ernesto galli della loggia

LI HO VOTATI E ME NE PENTO/2 - GALLI DELLA LOGGIA VERGA UN EDITORIALE SCHIFATO SUI 5 STELLE (LUI CHE VOTÒ RAGGI) E SI ACCORGE ORA DI SCIE CHIMICHE, NO-VAX, POLITICHE ANTI-MIGRANTI E BUFALE ''DIFFUSE PERLOPIÙ DAI GRILLINI, IN UNA SOCIETÀ INCAPACE DI PESARE LE DIFFERENZE: TRA I FATTI E LE FANTASIE, TRA CHI RAGIONA E CHI STRAPARLA, TRA CHI SA E CHI NON SA, TRA IL BENE E IL MALE'' - FERRARA LO PUNGE: ''NON FAREBBE MIGLIORE FIGURA A DIRE COME VAURO CHE…''

 

giuliano ferrara‏ @ferrarailgrasso

Ma Ernesto GDL (Corriere) non farebbe migliore figura a dire come Vauro che non aveva capito quanto erano polpette, e avvelenate, i grillozzi? #votomalepensobene

 

 

GALLI DELLA LOGGIA: ''VOTAI RAGGI, E' GIUSTO CONFESSARE''

 

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/galli-loggia-intona-de-profundis-virginia-raggi-quot-187561.htm 

 

 

LA DERIVA NON VISTA DEL PAESE

Ernesto Galli Della Loggia per il “Corriere della Sera

 

lucetta scaraffia col marito ernesto galli della loggia

Non credo che ci siano altri Paesi in Europa dove un autorevole perché popolarissimo rappresentante del partito di maggioranza e di governo (sto parlando di Alessandro Di Battista) possa tranquillamente sostenere che «Trump in politica estera è il miglior presidente degli Usa incluso quel golpista di Obama», o che in Venezuela l' Italia non debba schierarsi con l' opposizione a un caudillo sciagurato il quale ha costretto all' esilio più di tre milioni di persone, ne ha arrestate migliaia, uccise a centinaia e sta portando la sua nazione alla rovina economica.

 

Né c' è un altro posto, direi, dove mentre tutti gli indici volgono al negativo indicando un futuro da sviluppo zero le autorità di governo dichiarino che no, non è vero nulla, tutto va per il meglio, e anzi siamo alla vigilia di una notevole ripresa.

In Italia invece tutto ciò non solo è possibile ma sta diventando quasi la norma.

Se ne fa di solito colpa alla politica, in specie ai 5 Stelle.

giuliano ferrara paolo mieli ernesto galli della loggia filippo ceccarelli massimo teodori angelo panebianco sabino cassese

 

E di fatto le sciocchezze di cui sopra sono uscite dalla loro bocca, sono loro i principali protagonisti di quella che si può definire l' irresponsabilità politica, della quale ha già detto tutto ieri su queste colonne Maurizio Ferrera. I l guaio è che tale irresponsabilità politica è lo specchio di qualcosa di più vasto, di un' irresponsabilità diciamo così sociale (e vorrei aggiungere etica) che ormai nel nostro Paese sta conoscendo una diffusione a macchia d' olio. Certo, per una parte importante essa è ripresa e quindi rilanciata e amplificata dalla politica.

 

Ad esempio l' idea che esistano micidiali scie chimiche rilasciate dagli aerei, che i vaccini siano pericolosi e inutili, che i migranti portino in Italia malattie spaventose, che i musulmani presenti in Italia ammontino a non so quanti milioni, e altre falsità o idiozie simili sono state certamente e spregiudicatamente utilizzate dalla politica (di nuovo: più che altro dai grillini).

 

alessandro di battista e luigi di maio

 Ma sono nate altrove. E sono condivise da moltissima gente, indipendentemente da Di Maio o Di Battista. I quali se ne sono fatti portavoce, io credo, non solo e non tanto per calcolo politico bensì per un' altra ragione: perché alla fine la cultura di entrambi è la stessa della gente che crede in quelle sciocchezze. O meglio, il più delle volte non sa neppure se ci crede realmente, non sa se è proprio vero, ma comunque si sente autorizzata a parlare lo stesso, a parlarne come se fosse vero. Tanto che importa?

 

Sicché in ultima analisi il dato veramente preoccupante è questo: in Italia è sempre più raro che qualcuno si senta responsabile di alcunché. Sempre più va prendendo piede un' irresponsabilità sociale di fondo che prende innanzi tutto una veste diciamo così intellettual-discorsiva.

