giorgia meloni maurizio landini

MELONI CHIEDE AI SINDACATI DI NON SCATENARE UNA GUERRA MA LANDINI PROMETTE TEMPESTA – INCONTRANDO I SEGRETARI DI CGIL, CISL, UIL E UGL A PALAZZO CHIGI, LA DUCETTA HA PROSPETTATO UNO SCENARIO DA INCUBO E SI È APPELLATA AL DIALOGO: “LE PENSIONI FUTURE RISCHIANO DI ESSERE INESISTENTI. I SALARI SONO INADEGUATI. SIAMO NEL MEZZO DI UNA CRISI INTERNAZIONALE, USCIAMO DA UNA PANDEMIA, C'È UNA CRISI ENERGETICA IN CORSO” – FREDDISSIMO IL LEADER DELLA CGIL: “RISPOSTE DI MERITO NON NE ABBIAMO AVUTE”

Enrico Marro per il “Corriere della Sera”

 

giorgia meloni incontra i sindacati 1

Giorgia Meloni avvia il confronto coi sindacati scegliendo parole nette e pesanti. «Stiamo affrontando il momento più difficile della storia della Repubblica e questo richiede da parte di tutti un supplemento di responsabilità.

 

Bisogna mettere da parte i preconcetti e provare a ragionare nella stessa direzione: la difesa dell'interesse generale», ha detto ieri pomeriggio la presidente del Consiglio nella sala verde di Palazzo Chigi, davanti ai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e con a fianco, oltre al sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano, i ministri dell'Economia, dell'Impresa, del Lavoro e della Pubblica amministrazione.

 

Una location, la sala verde, scelta non a caso. Si svolse lì, infatti, la stagione d'oro della concertazione tra governo e parti sociali che portò agli accordi di inizio anni Novanta, che contribuirono a far uscire l'Italia da un momento ritenuto, anche allora, drammatico. Meloni non ha nascosto la gravità dei problemi denunciati da tempo dal sindacato.

 

giorgia meloni incontra i sindacati 2

Sulle pensioni è stata netta: «Le pensioni di oggi sono basse e quelle future rischiano di essere inesistenti». Sulle retribuzioni anche: «I salari sono per lo più inadeguati», tanto più, ha aggiunto, che l'inflazione «è vicina al 10%». Il lavoro, ha assicurato, «è la priorità» del governo: il tasso di occupazione «è tra i più bassi dell'Occidente, in particolare quello femminile» e «c'è una tassazione sul lavoro che è un grande freno».

 

La premier ha inserito queste affermazioni in un contesto a tinte fosche: «Siamo nel mezzo di una crisi internazionale sociale, usciamo da una pandemia, c'è una crisi energetica in corso». E ha quindi invitato al dialogo: «Possiamo decidere di affrontare questa situazione in una logica di contrapposizione oppure decidere di farlo in una logica di collaborazione. Il mio approccio sarà di lealtà e trasparenza».

 

giorgia meloni incontra i sindacati 3

Dal punto di vista operativo, la premier, come aveva già fatto in mattinata incontrando i gruppi parlamentari del suo partito, Fratelli d'italia, ha sottolineato che per l'approvazione della manovra 2023 (legge di Bilancio) i tempi sono stretti e le risorse limitate. I 30 miliardi che verranno utilizzati tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2023 andranno tutti a sostenere famiglie e imprese contro il caro-bollette.

 

Per questo, ha detto ai suoi parlamentari, «alcune nostre battaglie andranno rinviate», anche se ha rivendicato la norma sulle trivelle che aumenta la produzione nazionale di gas («è finito il tempo dei no»). Infine, ha invitato deputati e senatori a presentare «solo emendamenti compatibili» con i vincoli di Bilancio, avvertendo: «Non ci sarà un bazar dove ognuno fa come gli pare».

 

giorgia meloni incontra i sindacati

Tanto sono stati caldi i toni di Meloni quanto freddi quelli del leader della Cgil, Maurizio Landini, al termine del vertice: «Oltre a una disponibilità al confronto, oggi risposte di merito non ne abbiamo avute. La valutazione, quindi, è sospesa, non conoscendo le scelte del governo». Secondo Landini, i 30 miliardi indicati dal governo «non sono un perimetro ampio», considerando che andranno tutti contro il caro-energia mentre per la Cgil servono robusti interventi per sostenere i salari, anche con una riforma del fisco che tagli il cuneo, aumentando il netto in busta paga.

 

giorgia meloni maurizio landini

Più soddisfatta la Cisl, che sottolinea l'approccio dialogante del governo, mentre il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, è apparso duro: «Aspettiamo le risposte del governo. Abbiamo proposto di detassare subito le tredicesime e gli aumenti contrattuali». E a chi gli chiedeva se fosse pronto allo sciopero ha risposto: «Le mobilitazioni non si minacciano ma si fanno, verifichiamo come andranno le cose e come il governo risponderà alle nostre proposte».

 

 Chiaramente soddisfatto, invece, il leader dell'Ugl, sindacato vicino alla Lega, che torna al tavolo con Cgil, Cisl e Uil, grazie al governo di centrodestra (una scelta che ha irritato Bombardieri: «Lo abbiamo scoperto arrivando a Palazzo Chigi»). «È stato un confronto ad ampio raggio senza chiusure preconcette. Una tappa importante che segna un cambio di passo», ha detto Paolo Capone.

 

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