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"NON SAREMO LO ZIMBELLO DELLA VACCINAZIONE" - L'UE VA ALLO SCONTRO CON ASTRAZENECA! - I 29 MILIONI DI VACCINI NASCOSTI AD ANAGNI E SCOPERTI GRAZIE A UN BLITZ DEI NAS (SU SEGNALAZIONE DELLA VON DER LEYEN) E' L'ULTIMO COLPO ALLA CREDIBILITA' DI UN'AZIENDA CHE PRIMA HA INIZIATO UN TIRA E MOLLA SULLE FORNITURE E POI HA PRIVILEGIATO IL REGNO UNITO IN BARBA AI CONTRATTI FIRMATI CON L'EUROPA - ASTRAZENECA SOSTIENE CHE I 29 MILIONI DI VACCINI SONO PER L'UE (16 MILIONI) E I PAESI POVERI (13 MILIONI). MA IL SOSPETTO E' CHE I VACCINI PRODOTTI IN OLANDA, AD HALIX, FOSSERO STOCCATI AD ANAGNI PER FARLI ARRIVARE NEL REGNO UNITO, MAGARI TRAMITE UN PAESE TERZO…

Marco Bresolin per "la Stampa"

astrazeneca

 

La pazienza dell' Unione europea nei confronti di AstraZeneca ha ormai raggiunto il limite. E la vicenda dei 29 milioni di vaccini stoccati nello stabilimento della Catalent di Anagni - scoperti soltanto grazie a un blitz dei carabinieri dei Nas - è l' ultimo colpo alla credibilità di un' azienda che negli ultimi mesi è sembrata prendersi gioco dell' Ue e dei suoi governi. Abusare della loro pazienza che è frutto del disperato bisogno di avere quel farmaco, capace di garantire uno scudo contro la malattia che nell' ultimo anno si è portata via un milione di cittadini nel Vecchio Continente.

 

L' Unione europea non ha più fiducia nella casa farmaceutica. Il tira-e-molla sul volume delle forniture, progressivamente ridotto, è andato avanti per troppo tempo con scarsa chiarezza e senza trasparenza. Tanto che a Bruxelles sospettano che i ritardi nella consegna dei dati all'Agenzia europea del farmaco - prima quelli per ottenere l'approvazione del vaccino e poi quelli per la certificazione degli stabilimenti in cui viene prodotto - siano in realtà una tattica dilatoria per favorire il Regno Unito.

 

vaccino astrazeneca

Che nel frattempo ha continuato a ricevere tutte le dosi previste dal contratto siglato con la "sua" casa farmaceutica, mentre l'Unione europea secondo le più rosee aspettative nei primi sei mesi di quest' anno otterrà 180 milioni di dosi. Il contratto ne prevedeva 300 milioni.

 

Anche per questo il comunicato diffuso ieri dal gruppo anglo-svedese viene preso con molta cautela ai piani alti delle istituzioni europee e ai tavoli diplomatici dove è stata preparata la riunione di oggi del Consiglio europeo. Dopo un lungo silenzio, nel pomeriggio AstraZeneca ha pubblicato una nota per dire che quei 29 milioni di vaccini stoccati nei capannoni di Anagni saranno così suddivisi: 16 milioni agli Stati Ue e 13 milioni ai Paesi poveri del progetto Covax.

 

boris johnson col vaccino

Un chiarimento arrivato soltanto a quattro giorni di distanza dalle ispezioni dei Nas, attivati dopo la segnalazione della Commissione europea. È stata proprio Ursula von der Leyen, sabato, a chiamare Mario Draghi per dire al premier che i conti non tornavano. E che la società non aveva fatto sufficiente chiarezza sulla gestione della propria produzione in Europa, tanto da alimentare il sospetto che i vaccini prodotti nello stabilimento olandese di Halix fossero stoccati ad Anagni con l'obiettivo di farli arrivare prima o poi, magari tramite qualche Paese terzo, nel Regno Unito. Che comunque continua a rivendicare parte della produzione di quell' impianto.

