OSPEDALE O POGGIOREALE? LA SECONDA CHE HAI DETTO!

1-SANTANCHE': "BERLUSCONI IN GALERA, FAREMO DI TUTTO PER IMPEDIRLO"
Da Radio24 - "Faremo di tutto per impedire che Berlusconi vada in galera. Il golpe è quello della Procura di Milano." Lo dice alla Zanzara su Radio 24 la pasionaria del Pdl Daniela Santanché. "Non do rispetto a chi non lo da, come i giudici di Milano. La Boccassini è come Ingroia con la gonna. Mettono a rischio la democrazia di questo paese - continua a Radio 24 - Mi sarebbe piaciuto incontrare il suo sguardo (Boccasini, ndr) e avrebbe dovuto abbassarlo! Le consiglierei di fare un partito e di smettere di voler ammazzare il suo incubo. La Boccassini ci prova da vent'anni a mandarlo in galera, è paranoica. Ho zero rispetto della Boccassini".

E infine la parlamentare conclude: "Quanta gente si è ammazzata perchè i Pm hanno sbagliato le sentenze? E quanti sono finiti in carcere innocentemente come Mannino e Tortora?" E se fosse condannato definitivamente? Domandano i conduttori Cruciani e Parenzo. " Non lo permetterò in qualsiasi modo, perchè la democrazia prevede un equilibrio dei poteri dello Stato. - risponde Daniela Santanchè - Scappare? "Non scapperà mai, sono certa per come lo conosco non fuggirà e si sottoporrà a tutti. Lo escludo che possa andare in qualche paese straniero come Craxi."

2-"BASTA CAUTELE, VOGLIONO ARRESTARMI"
Paola Di Caro per Corriere.it

Doveva essere la giornata della riflessione, per preparare al meglio l'incontro con Giorgio Napolitano che lo stato maggiore del Pdl - il segretario Alfano e i capigruppo uscenti Cicchitto e Gasparri - avranno oggi per denunciare «la persecuzione giudiziaria» nei confronti di Berlusconi. Ma la mazzata rappresentata da quelle che lo stesso Cicchitto definisce «una provocazione, una mezza provocazione e un tentativo di sopraffazione», ovvero il no al legittimo impedimento per Ghedini e Longo impegnati nella riunione dei gruppi a Milano, la seconda visita fiscale a Berlusconi e l'annuncio di processo immediato a Napoli per compravendita di parlamentari, ha fatto saltare i piani dei moderati del Pdl. E ha incendiato di nuovo gli animi.

Ci aveva messo tanto Gianni Letta a convincere il Cavaliere che se si vuole una forma di intesa con il Pd per un governo, un occhio benevolo del Quirinale sulle vicende giudiziarie e soprattutto un accordo sull'elezione del prossimo capo dello Stato che «sia a noi non ostile, magari lo stesso Napolitano», non serve mettere a fuoco e fiamme il Palazzo di Giustizia di Milano. Ma - dicono anche due ex ministre come la Gelmini e la Bernini - tutto «ha un limite, non potevamo non reagire».

E d'altronde, almeno fino a quando è stato possibile conferire con lui (nel pomeriggio, giurano, stava veramente male e ha interrotto le comunicazioni), il Cavaliere non voleva sentire ragioni: «Ma basta con questi moderatismi, non ne posso più di queste cautele! Vogliono arrestarmi, farmi fuori, dovete reagire! Vi voglio tutti a palazzo di Giustizia, vogliono crocifiggermi!».

Insomma, l'operazione protesta ha visto il Pdl più o meno compatto, nonostante il dubbio di alcuni sull'efficacia della mossa. Dubbi che parecchi nutrono, stavolta sì, sull'evocato Aventino che dovrebbe tenersi venerdì, quando si insedieranno le Camere.

In verità, dicono da via dell'Umiltà, «ancora nulla è deciso». E questo non solo perché Berlusconi è, appunto, talmente fuori dalla grazia di Dio da non poter ottenere da lui una indicazione decisiva. No, è che nel Pdl si attende di capire quale sarà oggi l'atteggiamento di Giorgio Napolitano. Ci si attende «un interessamento del presidente», dice scegliendo bene le parole la Gelmini. Qualcosa di concreto anche se di riservato, un'attenzione, un intervento da «presidente del Csm» come aggiunge Cicchitto, perché spiega Quagliariello «pretendiamo che quello che chiediamo merita una risposta: Berlusconi deve essere trattato come un imputato normale. Basta con l'accanimento, con decisioni assurde e minacciose come quella dei pm di Napoli».

Insomma, se il timore è quello sussurrato da tutti - una richiesta di arresto da Napoli - l'obiettivo minimo è avere l'assicurazione che Napolitano non lo permetterà. Ma, politicamente parlando, è ancora più importante capire che spazi esistono per l'elezione condivisa di un presidente che sia di garanzia per la sopravvivenza del Cavaliere. E nel Pdl si fa sempre più forte l'idea di puntare - nonostante la sua indisponibilità - a una rielezione di Napolitano: «Noi - confida un big del partito - di lui ci fidiamo, e la cosa più importante a questo punto è avere un capo dello Stato che ci dà garanzie...».

Ma assieme, si punta a un'intesa complessiva con il Pd: «Un governicchio di qualche mese che ci porta a votare in autunno non ci interessa», scandisce Fitto. A quel punto, è un coro nel Pdl, meglio il voto a giugno con Berlusconi ancora in sella e chances di vincere che domani logorati, con il Cavaliere fuori dal Parlamento per condanna definitiva e il partito allo sbando. E se c'è aria di intesa, avvertono da via dell'Umilità «lo vogliamo capire subito: non ci faremo imbrigliare in voti su presidenze delle Camere o finte trattative sul capo dello Stato: o è accordo vero subito, o si va al voto».

Per questo l'Aventino resta lì, sospeso. Molto probabile perché «ormai è escalation», dicono ai vertici del gruppo dirigente, dando per «quasi impossibile» un'intesa con il Pd. Da evitare, secondo i trattativisti a oltranza, come Maurizio Sacconi: «Sono contrario ad abbandonare il Parlamento, perché lì si difende la democrazia». Ed è «nelle istituzioni», suggerisce Osvaldo Napoli, che va «condotta la battaglia».

 

daniela santanchèILDA BOCCASSINI IN TRIBUNALE PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpegSILVIO BERLUSCONI PROTESTA PARLAMENTARI PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE jpegSILVIO BERLUSCONI Maurizio Sacconi

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…