INGROIA O NAPOLITANO? OGGI SI DECIDE - ALLA CONSULTA è ARRIVATO IL CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE DEL QUIRINALE SULLE TELEFONATE TRA IL PRESIDENTE E MANCINO. DISTRUGGERLE O NO? - NON SOLO: PER IL COLLE LA PROCURA “NON POTEVA” INTERCETTARE RE GIORGIO - I PM CONTESTANO IL CONCETTO DI “IMMUNITA’ ASSOLUTA” DEL CAPO DELLO STATO, ASSIMILABILE ALLA “INVIOLABILITA’ TIPICA DEL SOVRANO”…

Donatella Stasio per il "Sole 24 Ore"

È il giorno del giudizio. Per quanto possa suonare solenne, la decisione di oggi sul conflitto tra poteri promosso dal Quirinale contro la Procura di Palermo - per le telefonate fra Giorgio Napolitano e Nicola Mancino intercettate sulle utenze dell'ex ministro indagato nel procedimento sulla trattativa Stato-mafia - ha un peso che va ben al di là della questione strettamente giuridica e che perciò ha imposto alla Corte costituzionale una speciale ponderazione. A Palazzo della Consulta c'è un riserbo senza precedenti, anche se le voci della vigilia raccontano di una Corte impegnata faticosamente a conciliare posizioni diverse e ad aggregare il maggior numero di consensi su questa o quella soluzione.

Ci sono i fautori della tesi presidenziale, cioè della menomazione delle attribuzioni del Capo dello Stato e dell'immunità diretta ad assicurargli libertà di azione, di comunicazione e riservatezza connesse alle sue funzioni. Ma ci sono anche i fautori dell'inammissibilità del conflitto perché nessuna menomazione è riscontrabile in base alle norme vigenti.

Poi ci sono i fautori di tesi intermedie, dettate anche dalla delicatezza del caso, come quella di sollevare questione di legittimità costituzionale dinanzi a se stessa sulle norme vigenti, o quella di considerare fondato il ricorso, ma solo "in linea di principio", limitatamente cioè al divieto di intercettare ma senza l'ordine di distruggere, facendo quindi tornare la palla al legislatore (costituzionale e ordinario) per disciplinare le prerogative del Capo dello Stato e procedimentalizzare le intercettazioni che lo riguardano.

Ancora poche ore e si saprà. Il verdetto dovrebbe infatti arrivare già stasera, al massimo domani. Non solo perché la questione è stata sviscerata nelle scorse settimane, ma anche perché la Corte è consapevole dei rischi di tempi lunghi e delle strumentalizzazioni di fughe di notizie, inevitabili se tra la discussione e la comunicazione del verdetto trascorre anche solo una notte.

La decisione verrà resa pubblica con un comunicato stampa, più o meno articolato a seconda della soluzione. Ma sono in molti a far notare che, più del dispositivo, conterà la motivazione (in ballo c'è una certa idea di Stato), cioè quel che la Corte scriverà per mano di Gaetano Silvestri e Giuseppe Frigo, relatori del conflitto ed estensori della sentenza. Che verrà depositata a gennaio.

Saranno Silvestri e Frigo, stamattina, a illustrare il conflitto in udienza. Poi parleranno gli avvocati: per il Quirinale, il vice Avvocato generale dello Stato Antonio Palatiello e i colleghi Michele Giuseppe Dipace e Gabriella Palmieri; per la Procura di Palermo, il professor Alessandro Pace e i colleghi Giovanni Serges e Mario Serio.

Il caso è esploso nel corso dell'indagine palermitana sulla stagione degli omicidi eccellenti e delle stragi di mafia (primi anni 90) e sulle presunte coperture istituzionali ai contatti fra uomini dello Stato e boss di Cosa nostra. Nicola Mancino, all'epoca ministro dell'Interno, è stato intercettato sulle 6 utenze telefoniche di cui era titolare, ma su 9.295 conversazioni captate, solo 4 erano con Napolitano: le prime 2 in uscita (effettuate da Mancino), le altre 2 in entrata (effettuate dal Quirinale). Telefonate mai rese pubbliche dalla Procura, che le ha ritenute irrilevanti, ipotizzandone la distruzione, da delegare al giudice nell'apposita udienza stralcio alla presenza delle parti interessate.

Il Quirinale chiede alla Corte di dichiarare che «non spetta» alla Procura «registrare» telefonate a cui ha preso parte il Capo dello Stato, anche se captate casualmente; «omettere» di chiedere al giudice l'immediata distruzione delle intercettazioni, in quanto illegittime; «valutarne la rilevanza»; «attivare» la procedura di legge prevista (udienza filtro in contraddittorio delle parti) per utilizzarle o distruggerle.

La Procura contesta in radice il ricorso perché chiede al Pm di fare ciò che non è nei suoi poteri (ma del giudice) e perché l'irresponsabilità del presidente per gli atti funzionali non lo esenta dalla giurisdizione per gli atti extrafunzionali. Ma anche perché contesta che vi sia un principio di «immunità assoluta» del presidente, assimilabile all'«inviolabilità» tipica del Sovrano nei regimi monarchici, in netta contraddizione «con i principi dello Stato democratico-costituzionale».

 

NICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO jpegAntonio Ingroia VIGNETTA BENNI ANTONINO INGROIA corte costituzionaleFRANCESCO MESSINEO PROCURATORE CAPO DI PALERMO jpegANTONINO INGROIA E FRANCESCO MESSINEO

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”