virginia raggi

DAVVERO IL MOVIMENTO 5 STELLE VUOLE RICANDIDARE LA RAGGI? SÌ, MA SOLO PER FAR CADERE L’ULTIMO TOTEM DELLE ORIGINI, QUELLO DEL SECONDO MANDATO – TUTTI I BIG SONO FAVOREVOLI PERCHÉ ANCHE LORO RISCHIANO DI PERDERE LA POLTRONA SU CUI SI SONO SEDUTI PER MIRACOLO – “VIRGY” LO SA E INFATTI NON MOLLA: SI CANDIDERÀ ANCHE SENZA L’APPOGGIO DEL MOVIMENTO, RISCHIANDO DI BALCANIZZARLO ANCORA DI PIÙ. E IL PD…

“DI BATTISTA SINDACO DI ROMA? CE LO VEDREI BENISSIMO” – CARLO SIBILIA LANCIA LA PROPOSTA-KILLER PER DIBBA: CANDIDARSI PER IL CAMPIDOGLIO DOPO L’ESPERIENZA RAGGI SERVIREBBE SOLO A BRUCIARLO E A TOGLIERLO DALLE PALLE A DI MAIO PER GLI STATI GENERALI

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-battista-sindaco-roma-ce-vedrei-benissimo-rdquo-ndash-237023.htm

virginia raggi con la mascherina

 

1 - CON IL SÌ AL RAGGI-BIS A ROMA I BIG M5S PUNTANO A FAR CADERE IL VINCOLO DEL SECONDO MANDATO

Simone Canettieri per “il Messaggero”

 

Un missile a doppia gittata. Dietro all'apertura dei big del M5S alla ricandidatura di Virginia Raggi, c'è un altro disegno, molto più ampio: cancellare per sempre il vincolo del secondo mandato anche per i parlamentari. Una svolta clamorosa che salverebbe così dalla pensione l'intera linea di comando dei pentastellati: da Luigi Di Maio a Paola Taverna, passando per Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro, Roberto Fico, Laura Castelli, Vito Crimi, Danilo Toninelli e chi più ne ha più ne metta. Eccetto Alessandro Di Battista, che di giri in Parlamento ne ha fatto uno solo.

 

LA SVOLTA

alessandro di battista virginia raggi

Attenzione: si tratta dell'ultimo totem dei grillini pronto a cadere appena si celebreranno gli Stati generali il prossimo autunno. Ovviamente, come da liturgia, servirà il sì della rete. Cioè il via libera di Rousseau che, come si sa, risponde sempre all'input degli iscritti. Dipende però dalla formulazione della domanda.  La svolta si è affacciata lunedì sera quando l'attuale capo politico Vito Crimi ha riunito in teleconferenza i parlamentari grillini romani e laziali per discutere della ricandidatura di Virginia Raggi in Campidoglio. Al netto delle posizioni contrarie a un'eventuale bis della sindaca (arrivate da Roberta Lombardi e a tratti da Stefano Vignaroli) il resto dei convocati ha aperto a questa ipotesi. O meglio: non si è detto ostile.

RAGGI APPENDINO

 

A partire, attenzione, da Paola Taverna, aspirante leader del Movimento, che appunto ha consigliato «una riflessione più ampia» e in generale proprio sul tema del doppio mandato. Una regola aurea dei grillini, parzialmente superata già dalla gestione di Luigi Di Maio che introdusse il «mandato zero»: la possibilità solo per chi ha fatto il consigliere comunale anche dieci anni di candidarsi comunque in Parlamento. Un'eccezione che non contempla i sindaci, come Raggi a Roma e Appendino a Torino (che prima di guidare le loro amministrazioni sono state all'opposizione). E nemmeno i deputati e i senatori alla seconda legislatura. Almeno fino a oggi. Ma ora il quadro è mutato.

beppe grillo con roberto fico e virginia raggi

 

E Raggi, da sempre poco amata e vissuta come un corpo estraneo dai big eccetto Beppe Grillo, è diventata l'occasione, se non il pretesto, per una modifica storica alle regole interne.  D'altronde ormai l'inquilina del Campidoglio ha deciso: correrà per un altro mandato, «anche al costo di non avere il simbolo», ha messo in guardia tutti Vito Crimi. Uno strappo che un Movimento già balcanizzato non può permettersi. Da qui la posizione favorevole di quasi tutti i maggiorenti, con tanto di eterogenesi dei fini.

paola taverna

 

Raggi comunque in tutte le discussioni private è sicura che alla fine arriverà il semaforo verde. E già pensa addirittura ad altre due liste per raccogliere voti: una civica di sinistra legata al mondo del volontariato e un'altra che guarda al centro, alle professioni e all'universo cattolico. La sindaca però ha fretta: vuole ottenere subito il sì alla ricandidatura perché, dice, in questa fase così complicata, a un anno dal voto, «ho bisogno della piena legittimazione con tutti i miei interlocutori». Cioè? «Come faccio - è la riflessione della sindaca con i fedelissimi - a chiedere progetti per Roma anche ai mecenati se non posso nemmeno rassicurarli sulla mia ricandidatura tra dodici mesi?».

