NICK UNCHAINED - COSENTINO CANDIDATO: ’O MERICANO L’AVREBBE SPUNTATA (IN LISTA AL SENATO) DOPO UN FACCIA A FACCIA DRAMMATICO COL PATONZA: “VUOI SPEDIRMI IN GALERA?” - NICK SCATENATO CONTRO ANGELINO E CALDORO: “MI VOLETE IN CELLA? VI ROVINO, VI FACCIO PERDERE LE ELEZIONI” - ALFANO ANTI-BERLUSCONI? IL SENZA QUID VUOLE ANDARE A ‘’BALLARO’’’ AL POSTO DEL PATONZA…

1 - DAGOREPORT
Nick ‘o Mericano l'ha spuntata? Pare proprio di sì. Nicola Cosentino, stando agli ultimi spifferi, avrebbe vinto la sua battaglia contro Stefano Caldoro, regista dell'operazione "Nick al gabbio". Cosentino, stando agli ultimi spifferi da Palazzo Grazioli, sarebbe in lista al Senato, al terzo posto dopo Berlusconi e Nitto Palma. Non è bastata l'offensiva scatenata dal Governatore della Campania in accordo con Alfano e con l'ok dei centristi di Bocchino e Casini per eliminare dal Parlamento il suo più grande nemico e spedirlo diritto in galera. Caldoro ieri pomeriggio, quando ha capito che l'operazione era fallita, è piombato a Roma per l'ultimo assalto. Nulla da fare...

2 - CHI DEVE ANDARE A "BALLARÃ’"? SCONTRO TRA SEGRETARIO E CAVALIERE
Da "la Repubblica"


«Vado io». «No, vado io». È di questo tipo, lo scontro che nel Pdl si sta consumando - sottotraccia - tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano. L'oggetto della contesa è la puntata di Ballarò della settimana prossima. Domani sera, infatti, nel salotto di Giovanni Floris ci sarà il presidente del Consiglio uscente Mario Monti, intervistato in qualità di candidato premier. Si tratta di un'intervista di 20 minuti alla fine della puntata. Gli ospiti vanno via, in studio restano il candidato, il conduttore e il pubblico.

La prossima volta toccherà al Pdl, e per questo era stato invitato Angelino Alfano. Del resto - ancora ieri - Silvio Berlusconi ha ripetuto che, in caso di vittoria, il candidato premier del centrodestra sarà proprio il segretario. Sembrava andasse tutto liscio, l'ex guardasigilli aveva già detto sì, ma è intervenuto il Cavaliere. È il protagonista assoluto dell'offensiva mediatica delle ultime settimane, è convinto che questo lo stia aiutando a risalire nei sondaggi, che il centrodestra possa rimontare attraverso il suo ritorno in campo. Al martedì sera su Raitre non intende proprio rinunciare.

Non sarà certo l'arena di due ore e mezzo allestita da Michele Santoro col suo Servizio Pubblico, ma è comunque un campo ritenuto "nemico". Ancora più appetibile per galvanizzare i delusi del centrodestra. Il problema è che neanche Alfano vuole cedere: ha detto sì, per lui l'invito resta. A Raitre sperano tutti che il Pdl risolva la questione in casa propria, che non debba essere Floris a scegliere. Sarebbe difficile per Berlusconi presentarsi come candidato premier, visto che va ripetendo di non esserlo. Ma è anche difficile che, per una volta, Alfano gli tenga testa fino in fondo.

3 - NICK O'MERICANO A SILVIO "IL SEGGIO O VADO IN GALERA"
Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

«Lo capite o no che così finisco in galera? Ma io vi rovino, ritiro i miei uomini, faccio cadere le giunte, vi faccio perdere le elezioni». Piomba a Palazzo Grazioli a fine mattinata,
Nick o' mericano, ed è una furia che in pochi riescono ad arginare. Il capo non c'è, Berlusconi è fuori, sta registrando l'intervista a Sky in cui racconta, tra l'altro, di aver chiesto a Nicola Cosentino di fare «un passo indietro».

A Palazzo c'è Angelino Alfano, che il ras campano considera il vero artefice, col governatore Stefano Caldoro, di quella che definisce la «trappola» ai suoi danni. È un'escalation, che culmina nel momento in cui i pochi presenti sono costretti a intervenire tra le urla, per impedire che i due vengano in contatto, come racconterà uno degli spettatori. Nel salotto del Cavaliere scoppia la rissa.

«Hanno rinunciato Scajola e Dell'Utri, non si capisce perché tu debba essere candidato, ma non hai visto i sondaggi?» incalza il segretario Pdl a muso duro. È la miccia che fa esplodere tutto, anche perché in quegli stessi momenti le agenzie di stampa stanno rilanciando la richiesta del passo indietro formulata da Berlusconi. Cosentino perde le staffe, sbotta: «E questo sarebbe il partito garantista? Ma io vi rovino, ritiro i miei consiglieri e faccio saltare decine di giunte in Campania: poi vi faccio perdere le elezioni. Lo capite o no che per darla vinta a quattro giustizialisti io finisco in galera?»