 

i paesi che hanno sospeso astrazeneca

«Ormai non le crediamo più» si sfoga una fonte Ue di alto livello, ben interpretando il "mood" delle principali capitali nei confronti di AstraZeneca. «Si tratta di una situazione totalmente inaccettabile - dice Gabriel Attal, portavoce del governo francese -. L'Unione europea non sarà lo zimbello della vaccinazione».

 

Persino Mark Rutte, difensore del libero mercato e tra i più scettici sul meccanismo europeo per il controllo dell'export, ieri si è detto «pronto a bloccare le esportazioni di AstraZeneca se la Commissione lo richiederà» perché serve «trasparenza». Eppure basta tornare indietro di qualche mese per scoprire che si tratta degli stessi governi che nell'estate scorsa avevano puntato tutte le loro fiches sul vaccino della casa anglo-svedese. Erano state proprio Italia, Francia, Paesi Bassi e Germania a lanciare «l'alleanza per il vaccino» e a negoziare il primo contratto con AstraZeneca.

 

pascal soriot

«Insieme ai ministri della Salute di Germania, Francia e Olanda - annunciò il 13 giugno in una nota il ministro della Salute - ho sottoscritto un contratto con AstraZeneca per l'approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi di vaccino da destinare a tutta la popolazione europea».

 

Quel contratto è stato poi finalizzato a livello Ue il 27 agosto, dopo la costituzione del team negoziale composto dalla Commissione e dai rappresentanti di 7 Stati membri. Ma anche nei mesi successivi il farmaco di Oxford, che l'Italia considerava anche un po' "suo" per via della collaborazione con l'Irbm di Pomezia, è risultato essere il preferito dalla maggior parte dei Paesi Ue. Molto più economico rispetto ai concorrenti e facile da gestire logisticamente per via della temperatura di conservazione, aveva tutte le caratteristiche per essere il vaccino da comprare.

 

astrazeneca

L'altro giorno, durante un'audizione al Parlamento Ue, Sandra Gallina ha raccontato che le trattative in autunno si sono rivelate più complicate del previsto. Non tanto quelle con le Big Pharma, ma quelle tra i 27 al tavolo di Bruxelles. Sì, perché per alcuni vaccini si è scatenata una gara a rifiutarli. Quelli di Pfizer/BioNTech e di Moderna, in particolare, giudicati troppo cari.

 

«All'epoca il trend tra molti Stati era di acquistare meno dosi rispetto a quelle loro assegnate in rapporto alla popolazione» ha spiegato Gallina, che ha guidato il team negoziale per conto della Commissione. E senza l'intervento degli Stati che si sono impegnati a comprare i vaccini rifiutati dagli altri (Germania e Danimarca in primis) «oggi non avremmo quei contratti» perché le case farmaceutiche non erano disposte a scendere sotto un volume minimo. L'Italia ha acquistato le dosi che le spettavano, non una di più e non una di meno.

astrazeneca

 

La storia degli ultimi mesi ha dimostrato che AstraZeneca si è rivelata una scommessa persa: il ritardo nella presentazione del dossier all' Ema; il taglio delle forniture annunciato in più riprese; le dichiarazioni dell' amministratore delegato, Pascal Soriot, che ha ammesso la corsia preferenziale per il Regno Unito; e infine l'opaca gestione della produzione nello stabilimento olandese di Halix, non ancora autorizzato dall' Ema, ma pronto a sfornare dosi per i britannici.

 

Sulla vicenda legata ai dubbi per la sicurezza del vaccino, che ha avuto conseguenze devastanti sulla fiducia dell' opinione pubblica, le responsabilità sono invece tutte imputabili ai governi che hanno deciso la sospensione. Anche se il silenzio dell' azienda si è fatto sentire. Nei giorni scorsi la Commissione ha inviato una lettera di diffida ad AstraZeneca, primo atto formale di una battaglia legale che l' Ue vorrebbe a tutti i costi evitare.

vaccino astrazeneca 1ASTRAZENECA

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