
“MILANO SI STA SPEGNENDO. MANCA UN PROGETTO” – LETIZIA MORATTI RIFILA UN CALCIONE A BEPPE SALA, CHE LEI ASSUNSE COME CITY MANAGER QUAND’ERA SINDACO DI MILANO: “CON QUESTA GIUNTA MILANO È DIVENTATA UNA CITTÀ PARALIZZATA. SENTO TANTO PARLARE DI GRATTACIELI, DI TORRI, MA POCO DEL FATTO CHE ABBIAMO CENTO CANTIERI FERMI, 12 MILIARDI DI EURO DI INVESTIMENTI BLOCCATI, 3.500 FAMIGLIE CHE HANNO ACQUISTATO UNA CASA E NON RIESCONO A ENTRARCI PERCHÉ I LAVORI NON RIPARTONO - SECONDO CONFCOMMERCIO IL 20% DEI NEGOZI HA CHIUSO NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI; 90 MILA STUDENTI HANNO BISOGNO DI UN ALLOGGIO, MA LA DOMANDA È COPERTA SOLO AL 15%; LA METÀ DELLE CASE POPOLARI NON VENGONO ASSEGNATE. SALA PARLA MOLTO DI DIRITTI, MA NON ALTRETTANTO DEI PROBLEMI CONCRETI DELLE PERSONE, DELLE FASCE PIÙ DEBOLI”
Estratto dell’articolo di Francesco Manacorda per “la Repubblica”
letizia moratti al parlamento europeo
“Milano si sta spegnendo. Manca una visione, un progetto. È una città ormai ripiegata su sé stessa. E invece dovrebbe tornare alle sue origini: un riformismo fatto di partecipazione civica, modernizzazione e attenzione alle tematiche sociali che […] l'ha resa grande». Colpisce sentire Letizia Moratti, […] già sindaca di Milano dal 2006 al 2011 […]
Lei assunse Beppe Sala come City manager. Che pensa della tempesta che sta scuotendo la giunta?
«Non entro nel merito delle indagini, come è ovvio. […] Ma diversa è la valutazione politica».
Ossia?
«Che con questa giunta Milano è diventata una città ripiegata su sé stessa, paralizzata. Una città che non ha più una spinta alla crescita. Penso a ciò che avevo portato avanti come sindaco, ad esempio il museo di arte contemporanea: c'era già il progetto di Daniel Libeskind, il costo sarebbe stato coperto dagli oneri di urbanizzazione di CityLife, e invece tutto si è fermato. O al nuovo stadio: i dati Uefa ci dicono che gli stadi contribuiscono alla rigenerazione delle aree in cui sorgono. È successo da Monaco a Madrid, ma anche a Bergamo con l'Atalanta. Qui, invece, il fatto che le due squadre milanesi guardino a Rozzano e a San Donato perché da quindici anni non si riesce a portare avanti lo stadio, è segnale di una città che non sa decidere».
LETIZIA MORATTI ANTONIO TAJANI
Sala esclude dimissioni.Delusa?
«[…] Certamente non avrebbe dovuto dimettersi per l'indagine in corso. Ma ora temo che questa situazione paralizzi ancora di più la città. […] Sento tanto parlare di grattacieli, di torri, ma poco del fatto che abbiamo cento cantieri fermi, 12 miliardi di euro di investimenti bloccati, 3.500 famiglie che hanno acquistato una casa e non riescono a entrarci perché i lavori non ripartono».
Secondo molte letture la Milano città per soli ricchi è vittima del suo successo. Un successo cominciato proprio con l'Expo 2015 che lei, da sindaco, portò qui.
«L'Expo ha messo Milano nel novero delle grandi metropoli internazionali, ha aumentato significativamente il turismo, ma non è stato un progetto legato solo a un evento. […]».
Perché taccia la giunta Sala di immobilismo?
«Milano è sempre stata capace di accogliere, di venire incontro anche alle esigenze sociali di chi la abita. Invece adesso basta guardare i numeri: secondo Confcommercio il 20% dei negozi ha chiuso negli ultimi cinque anni; 90 mila studenti hanno bisogno di un alloggio, ma la domanda è coperta solo al 15%; la metà delle case popolari non vengono assegnate. Sala parla molto di diritti, ma non altrettanto dei problemi concreti delle persone, delle fasce più deboli».
E come andrebbe cambiata la città?
«Deve tornare al riformismo delle sue origini. Con una partecipazione civica che ha visto coinvolte anche le grandi famiglie cittadine […]».
letizia moratti balla con ivana spagna
[…] Quale politico del centrodestra prossimo candidato sindaco?
«Penso più a una figura civica. Serve una persona capace di interpretare le diverse anime della città ed è difficile che chi ha una marcata impronta politica riesca a farlo».
È l'identikit dell'ex rettore del Politecnico, Ferruccio Resta.
«Nessun nome, ovviamente».
E lei stessa di nuovo candidata?
«Sono in Europa con un impegno molto importante. […] È un no assoluto, definitivo». […]