mario monti

MONTI CHI? - IN TRE ANNI SI SONO ESTINTE “SCELTA CIVICA” E L’ERA DELL'AUSTERITY SUI CONTI PUBBLICI - DALL’ABOLIZIONE DELLA LEGGE FORNERO AL REDDITO DI CITTADINANZA: LE PROPOSTE ACCHIAPPAVOTI DI LEGA E M5S E HANNO DEFINITIVAMENTE ARCHIVIATO LA SUDDITANZA AGLI EUROBUROCRATI

Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

mario monti

Le promesse elettorali si mangiano il partito del rigore: flat tax, deficit al 3 per cento, reddito di cittadinanza, abbassamento dell' età pensionabile, cinema gratis. Il Paese dei balocchi. Eppure nel 2013 fu sbornia vera per la sobrietà e i conti in ordine.

 

Nell' epoca dell' egemonia rigorista, con Pd, Forza Italia e centristi che votavano tutti i provvedimenti del governo Monti, gli alfieri di quella stagione erano tanti: 15 parlamentari del Pd (tra i quali Pietro Ichino, Stefano Ceccanti, l' attuale viceministro Enrico Morando e il premier Paolo Gentiloni) scrivevano accorati appelli, anche in rotta con la linea ufficiale, per difendere la causa. I centristi, da Casini a Fini, fecero il partito insieme al professore col loden, simbolo di quella stagione.

mario monti brinda

 

Berlusconi, cacciato da Palazzo Chigi, votò pareggio di bilancio, pensioni e il resto salvo sfilarsi furbescamente prima degli altri, alla vigilia delle elezioni. E Renzi? Era ancora sindaco di Firenze, ma non lontano dai difensori dell' agenda Monti. Quelle parole d'ordine sono piano piano scomparse, ingoiate dall' onda populista e dal contrattacco, sullo stesso terreno, degli europeisti tiepidi. Oggi rimangono voci nel deserto.

 

mario monti john elkann

Il partito fondato da Monti, l'uomo che "ce lo chiede l'Europa", si chiamava Scelta civica. Prese l' 8,3 per cento alla Camera (2.824.000 voti) e il 9,1 al Senato (2.797.000 voti). Oggi, a difendere quella linea, ribattezzata appunto "agenda Monti", rimangono sconsolati e sperduti un pugno di parlamentari. Uno di loro è Giorgio Tonini, Pd, presidente della commissione Bilancio del Senato. «Io non capisco. Abbiamo preso il Paese con il rapporto deficit/Pil al 2,9 per cento. Lo abbiamo portato all' 1,6 con enormi sacrifici e ora gli diciamo torniamo ai vincoli di Maastricht? Non sarebbe meglio difendere il lavoro che abbiamo fatto e i suoi risultati positivi?».

Mario Monti

 

Tonini si riferisce alla proposta "back to Maastricht", lanciata da Matteo Renzi nel libro "Avanti" con l' obiettivo di liberare 30-40 miliardi da destinare al taglio dell' Irpef. Ma se il segretario del Pd mantiene un limite (sebbene superato dal Fiscal Compact) Matteo Salvini e Luigi Di Maio, con le loro proposte, quel limite sono pronti a oltrepassarlo senza fare complimenti. La flat tax della Lega al 15 per cento farebbe sballare tutti i conti dello Stato.

 

MARIO MONTI CON EMPY

L' abolizione della legge Fornero, dipinta come un' affamatrice del popolo, manderebbe in tilt il bilancio dell' Inps. Il reddito per tutti sponsorizzato dai 5stelle è persino difficile da quantificare. Potenzialmente è una bomba pronta a esplodere nel nucleo del nostro debito pubblico, già mostruosamente alto. Il ritorno dell' articolo 18 significherebbe cancellare quella riforma che consentì a Mario Draghi di scavallare i veti sul Quantitative easing.

 

il pizzino di enrico letta di augurio a mario monti

Il rigore non c'è più, dunque. O se ne vedono pallide ombre all' orizzonte. Così capita che a difendere i vincoli continentali sia un nemico dell' austerity, dell' agenda Monti, un keynesiano come Stefano Fassina (Sinistra italiana): «Chi propone misure irrealizzabili rispetto ai limiti imposti dall' Europa fa una campagna elettorale irresponsabile e demagogica». Il mondo alla rovescia. Fino a un certo punto. «L' Europa liberista si batte mettendo le risorse sugli investimenti pubblici», dice Fassina. Agendo però con le regole che ci sono. «Non siamo soli», giura Benedetto Della Vedova, che a dispetto dei santi, continua a definire Monti «il mio mentore».

 

benedetto della vedova

Con Emma Bonino, Della Vedova è l'anima della lista "+ Europa": «Il rischio è rappresentare il monopolio della ragionevolezza, unici nel ricordare che col deficit e il debito non si scherza. Però il Jobs Act e l'articolo 18 li ha fatti Renzi. E con Padoan abbiamo tenuto i conti in ordine e fatto le riforme, che è la sola strada per crescere».

 

Enrico Morando

Insomma, stare col Pd alla fine è inevitabile. Ceccanti, Tonini e Morando si ritroveranno questo fine settimana a difendere «la ragione contro gli slogan» al convegno di Libertà e uguale. Il viceministro all' Economia sostiene che le posizioni di un tempo hanno illuminato anche il governo Gentiloni. Sulle pensioni, affrontando subito il tema delle deroghe all' eta pensionabile, ad esempio.

 

«Mettere 300 milioni oggi e vincolare la legge Fornero prima che arrivi, forse, una nuova maggioranza». Pierluigi Castagnetti, scuola Dc, con un post su Facebook ieri ha fatto notare il cambio di linea di Renzi alla Leopolda, il suo marcare nettamente le distanze da M5S e destra. Cambio di linea che in molti attribuiscono all' incontro con Emmanuel Macron, niente affatto all' acqua di rose: «Se l' Italia non sarà al tavolo delle riforme con Macron e Merkel - scrive Castagnetti - saranno grossi guai per noi. Quali?

Mario Monti Elsa Fornero

 

Raccontarli con chiarezza. Parlare delle conseguenze. Almeno daremo casa stabile ai tanti italiani che pensano il futuro». Ma ci sarà lo spazio per il loden in campagna elettorale? L'egemonia che spinse tutti a votare fiscal compact e riforma Fornero svaporata come i voti di Scelta civica Il "giapponese" Della Vedova: ma grazie a quella stagione abbiamo mantenuto la barra dritta.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…