Da parte sua, la Chiesa non può mai esimersi dal dire la verità sull’uomo e sul mondo, ricorrendo quando necessario anche ad un linguaggio schietto, che può suscitare qualche iniziale incomprensione. La verità però non è mai disgiunta dalla carità, che alla radice ha sempre la preoccupazione per la vita e il bene di ogni uomo e donna.
JD VANCE E DONALD TRUMP - MEME
D’altronde, nella prospettiva cristiana, la verità non è l’affermazione di principi astratti e disincarnati, ma l’incontro con la persona stessa di Cristo, che vive nella comunità dei credenti. Così la verità non ci allontana, anzi ci consente di affrontare con miglior vigore le sfide del nostro tempo, come le migrazioni, l’uso etico dell’intelligenza artificiale e la salvaguardia della nostra amata Terra. Sono sfide che richiedono l’impegno e la collaborazione di tutti, poiché nessuno può pensare di affrontarle da solo.
Cari Ambasciatori,
il mio ministero inizia nel cuore di un anno giubilare, dedicato in modo particolare alla speranza. È un tempo di conversione e di rinnovamento e soprattutto l’occasione per lasciare alle spalle le contese e cominciare un cammino nuovo, animati dalla speranza di poter costruire, lavorando insieme, ciascuno secondo le proprie sensibilità e responsabilità, un mondo in cui ognuno possa realizzare la propria umanità nella verità, nella giustizia e nella pace. Mi auguro che ciò possa avvenire in tutti i contesti, a partire da quelli più provati come l’Ucraina e la Terra Santa.
Vi ringrazio per tutto il lavoro che fate per costruire ponti fra i vostri Paesi e la Santa Sede, e di tutto cuore benedico voi, le vostre famiglie e i vostri popoli. Grazie!
[Benedizione]
E grazie per tutto il lavoro che fate!
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