mario draghi

MENO STRAFATTI, PIÙ FATTI - DRAGHI HA PROMESSO UNA COMUNICAZIONE ESSENZIALE CHE NON SIA MALATA DI "ANNUNCITE". GIORGINO: "UN LINGUAGGIO CHE ATTIENE AI FATTI, A CIÒ CHE È REALISTICO, A CIÒ CHE È CONCRETO. SENZA ESAGERARE NELL’ANNUNCIO DI COSE CHE SI VORREBBE FARE, MA CHE NON SI POSSONO FARE PER TANTI MOTIVI..." (SALUTAME 'A CONTE CASALINO)

Francesco Giorgino per https://open.luiss.it/

 

francesco giorgino

Si racconta che nella prima riunione del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, dopo aver ringraziato il Capo dello Stato che lo ha voluto a capo di un Esecutivo di unità nazionale, abbia invitato i responsabili dei dicasteri freschi di nomina (o, comunque, di riconferma) ad attenersi ad una regola che oserei definire di buon senso prima ancora che tecnica: comunicare ciò che viene realizzato e non ciò che si intende realizzare.

 

 

GIUSEPPE CONTE VENDITORE DI CALDARROSTE

Poche parole attribuite dai retroscena giornalistici all’ex capo della Bce le quali ci inducono, in previsione del discorso programmatico che Draghi farà mercoledì 17 febbraio al Senato in vista del voto di fiducia al suo governo, ad ipotizzare il modello comunicativo preferito dal Presidente del Consiglio. Un modello ispirato al pragmatismo e all’essenzialità.

 

Poniamoci, anzitutto, il problema di definire la differenza esistente tra la “pragmatica della comunicazione” (nel nostro caso di quella istituzionale) e la “comunicazione pragmatica”. Nel primo caso si fa riferimento all’uso contestuale del linguaggio in quanto “azione concreta”: l’intento è quello di valorizzare le modalità interpretative dei significati in ordine alla situazione contingente che rileva dal punto di vista politico, sociale e culturale.

 

IL PRIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI DI MARIO DRAGHI - LUIGI DI MAIO - ROBERTO GAROFOLI

Nel secondo caso si fa riferimento, invece, alla ricerca della fattualità, a modalità espressive, tone of voice, linguaggio verbale, para-verbale (prosodia) ed extra-verbale (cinesica) non dispersive.

 

Una comunicazione pragmatica è una comunicazione radicata nella logica della dimostrabilità e delle evidenze empiriche: una costante – e giammai un’opzione – per chi proviene dal mondo accademico e per chi opera volendo separare il certo dall’incerto, il possibile dal probabile, le intenzioni dalle deliberazioni.

 

sergio mattarella e mario draghi

Pragmatico è ciò che attiene ai fatti, a ciò che è realistico, a ciò che è concreto. Pragmatico è chi comprende che esagerare nell’annuncio di cose che si vorrebbe fare, ma che non si possono fare per tanti motivi (in passato è stata messa in evidenza, a tal proposito, la patologia della “annuncite”) significa sì sfruttare a proprio vantaggio l’effetto wow del marketing ovvero l’effetto dello stupore e della meraviglia che a breve termine produce effetti positivi in termini di posizionamento e di followership, ma anche generare confusione nei cittadini che spesso non sono più in grado di distinguere i provvedimenti in vigore, da quelli ancora da approvare e da quelli frutto di desiderio. Dunque, pragmatismo.

 

mario draghi al quirinale

Alla base di questa postura culturale (mi piace definirla così!) e di questa metodologia operativa, che fa coincidere la credibilità del soggetto con la sua reputazione e la sua capacità di accorciare le distanze tra “il dire e il fare”, da un lato, e “tra il fare e il dire”, dall’altro, vi è una doppia consapevolezza.

 

mario draghi al quirinale

La prima è determinata dalle caratteristiche dell’artefice del processo comunicativo. Ogni premier è diverso dall’altro. Ogni governo è diverso dall’altro. La seconda è determinata, invece, dalla necessità di non sovrapporre il piano istituzionale a quello politico, sapendo che le istituzioni hanno un modo peculiare di gestire la propria presenza nella sfera pubblica. Presenza che non ha nulla a che fare con la propensione alla massimizzazione del consenso alla quale normalmente puntano partiti e leader politici in un orizzonte temporale sempre più ristretto.

CONTE CASALINO

 

 

L’autorevolezza di Mario Draghi, riconosciuta a livello internazionale e nazionale, si fonda su elementi che finiscono per intrecciarsi l’uno con l’altro e che determinano un profilo identitario ben strutturato: competenza multidisciplinare, lungimiranza, capacità di mediazione, propensione alla sintesi più che alla gestione dello scontro tesi-antitesi, senso politico, cultura istituzionale, visione sovrannazionale, sobrietà e riservatezza.

ROCCO CASALINO E GIUSEPPE CONTE

 

Sarebbe un errore immaginare tutte queste categorie incompatibili con la ricerca, altresì, dell’engagement dei cittadini. Ricerca necessaria specie in un frangente storico nel quale l’elemento fiduciario si costruisce, anzitutto, intorno al valore della trasparenza delle istituzioni e specie a fronte di un contesto emergenziale dal punto di vista sanitario, economico, sociale, come ha ricordato qualche giorno fa Sergio Mattarella.

ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE

 

 

Si può essere empatici anche senza aumentare il volume della comunicazione e senza accrescere a dismisura l’entità degli atti comunicativi, limitando per esempio l’interlocuzione con l’opinione pubblica ai soli provvedimenti adottati per enfatizzare la dimensione conativa (e quindi quella pragmatica) del combinato disposto misure/soluzioni, specie dopo aver percorso traiettorie dialogiche anche con quelle cognitive ed emozionali. Si innesca qui l’altro elemento utile alla costruzione di questo nuovo paradigma comunicazionale, ovvero l’essenzialità. Chiediamoci quando una comunicazione istituzionale è essenziale, dopo aver visto quando e se essa è pragmatica. Ecco alcuni possibili significati di questo sostantivo.

 

Roccobello Conte Casalino

 

Filosoficamente l’essenzialità coincide con l’ontologia più che la fenomenologia, ma anche con i principi di necessità e di semplicità (che di certo non si sostanziano nella semplificazione e nella iper-semplificazione). Si identifica con la sostanzialità e la contestualità e con quel minimalismo che si traduce in eloqui asciutti e sintetici, che si appella all’uso di significanti verbali e non verbali in grado di ridurre la polisemicità e l’ambiguità semantica pur di restare vincolati al cuore delle situazioni da rappresentare, che asseconda strategie di generazione di senso senza produrre disinvolte divaricazioni tra il valore reale e il valore percepito.

 

mario draghi 2

A fronte del quadro qui rappresentato, si potrebbe essere indotti ad una conclusione, sia pur parziale e provvisoria, e cioè che una comunicazione istituzionale pragmatica ed essenziale finisca, comunque, per muoversi in controtendenza rispetto all’ecosistema digitale, alle logiche dei media e dei social network, all’interazione presente sul web tra emittenti e riceventi, al primato delle strategie di storytelling politico fondate sulla distinzione tra history (dati di realtà) e story (racconto).

BARBARA D URSO IL PICCOLO TOMMASO CONTE CASALINO

 

 

Ma attenzione, sarebbe un’analisi superficiale, poiché non terrebbe conto di una delle differenze più importanti tra il XX e il XXI secolo. Ciò che va inseguita, infatti, non è tanto l’equazione “maggiore quantità di informazioni uguale maggiore qualità della democrazia”, quanto l’equilibrio dinamico capace di crearsi tra la qualità della democrazia e la qualità dell’informazione/comunicazione.

 

mario draghi 8

Un equilibrio che intercetta anche il grande tema della verità e il contrasto all’overload informativo. Il quale fiacca la capacità di discernimento dei riceventi, esponendo gli emittenti a rischi elevati sotto il profilo della distorsione, volontaria e involontaria che sia. Nel contempo va ribadito che la questione cruciale non è tanto quella del potenziale comunicativo a disposizione, che deve essere massimo anche in ambito istituzionale, quanto quella del suo uso effettivo. Un uso che deve considerare variabili contestuali e socioculturali, fasi politiche e tratti caratteriali.

 

Di seguito si riporta il modello della comunicazione integrata di matrice circolare, il quale si sviluppa sulla base dei meeting point esistenti tra i diversi attori in campo.

 

comunicazione politica

Azzardo una previsione. È possibile che l’inevitabile mix tra comunicazione politica e comunicazione istituzionale dell’era Draghi si sviluppi intorno a tre piani: quello della comunicazione istituzionale del Presidente del Consiglio e dei Ministri tecnici voluti da Draghi; quello dei Ministri politici con una frequenza direttamente proporzionale al peso specifico nei partiti in Parlamento; quello dei leader delle formazioni politiche di maggioranza (tutte, tranne Fratelli d’Italia).

 

A conclusione si riporta l’elaborazione grafica del modello multidirezionale, più esplicativo del precedente e anche più capace di restituire la complessità della situazione. Infatti, in ballo vi è, da un lato, il problema dell’integrazione dei contenuti inerenti alle strategie comunicative possibili, dall’altro l’esigenza di non enfatizzare troppo, anche nell’interesse della omogeneità rappresentativa delle misure da intraprendere, le differenze esistenti tra la componente tecnica e quella politica del governo. La sfida è anche questa.

 

grafico comunicazione

Sarebbe auspicabile che tutto ruotasse intorno alla figura del Presidente del Consiglio, il quale, anche per il tramite del Sottosegretario alla Presidenza, ha la responsabilità della gestione dei seguenti flussi: da e verso i ministri tecnici; da e verso i ministri politici; da e verso i leader politici, ma solo quando è necessario e solo per le questioni più urgenti e delicate.

 

conte casalino

Quello che si deve evitare, se si vuole davvero aumentare l’efficacia, la chiarezza e la verità della comunicazione istituzionale, è che essa si fonda e confonda con la comunicazione politica, pur indispensabile in una Repubblica parlamentare come la nostra abituata a far leva sui partiti. Serve coerenza tra le diverse figure coinvolte nei processi di trasmissione dei contenuti. Serve coerenza anzitutto per evitare che si generi disorientamento tra i cittadini, specie in un contesto come quello pandemico, nel quale alle fragilità strutturali e ai problemi sanitari si aggiungono condizioni di enorme difficoltà economica, psicologica, relazionale. Tracciare il solco e rimanerci dentro è un obbligo. Per tutti. Anche da questo punto di vista può essere marcata una certa discontinuità con il passato. Recente e non.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…