maduro putin xi jinping

IL GIOCO SI FA MA-DURO! IL PRESIDENTE DEL VENEZUELA CELEBRA LA VITTORIA DEL REFERENDUM SULL’ANNESSIONE DELL’ESEQUIBO, UN’AREA RICCA DI MINERALI E PETROLIO DELLA GUYANA. IL BRASILE MUOVE LE SUE TRUPPE VERSO IL CONFINE. MA DAVVERO MADURO È PRONTO A ROVINARE IL SUO RAPPORTO CON LA CINA, PUR DI FAR CONTENTA LA RUSSIA, INVADENDO LA GUYANA? ATTACCANDO IL PAESE CONFINANTE CARACAS CACCEREBBE GLI AMERICANI DI EXXON, E ANCHE GLI ITALIANI DI SAIPEM. NEL CONSORZIO PERÒ CI SONO I CINESI DI CNOOC CON IL 25%, E MADURO RISCHIEREBBE DI PESTARE I PIEDI AL SUO ALLEATO PIÙ IMPORTANTE…

1 - L’ASSALTO DEL VENEZUELA AL PETROLIO ORA LA GUYANA TEME L’INVASIONE

Daniele Mastrogiacomo per “la Repubblica” - Estratti

 

maduro

Un «successo schiacciante, una vittoria storica». Nicolás Maduro festeggia con un tripudio di dichiarazioni roboanti la vittoria a un referendum su cui aveva puntato tutte le carte lanciandosi in una sfida che accende un nuovo focolaio di tensioni in America Latina.

Lungo i confini della Guyana, nel Nord Est del Continente, si ammassano contingenti militari. Lo fa il Brasile, preoccupato per quello che potrebbe accadere, lo fa la stessa Guyana che con soli 800 mila abitanti teme di essere travolta dai venti patriottici e nazionalisti che il regime di Caracas soffia da settimane.

 

Gli Usa e la Gran Bretagna sono allarmati. (…)

xi jinping vladimir putin a pechino

 

L’esortazione non è retorica. Erano soprattutto gli ultimi due dei cinque quesiti proposti a sollevare apprensioni. Nel quarto si chiedeva se “si è d’accordo nell’opporsi con tutti i mezzi, nel rispetto della legge, alla pretesa della Guyana di disporre unilateralmente di un mare in attesa di delimitazione”. Dove “con tutti mezzi” potrebbe presumere anche un’annessione per via militare.

 

maduro

Nel quinto quesito si domandava se “si è favorevoli alla creazione dello Stato di Guyana Esequiba [… ] che comprende la concessione della cittadinanza e della carta d’identità venezuelana”. Un’integrazione totale, degli stessi abitanti, che diventerebbero così ufficialmente cittadini venezuelani.

 

Tanto slancio nasce da due esigenze. La prima è politica. Maduro cerca di recuperare terreno nei confronti dell’opposizione che con Corina Machado, leader della destra e potenziale candidata alle prossime elezioni del 2024, rischia di batterlo. Molti hanno paragonato questo referendum alla decisione del generale Leopoldo Galtieri di sfidare la Gran Bretagna occupando le Falkland/ Malvinas. Un modo di distrarre dalla crisi in cui versa il regime. Il secondo motivo è economico. La Guyana si è scoperta ricchissima dopo che la Exxson Mobil, multinazionale energetica statunitense, ha individuato oltre 30 giacimenti di petrolio al largo delle coste sull’Atlantico.

 

la regione dell esequibo

Quelle sacche contengono, secondo le stime, 11 miliardi di barili di greggio. Non si sa cosa accadrà adesso. Il presidente Irfaan Ali, vestito in mimetica e davanti ai soldati schierati alla frontiera, ha ribadito: «L’Esequiba è nostra, siamo pronti a difendere ogni suo centimetro quadrato».

 

2 - UN VOTO PATRIOTTICO CHE PIACE ALLA RUSSIA MA INQUIETA LA CINA

Paolo Mastrolilli per “la Repubblica” - Estratti

 

Ma davvero Nicolas Maduro è pronto a rovinare il suo rapporto con la Cina, pur di far contenta la Russia, invadendo la Guyana per prendersi i pozzi di petrolio?

Dal punto di vista del risiko geopolitico, la questione del referendum tenuto in Venezuela per rivendicare la regione di Essequibo si riduce a questa domanda. Perché è vero che attaccando il paese confinante Caracas caccerebbe gli americani di Exxon, e anche gli italiani di Saipem. Nel consorzio però ci sono i cinesi di CNOOC con il 25%, e quindi Maduro rischierebbe di pestare i piedi al suo alleato più importante.

 

nicolas maduro referendum per l annessione dell esequibo

Perciò gli analisti americani preferiscono pensare che il referendum sia stata una bravata nazionalistica, per aumentare il consenso del dittatore in vista delle presidenziali in programma il prossimo anno, o allontanarle con la scusa dell’emergenza di sicurezza generata dal voto. Meno probabile invece sarebbe l’invasione militare, anche perché la zona di confine con la Guyana è composta da una foresta impenetrabile, che costringerebbe Caracas a sconfinare in Brasile per attaccare, oppure lanciare complesse operazioni via mare.

 

La disputa su Essequibo affonda le radici a fine Ottocento, quando la regione fu assegnata a quella che allora era una colonia britannica. Per oltre un secolo è rimasta dormiente, al punto che lo stesso Chavez aveva assicurato di non volerla riconquistare, ma la scoperta del petrolio da parte della Exxon nel 2015 ha cambiato tutto.

nicolas maduro referendum per l annessione dell esequibo

 

Lo U.S. Geological Survey stima che nelle regioni costiere della Guyana ci siano riserve per circa 13,6 miliardi di barili, e 900 miliardi di metri cubi di gas. Risorse enormi, che la compagnia americana sfrutta attraverso un consorzio di cui fanno parte anche Hess e la China National Offshore Oil Company. Sono arrivati ad estrarre 400.000 barili al giorno, grazie agli oltre 30 pozzi già aperti, ma contano di salire a un milione quando verranno assegnate le 14 licenze offerte dal governo a settembre. Un business globale, a cui ambiscono anche la francese Total in alleanza con compagnie di Qatar e Malaysia, e aziende basate negli Usa, Ghana, Arabia Saudita, Guyana e Gran Bretagna.

 

xi jinping nicolas maduro 3

L’italiana Saipem è coinvolta, e il 29 novembre ha annunciato di aver ricevuto una commessa da 1,9 miliardi di dollari per aiutare la Exxon a costruire le piattaforme offshore del bacino di Whitpail, nonché il Raja project per il gas del Campos Basin in Brasile. I contratti firmati da Georgetown non vengono considerati molto convenienti dagli addetti ai lavori, ma dal 2015 ad oggi il pil pro capite è salito da 11.000 a 60.000 dollari all’anno, e ciò aiuta a capire quanto importante sia questa attività per un Paese prima tra i più poveri. Maduro però ha deciso che vuole prendersi due terzi della Guyana e quindi ha indetto il referendum.

 

(...)

Washington si è risentita, minacciando di far saltare tutto, e quindi il dittatore ha dato alla rivale la possibilità di fare appello entro il 15 dicembre. Nel frattempo, comunque vada a finire la disputa legale, ha bisogno di rafforzare la sua base, da cui l’idea del referendum per prendersi Essequibo. La Russia lo avrà incoraggiato, perché qualunque fattore di instabilità per gli Usa è nel suo interesse.

 

xi jinping nicolas maduro 2

I problemi però sono due. Il primo è logistico, perché invadere la Guyana dal confine venezuelano è proibitivo, e quindi o il Venezuela dovrebbe passare per il Brasile, oppure assalire le piattaforme offshore via mare. Inoltre a fine novembre il Pentagono ha inviato a Georgetown la leadership della Army 1st Security Force Assistance Brigade, proprio per promettere collaborazione militare. Il secondo è politico, perché questo caos non piace molto alla Cina. Maduro potrebbe cercare di ritagliare eccezioni per tutelare gli interessi petroliferi di Xi. Oppure può limitarsi ad usare il referendum come strumento di propaganda.

xi jinping vladimir putin a pechino

xi jinping nicolas maduro 1xi jinping nicolas maduro 5xi jinping nicolas maduro 4nicolas maduroxi jinping nicolas maduro 6nicolas maduro referendum per l annessione dell esequibo

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO