
“LA RUSSIA SEMBRA PIÙ INTERESSATA AD AUMENTARE LA FEROCIA DEI SUOI ATTACCHI CONTRO L'UCRAINA CHE A UN PERCORSO NEGOZIALE PER IL CESSATE IL FUOCO” – GIORGIA MELONI BATTE I TACCHI E SI ALLINEA ALLA NUOVA POSIZIONE DI TRUMP, DOPO GLI ULTIMI ATTACCHI DI MOSCA A KIEV, E SPINGE SU UNO SCUDO PER L'UCRAINA, MODELLO ARTICOLO 5 DELLA NATO (MA BISOGNA FARE I CONTI CON L’AVVERSIONE DI MACRON ALLA PROPOSTA) - MERCOLEDÌ ALLA CAMERA IL VOTO SULLE MOZIONI ANTI RIARMO NATO. LO SCAMBIO DI AMOROSI SENSI TRA CONTE E SALVINI...
Lorenzo De Cicco per la Repubblica - Estratti
DONALD TRUMP GIORGIA MELONI - MEME BY VUKIC
La pioggia di missili russi su Kiev spinge Giorgia Meloni a dichiarare quanto nelle call e nei vertici riservati ripeteva da tempo. E cioè che la presunta apertura di Vladimir Putin a una trattativa negoziale per mettere fine alla guerra in Ucraina, vedi il vertice in Alaska, non è stata altro che un bluff.
Dopo l'ultima, brutale offensiva su larga scala di Mosca, che ha colpito anche edifici governativi nel cuore della capitale del paese di Volodymyr Zelensky, la premier mette a verbale la posizione del governo italiano.
Al solito, sincronizzata con la nuova linea (ora durissima) esternata ieri da Washington, con Donald Trump e Scott Bessent che hanno annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca.
«La Russia - sostiene Meloni - sembra più interessata ad aumentare la ferocia dei suoi attacchi contro l'Ucraina che a un percorso negoziale per la conclusione delle ostilità». Tradotto: Putin non vuole la pace. La sensazione che potessero aprirsi alcuni spiragli, emersa in chiaroscuro nel vertice di ferragosto Putin-Trump, sembra già evaporata del tutto.
gli sguardi di giorgia meloni a donald trump video di smar gossip su tiktok 5
«Nell'essere vicina al popolo ucraino - aggiunge allora Meloni - l'Italia, assieme ai partner occidentali, continuerà a fare la sua parte perché le ragioni di una pace giusta e duratura possano prevalere su quelle dell'aggressione indiscriminata».
Una linea che in concreto verrà declinata su due piani. A livello diplomatico, Meloni spinge perché si acceleri sul varo di un trattato per scudare l'Ucraina, modello articolo 5 della Nato.
La premier, parlando con i collaboratori e con altri leader europei, si è detta convinta che si possa chiudere il testo dell'accordo tra alleati «anche prima di un cessate il fuoco».
VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI
A differenza del piano anglo-francese di truppe, boots on the ground, da spedire in Ucraina, che potrebbe vedere la luce solo dopo la fine delle ostilità. E sempre ammesso che Mosca tolleri una simile presenza, viste le minacce giunte dal Cremlino di attacchi contro eventuali contingenti occidentali. Ma il piano italiano non è in discesa, anzi. Nell'ultima video-riunione dei leader europei, a cui si è aggiunto Trump, dell'articolo 5 si è parlato poco.
I leader di Francia, Germania e Gran Bretagna non hanno accennato minimamente al tema nei loro interventi. Ai piani alti del governo c'è chi intravede un'avversione strisciante, soprattutto di Emmanuel Macron, «perché l'idea è italiana».
In ogni caso Roma continua a battere sul chiodo. Una nuova call dei volenterosi, stavolta incentrata sul progetto del trattato, dovrebbe essere convocata a breve, questa o la prossima settimana. A livello di consiglieri per la sicurezza nazionale. Per Palazzo Chigi, ci sarà il consigliere diplomatico di Meloni, Fabrizio Saggio.
giorgia meloni mark rutte friedrich merz emmanuel macron foto lapresse
L'altro passaggio è il sostegno militare a Kiev, ancora più necessario in questa fase. Il ministero della Difesa sta approntando il dodicesimo pacchetto di aiuti a Kiev, anche se il Copasir che dovrà vidimarlo non è ancora stato informato. Intanto però la riapertura del Parlamento pone la maggioranza davanti a un passaggio potenzialmente insidioso. Mercoledì prossimo nell'emiciclo di Montecitorio è in calendario la discussione di quattro mozioni sul riarmo.
Due - quella del M5S e quella di Avs - chiedono in sostanza al governo di non procedere con l'aumento delle spese militari oltre il 2%, ma di impiegare più risorse possibili per il sociale. Richieste simili alle dichiarazioni rilasciate da mesi dalla Lega e dal suo leader, Matteo Salvini.
Ecco perché dal Movimento in tanti sperano che il testo presentato (molto critico anche con l'Ue di von der Leyen, da sempre bersaglio di via Bellerio) possa trovare accoliti anche tra le file del Carroccio. Non lo esclude il capogruppo del partito di Giuseppe Conte alla Camera, Riccardo Ricciardi. «La Lega voterà la nostra mozione contro il riarmo? Bella domanda». Come dire: la partita è aperta.
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