renzi gabanelli de franceschi barucci

RENZI AVVISATO MEZZO SALVATO – MI-JENA GABANELLI, DALLE COLONNE DEL “CORRIERE”, AVVERTE IL PREMIER CAZZARO CHE I DUE NOMI CHE CIRCOLANO PER LA CONSOB NON HANNO I REQUISITI DI INDIPENDENZA NECESSARI – “STIA ATTENTO ALLE PRESSIONI DI QUALCHE VECCHIA CARATIDE DEL SUO PARTITO E DI NCD, ULTIMO ALLEATO DI VEGAS”

Milena Gabanelli per “Il Corriere della Sera

 

Da mesi attendiamo la nomina di due nuovi commissari Consob che controbilancino il potere del presidente Vegas, assunto gli onori delle cronache (anche giudiziarie) per una spregiudicata gestione personalistica.

milena gabanelli blumilena gabanelli blu

 

Le Autorità indipendenti, nella migliore pratica internazionale, si definiscono tali in quanto i componenti dei loro organi di vertice possiedono un requisito essenziale: l’indipendenza, sia dalle forze del mercato che dalla politica.

 

Per assicurare tale fondamentale caratteristica il legislatore interviene sui requisiti di professionalità, sui criteri e le modalità di nomina, sui criteri di funzionamento degli organi collegiali, sulla durata e sulla non rinnovabilità dell’incarico. Da ultimo, è stata aggiunta dal governo Renzi la previsione secondo la quale, dopo la cessazione della carica, non si possono assumere incarichi in soggetti che si vigilavano.

MILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE MILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE

 

Dunque, se l’indipendenza è un requisito essenziale, essa non può essere assicurata da chi ha interessi, anche indiretti, nell’industria che dovrebbe regolare e vigilare, e tantomeno da chi è troppo legato alle forze politiche e di governo. È quindi cruciale possedere questi requisiti insieme ad una specifica preparazione. Questo dovrebbe suggerire l’opportunità di limitarsi a scegliere i componenti delle Autorità tra professori universitari che non esercitino la libera professione e magistrati.

 

Invece i nomi che insistentemente girano come coloro che sembrano essere stati scelti a ricoprire la carica di commissari della Consob sono ben lungi dal soddisfare il tanto decantato requisito.

Premio Guido Carli Giuseppe Vegas Premio Guido Carli Giuseppe Vegas

 

Emilio Barucci. Il fratello, Orlando, è partner dello studio Vitale, specializzato nell’attività di consulenza, indirizzata a diversi ambiti quali fusioni e acquisizioni, operazioni sui mercati dei capitali regolamentati, ristrutturazioni finanziarie e societarie, ricerca di capitali. In pratica ha, come clienti, i soggetti vigilati dalla Consob. Non solo, il padre Piero, ex ministro del Tesoro, presidente dell’Abi, del Monte dei Paschi di Siena, di Banca Leonardo, amministratore delegato del Credito Italiano, consigliere di amministrazione di Mediobanca, commissario dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, è da sempre collegato al mondo bancario e può vantare un legame personale con il presidente Mattarella. Ma anche lo stesso Emilio, al momento, è nel board della compagnia assicurativa Aiva Italia Holding, è stato consulente dell’Abi e ha avuto diversi incarichi da soggetti vigilati.

 

Carlotta De FranceschiCarlotta De Franceschi

Carlotta De Franceschi ha lavorato, anche se con incarichi non di alto profilo, per Goldman Sachs, Morgan Stanley e Credit Suisse. Attualmente è componente del gabinetto dei consiglieri economici del presidente del Consiglio Matteo Renzi (con un incarico in scadenza proprio il 31 agosto) e al timone di Action Institute un think tank non lontano dal premier. Alcuni ricorderanno la sua presenza a fine gennaio (ovvero nei giorni dell’approvazione del decreto sulla riforma delle Popolari da parte del Consiglio dei ministri) a un paio di convegni a porte chiuse fra investitori della City organizzati a Londra.

 

Si tratta insomma di due «candidati» che, senza nulla voler togliere alla loro preparazione professionale, se venissero nominati come commissari della Consob, si troverebbero, non occasionalmente, ma sistematicamente, a doversi astenere da moltissime decisioni, visti i possibili conflitti d’interessi di cui sono portatori e considerato che difficilmente possono essere considerati come indipendenti dalla politica e dal mondo degli affari.

 

EMILIO BARUCCIEMILIO BARUCCI

Bene ha fatto il governo a chiedere con un bando pubblico che chi avesse intenzione di ricoprire il ruolo di commissario inviasse un curriculum. Avrebbe però anche dovuto fissare e rendere pubblici i criteri attraverso i quali tali curriculum sarebbero stati valutati. Il problema della Consob, come il premier ben sa, è già sufficientemente ampio perché il Paese si possa permettere che venga aggravato.

 

L’ultimo commissario che è stato nominato a giugno dello scorso anno, la professoressa Anna Genovese, è esperta di diritto fallimentare (materia estranea a quelle di stretta competenza della Consob), non aveva di certo rapporti con i soggetti vigilati o consulenze che ne mettessero in dubbio l’indipendenza, ma vanta uno stretto rapporto con Guido Stazi, segretario generale della Consob, assunto da Vegas a chiamata diretta (uno dei motivi per i quali Vegas è indagato dalla Procura di Roma), boiardo di Stato con precedenti in Antitrust (dove era il capo della Genovese) e in Agcom. Una scelta non felice se si voleva realmente arginare lo strapotere (e l’inerzia) di Vegas.

anna genoveseanna genovese

 

Il direttore generale Angelo Apponi (che ha sostituito il chiacchierato Gaetano Caputi, scelto da Vegas, e anche lui distintosi per aver ricoperto contemporaneamente numerosi altri incarichi in conflitto d’interessi) non gode della piena fiducia della Commissione (tanto che è stato nominato «in prova» solo per due anni e mezzo). Forse perché troppo forte era il clamore delle intercettazioni telefoniche in cui Apponi offriva a Stefano Vincenzi, di Mediobanca, su quale delle pratiche in discussione in Consob volesse essere informato.

 

RENZI MATTARELLA ALFANO RENZI MATTARELLA ALFANO

Per riportare la Commissione a 5 membri e svolgere correttamente il suo ruolo di garante del mercato e dei risparmiatori, occorrono ben altri profili. È questa la sfida che nei prossimi giorni attende il premier Renzi, che dovrà anche dimostrare di saper resistere alle pressioni di qualche antica cariatide dentro al suo partito, ma soprattutto a quelle del Nuovo centrodestra, l’ultimo alleato di Vegas.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…