CARLA RUOCCO ALESSANDRO DI BATTISTSA VIRGINIA RAGGI LUIGI DI MAIO

 

Ragionamenti legittimi che potrebbero portare a un voto su Rousseau anche nelle prossime settimane. Per la sindaca, star del web con oltre 1 milione di seguaci su Facebook, sarebbe una passeggiata di salute raccogliere il sostegno degli iscritti grillini.

Tutto chiaro? Non proprio perché in questo magma pentastellato rimane sempre una variabile: Alessandro Di Battista.

 

virginia raggi e nicola zingaretti 1

Ieri Carlo Sibilia, sottosegretario all'Interno, lo ha lanciato sindaco di Roma. A sorpresa. Con queste parole: «Alessandro potrebbe magari pensare alla sua città e proporsi a sindaco di Roma, io ce lo vedrei benissimo, per amore della sua città potrebbe fare bene». Una mossa per bruciare Raggi? Chi ha parlato ieri con Dibba ha raccolto riflessioni di questo tipo: le parole di Sibilia non erano concordate e io non ci penso nemmeno.

 

CARLO SIBILIA LUIGI DI MAIO

Nel Movimento c'è chi dice che invece l'ex parlamentare ci starebbe facendo un pensierino, ma il diretto interessato trasecola a chi gli fa questa domanda: «Maddaiii». Un modo per bruciare Di Battista dalla corsa per la leadership e per rincuorare il governo da un elemento che potrebbe destabilizzare la maggioranza? Le domande si susseguono. Come i veleni. Ma ancora una volta i destini del M5S passano da Roma dove iniziò la presa del potere, prima di arrivare ai ministeri.

virginia raggi foto di bacco (1)

 

2 - PD, NO A RAGGI E APPENDINO E PER ROMA CERCA UN BIG

Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”

 

È rimasto spiazzato, il Pd. Pensava di avere più tempo. Di poter rimandare a fine anno la ricerca dei candidati per riprendersi Roma e Torino, le due città simbolo perdute malamente quattro anni fa, da dove è iniziata la marcia del M5S verso palazzo Chigi. E invece l' apertura del reggente Vito Crimi al bis di Virginia Raggi e Chiara Appendino in deroga al divieto del doppio mandato, ultimo tabù infranto sull' altare del governismo fra molti malumori, ha costretto il Nazareno ad accelerare.

nicola zingaretti virginia raggi luca bergamo

 

Ufficialmente «l' argomento non è all' ordine del giorno, le priorità sono altre», giurano gli Zingaretti boys. Fra le quali decidere chi sarà a correre per la presidenza in un paio di regioni - Marche e Liguria, dove è appena spuntata l' ipotesi del volto storico del Tg3 Maurizio Mannoni - chiamate al voto dopo l' estate. L' accordo che si va profilando in Parlamento è fissare le elezioni ai primi di settembre, sembrando ormai tramontata la data di fine luglio: l' abbinata con le comunali farebbe slittare i ballottaggi a ridosso di Ferragosto. Una strada impraticabile.

enrico letta

 

Certo è però che la sortita del capo grillino obbliga i dem a modificare la road map. E a interrogarsi su alleanze e potenziali candidati con le migliori chance di vittoria sia a Roma sia a Torino. Due sfide con un unico denominatore: nessuno fra i dem è disposto a sostenere un' eventuale riconferma di Raggi e Appendino.

 

(…) Anche se c' è chi pensa che, alla fine, anche in riva al Tevere si formerà una coalizione giallorossa: «Zingaretti ha un patto forte con la Raggi », rivela Carlo Calenda, il leader di Azione a lungo corteggiato affinché fosse lui a scalare il Campidoglio.

«Scommettiamo che supporteranno lei?». Di sicuro l' ex ministro, ora parlamentare europeo, non ci pensa proprio. Mentre nel Pd gli occhi sono tutti puntati sull' ex premier Enrico Letta. (...) Tanto che alcuni ipotizzano sia già arrivata a Parigi, alle orecchie del professore di Sciences-Po, il quale però avrebbe fatto capire di non essere interessato. (..)