 

luigi di maio e alessandro di battista in auto 3

Si può parlare a vanvera di qualsiasi argomento, tutti si sentono autorizzati a dire la propria su qualunque cosa senza pensarci due volte, non ci sono più esperti di nulla (se non di cucina: solo i cuochi sono ormai considerati degli autentici Soloni). È questa vastissima area di irresponsabilità socio-culturale che è andata via crescendo il vero retroterra di quella che appare l' irresponsabile superficialità di tanti discorsi politici. Che differenza c' è alla fin fine, infatti, tra Di Battista che dà del golpista a Obama, il ministro che si dice certo che domani vedremo il Pil risalire alle stelle, e chi è sicuro che dal cancro si possa guarire perfettamente con una dieta adatta?

 

Il fenomeno di tale irresponsabilità è ancora più pervadente, in realtà. Da tempo, infatti, esso si manifesta oltre che nell' ambito delle parole e delle idee in quello dei comportamenti. Specie dei comportamenti giovanili, con lo scoppio sempre più frequente di una violenza gratuita e inconsapevole di se stessa.

SCIE CHIMICHE

 

Un quattordicenne e un sedicenne che danno fuoco a un clochard, una banda di giovanissimi che a Como sconvolgono il centro della città con una serie di rapine e aggressioni feroci; e però i loro genitori, i «grandi», perlopiù sempre inclini a un' indulgenza assolutoria - «E via, che sarà mai, che avranno fatto poi di così grave?» - non essendo più neppure loro in grado di capire il significato e la portata delle cose.

 

È lo specchio di una società che sta diventando nel suo complesso incapace di pesare le idee e le persone, di misurare le differenze: tra i fatti e le fantasie, tra chi ragiona e chi straparla, tra chi sa e chi non sa, alla fine tra il bene e il male. Una società che appena può ama sempre più spesso prendersi una vacanza dalla realtà per abbandonarsi all' esercizio di una irresponsabilità, resa stolidamente sicura di sé dall' impunità che le assicura la forza del numero.

MANIFESTO NO VAX MODENA

 

Ma se oggi l' Italia è questa, non è per un caso. È perché negli anni non ci siamo accorti che stavamo diventando un Paese disarticolato e invertebrato, un organismo privo di qualunque centro d' ispirazione ideale come di qualunque istanza di controllo culturale.

 

 

Le nostre sciagurate vicende interne, i nostri errori e le nostre insufficienze, hanno fatto sì che forse in nessun altro Paese d' Europa come da noi abbia messo radici un pregiudizio democraticistico ostile al principio d' autorità. Cioè un principio che, come si capisce, è essenziale non solo per l' esistenza del centro e dell' istanza di cui sopra, ma ancora di più perché esistano delle élite. Non possono esserci élite dove lo spirito pubblico non è pronto a riconoscere il peso di alcuna autorità.

no vax

 

Per più aspetti il problema dell' Italia di questo inizio secolo è anche, nella sua essenza, un problema di assenza di autorità. Di un' autorità socialmente riconosciuta e policentrica, come si conviene ad una società democratica, ma comunque di un' autorità. E invece non siamo disposti a riconoscere l' autorità più di niente e di nessuno. Non esiste più alcuna autorità a cui il Paese dia la sua fiducia, né esiste più - in un perverso quanto ovvio circolo vizioso - alcuna sede disposta a pensarsi fino in fondo come depositaria di una qualche autorità.

 

Da noi non hanno ormai più nessuna vera autorità la famiglia, la scuola, la cultura, la stampa, la politica, la Chiesa, la Banca d' Italia, le istituzioni dello Stato a cominciare dalla magistratura (fanno ancora una parziale eccezione la Presidenza della Repubblica e l' Arma dei carabinieri, sempre che quest' ultima sappia fare al suo interno la pulizia che recenti vicende indicano come necessaria).

 

Mattarella Bergoglio

Dove per autorità intendo quella che s' impone di per sé stessa, per la propria intrinseca autorevolezza, serietà, coerenza, caratteristiche capaci in quanto tali di generare consenso e dettare idee e comportamenti. Senza la quale autorità si diventa per l' appunto ciò che noi oggi siamo: un Paese senza guida in cui ognuno può dire e credere ciò che vuole, spesso anche farlo, nella massima irresponsabilità e illudendosi di non pagare mai pegno. E invece il pegno si paga sempre: e infatti noi lo stiamo già pagando .

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)