Già, la galera. L'ex coordinatore del partito in Campania, l'ex sottosegretario di Tremonti all'Economia, fuori da quelle maledette liste non può finirci. Se per lui non si aprono le porte di Palazzo Madama o di Montecitorio, dal 25 febbraio si schiudono quelle di Poggioreale. Si piazza lì, nell'appartamento del Cavaliere.

La sponda di Verdini e Nitto Palma non bastano più, il forfait di Scajola due giorni prima e di Dell'Utri a sorpresa ieri gli complicano l'operazione salvataggio. Non se ne va da Grazioli finché il padrone di casa non rientra. È a lui che deve chiedere conto e ragione. È con lui che deve parlare a quattr'occhi. Lo farà a ora di pranzo e il deputato di Casal di Principe sarà l'unico con cui Berlusconi accetti di parlare, fatto salvo con i quattro che nella stanza di fianco lavorano da 48 ore alle liste.

A un certo punto è sembrato che Cosentino avesse preso in ostaggio il capo, ironizza ma neanche tanto uno dei dirigenti che ha accesso alle stanze riservate. E il Cavaliere cede, smorza, lo calma. «La mia era una richiesta, figuriamoci se ti metto fuori: farò di tutto per tenerti dentro» gli garantisce il leader. Torni pure tranquillo a casa, perché «al momento sei in lista». Il vertice decisivo (su Puglia, Lazio e Sicilia, oltre che sulla Campania) ancora in nottata era in corso.

«Sto andando a Palazzo Gazioli per la riunione, che vuol dire Cosentino sub-judice? Chiedetelo a Berlusconi » taglia corto prima di raggiungere il vertice delle 22 Francesco Nitto Palma. A quello stesso portone bussa il governatore Caldoro, viene ricevuto dal suo amico Alfano. «Se Cosentino resta in lista, io coi miei otto consiglieri regionali di area socialista usciamo dal Pdl. Restiamo nel centrodestra, ma non posso rimanere in un partito di cui quello lì mantiene il controllo». Ai suoi Berlusconi confida che vorrebbe tenere la linea dura, far cadere anche l'ultima testa tra i tre super «impresentabili». Ma è la più dura, non sarà facile.

La tensione è altissima, nella stanza dei bottoni a Grazioli. Chiusi da giorni e notti ormai, compresa quella appena conclusa, ci sono solo Alfano, Sandro Bondi, Denis Verdini, Renato Schifani. Di tanto in tanto fa capolino Cicchitto. Nessuno può entrare. La sede di via dell'Umiltà invece è un porto di mare. Deputati e aspiranti onorevoli calabresi, laziali tengono sotto0 assedio il responsabile elettorale Ignazio Abrignani chiuso lì al quarto piano. Berlusconi invece è blindato nel suo studio in via del Plebiscito. Non riceve nessuno, eccetto Verdini e i quattro di fianco.

Ci prova di nuovo Maurizio Gasparri, invano. Si presenta il sindaco di Roma Gianni Alemanno per protestare: quasi tutti i suoi vengono fatti fuori, con l'eccezione di Piso e della Saltamartini. Altero Matteoli, inviperito per l'esclusione di alcuni suoi uomini, non trova udienza e torna in Toscana d'umore nero. È un'ecatombe di ex An, nelle liste. Raccontano che il vero «angelo vendicatore» sia Sandro Bondi, più che Verdini. «Spietato », raccontano le cronache da dentro. Tanto che perfino un ras del Lazio come Andrea Augello finisce borderline.

Le ultime grane su Sicilia, Campania, Liguria e Calabria a notte fonda, man mano che si chiudono le liste però scoppiano rivolte ovunque. L'exploit dell'ex direttore del Tg1 Minzolini, capolista in Liguria-Senato al posto di Scajola manda per aria il partito in quella regione. Il Cavaliere è esausto, raccontano. Stamattina l'ultimo visto alle liste, a pranzo vuole essere già ad Arcore.

 

cosentino berlusconi gg Nicola Cosentino e BerlusconiBerlusconi tra Bertolaso e CosentinoSILVIO BERLUSCONI ANGELINO ALFANO VIGNETTA BENNY DA LIBERO BERLUSCONI E ALFANO SUL RING CARFAGNA CON STEFANO CALDORO jpegCLAUDIO SCAJOLA jpegMARCELLO DELL'UTRINITTO PALMA E VERDINI AL CONGRESSO MAURIZIO GASPARRI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO