LETTA BIS? RENZI UNO? NOVITÀ ZERO - IL PREMIER VUOLE SOLO STABILITÀ: NIENTE “CAMBIO DI MARCIA” CHE VUOLE MATTEUCCIO, NÉ LA “SORTITA” CHIESTA DA PRODI

Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"

Patti e rimpasti non sono all'ordine del giorno. O meglio, non ufficialmente. Gli unici contratti di cui Enrico Letta ha voglia di parlare con i giornalisti sono quelli che ha firmato la delegazione italiana ad Abu Dhabi, Dubai e Doha e «l'intesa finanziaria da centinaia di milioni di euro» che siglerà oggi in Kuwait.

I venti di burrasca della politica interna qui nel Golfo arrivano smorzati, nelle orecchie del premier sembra fischiare solo la brezza tiepida che soffia dal deserto, punteggiato di pozzi di petrolio. Sì, perché i soldi degli sceicchi possono dare un contributo importante per creare occupazione in Italia, mentre «le chiacchiere della politica politicante», come ama dire il capo del governo, non aiutano il Paese a rialzare la testa dopo la crisi.

Ecco perché la faccia di Letta si fa scura quando i giornalisti provano a scuoterlo sui progetti di Matteo Renzi e sulla suggestione dei tanti che, nei partiti di Angelino Alfano e di Mario Monti, sognano un governo subito del segretario del Pd, una staffetta che allunghi la legislatura oltre il 2015. Ma il premier va dritto per la sua strada, schivando a ogni passo trappole e polemiche: «Le parole di Renzi vanno nella direzione giusta, ci si può lavorare molto bene».

E il cambio di marcia invocato dal rottamatore? E la «sortita» suggerita da Romano Prodi? Niente di tutto questo è nei suoi piani, perché Letta è convinto che il passo del governo sia già abbastanza accelerato: «I risultati di questa visita nel Golfo, a cominciare da Alitalia, dimostrano che la stabilità paga».

Ma una svolta è urgente e Letta è il primo a saperlo. La bozza dell'Impegno 2014 è pronta, manca solo il via libera di Renzi. I contributi del Pd arriveranno solo dopo la direzione del 6 ed è a quell'appuntamento che Letta guarda come a uno snodo cruciale. Il premier, che aveva disertato l'ultima riunione del parlamentino democratico, questa volta ci sarà e farà sentire chiara e forte la sua voce, dirà che i democratici sono i principali azionisti del governo e che, se vogliono che la legislatura prosegua, debbono impegnarsi con chiarezza davanti agli italiani.

Nessun avvertimento, perché non è nel suo stile e forse non è neanche il momento. Ma un patto chiaro per rimettere in moto l'esecutivo. E se i renziani polemizzano anche sulla decisione di rappresentare l'Italia a Sochi per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali, a Palazzo Chigi si limitano a ricordare che la decisione è stata presa di concerto con il ministro Graziano Delrio, unico renziano nel governo.

Avanti così dunque, evitando le buche e seminando ottimismo: «Io vado avanti con determinazione crescente - ripete ai collaboratori Letta, che grazie ai riconoscimenti in campo internazionale ora si sente più forte -. L'importante non è rispondere alle provocazioni, perché sarebbe un errore, ma fare le cose che servono al Paese. Anche i sondaggi, a saperli leggere, dicono che gli italiani sono soddisfatti del lavoro che stiamo facendo...». E quando gli chiedono se davvero c'è il rischio di dover riempire gli scatoloni per fare posto al «Renzi 1» lui allarga le braccia, con un sorriso che dice tutto: «Decide Napolitano...».

La strategia non cambia, ma a Palazzo Chigi si sono convinti che almeno sul piano della comunicazione, dove Renzi ha mostrato di essere più forte, bisogna battere un colpo. Magari senza andare ogni giorno in tv come fa il segretario del Pd, ma trovando il modo di «uscire dal Palazzo» per far conoscere agli italiani i traguardi raggiunti negli ultimi giorni: rientro dei capitali dall'estero, soluzione del caso Mastrapasqua, sblocco delle trattative tra Ethiad e Alitalia e un pacchetto «sostanzioso» su sicurezza, mafia e corruzione, che secondo Letta risponde all'«allarme lanciato dall'Unione Europea».

 

 

MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA LETTA-RENZIAngelino Alfano Angelino Alfano Mario Monti Angelino AlfanoSandro Gozi Corrado Passera Romano Prodi Enrico Letta Graziano Delrio ANTONIO MASTRAPASQUA CON LA MOGLIE MARIA GIOVANNA BASILE

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