Ultimi Dagoreport

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?

arianna meloni luciano fontana formigli corrado fiorenza sarzanini urbano cairo la7 corriere della sera

DAGOREPORT - E' RIPARTITA LA “BATTAGLIA DI VIA SOLFERINO”! IL PRIMO MAGGIO SCORSO, LUCIANO FONTANA HA SUPERATO LA BARRIERA DEI DIECI ANNI ALLA DIREZIONE DEL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO. E SI INFITTISCONO I SUSSURRI E LE GRIDA DI UN CAMBIO DI GUARDIA DAL PRIMO GENNAIO 2026. NEL VISPO CERVELLO DI CAIRO FRULLA IL NOME DELLA VICEDIRETTRICE, FIORENZA SARZANINI. LE VOCI DI UNA PRIMA DONNA SULLA PRIMA POLTRONA HANNO SCATENATO MAL DI PANCIA TRA I TANTI ASPIRANTI ALLA SUCCESSIONE - MA URBANETTO È ALLE PRESE CON UN’ALTRA BRUTTA ROGNA. MALGRADO LA POLITICA DEI “DUE FORNI” (SE IL ‘’CORRIERE’’ E' FILO-MELONIANO, LA7 E' SCHIERATISSIMA CONTRO), ARIANNA MELONI HA SPORTO UNA CAUSA CIVILE DIRETTA A LA7 CHIEDENDO UN RISARCIMENTO DANNI DI 100MILA EURO PERCHÉ ‘’PIAZZA PULITA’’ BY FORMIGLI AVREBBE ORCHESTRATO UNA CAMPAGNA DENIGRATORIA CONTRO LA MOGLIE SEPARATA DI LOLLOBRIGIDA…

matteo zuppi giuseppe conte

DAGOREPORT – IL CARDINALE ZUPPI SI ACCORGE SOLO ORA CHE LA CHIESA ITALIANA HA UN PROBLEMA CON L’8 PER MILLE E ACCUSA IL GOVERNO DI AVERE “MODIFICATO IN MODO UNILATERALE LE FINALITÀ DI ATTRIBUZIONE DEI FONDI” – IN REALTA’ I GUAI ECONOMICI PER LA MASTODONTICA STRUTTURA DELL’EPISCOPATO ITALIANO SONO NATI CON IL PRIMO GOVERNO CONTE, CHE HA MODIFICATO PER PRIMO IL MODELLO PER L’ASSEGNAZIONE DELL’8 PER MILLE – EPPURE, QUANDO PEPPINIELLO, PRESSOCHÉ SCONOSCIUTO, DIVENNE PREMIER, LA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIA ESULTÒ. NIPOTE DI UN FRATE CAPPUCCINO, DEVOTO DI PADRE PIO, SEMBRAVA QUASI UN DONO DELLA DIVINA PROVVIDENZA. INVECE CONTE E LE TRUPPE LAICISTE DEL’M5S HANNO PRODOTTO LE LEGGI PIÙ DANNOSE DEGLI ULTIMI 50 ANNI PER LE CONFESSIONI RELIGIOSE…

giorgia meloni matteo salvini elly schlein giuseppe conte bonelli fratoianni

DAGOREPORT - L’ESITO DEL REFERENDUM, LANCIATO DALLA SETE DI POTERE DI LANDINI IN CUI SONO CADUTI GLI INETTI SCHLEIN E CONTE, HA SPINTO UNA BEFFARDA MELONI A CANTARE VITTORIA DETTANDO AI SUOI GAZZETTIERI CHE IL RISULTATO “RISCHIA DI INCHIODARMI A PALAZZO CHIGI PER DIECI ANNI”. COME SE IL 70% CHE SE N'È FREGATO DI ANDARE A VOTARE, SIA TUTTO A FAVORE DELLA DESTRA. UNA FURBATA DA VENDITORE DI TAPPETI PERCHÉ IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI NON E' PER NIENTE DIPINTO DI ROSA. A PARTE LA DISCRIMINANTE GEOPOLITICA, CHE VEDE IL TURBO-SOVRANISMO ANTI-UE DI SALVINI COZZARE CON IL RIPOSIZIONAMENTO EURO-PPE DELLA CAMALEONTICA DUCETTA, IL PASSAGGIO PIÙ DIFFICILE ARRIVERÀ CON LE REGIONALI DEL PROSSIMO AUTUNNO, DOVE RISCHIA SERIAMENTE DI PERDERE LE MARCHE MENTRE IL VENETO È APPESO ALLE MOSSE DI ZAIA. I TIMORI DELLA MELONI SI SONO APPALESATI QUANDO È SBUCATO IL NASO AD APRISCATOLE DI DONZELLI ANNUNCIANDO UN’APERTURA SUL TERZO MANDATO CON LO SCOPO DI LANCIARE UN SALVAGENTE A SALVINI E NELLO STESSO TEMPO MANDARE ALL’ARIA IL CAMPOLARGO IN CAMPANIA - DALL'ESITO DELLE REGIONALI LA SGARBATA PREMIER DELLA GARBATELLA CAPIRA' SE HA I NUMERI PER ANDARE AL VOTO ANTICIPATO SENZA SALVINI TRA I PIEDI…