renzi gentiloni

PER SCATENARE LA GUERRA TERMONUCLEARE CONTRO IL GOVERNO GENTILONI A RENZI SERVIVA UN CASUS BELLI ED E’ ARRIVATO: LA BOCCIATURA DEL CANDIDATO PD, GIORGIO PAGLIARI, ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI AL SENATO

Daniela Preziosi per Il Manifesto

 

gentiloni e renzigentiloni e renzi

Il casus belli, un «fatto gravissimo» secondo l' immediata iper-reazione del Pd renziano, è la prevedibilissima sconfitta del candidato dem alla presidenza della prima commissione in senato. Il prescelto di Renzi non ha i voti e così passa con l' appoggio delle opposizioni il senatore Ncd Torrisi, che stava già reggendo la cruciale postazione, lasciata quattro mesi fa da Finocchiaro.

 

I democratici arrivano a un passo dal minacciare la crisi, chiedono un incontro al Quirinale. Alfano si mette paura e chiede a Torrisi di dimettersi, ragiona di espellerlo. Ma non è il ministro degli esteri il problema, l'incidente sembra quasi ricercato dal rientrante segretario Pd. Che così tiene sulla corda il governo, attribuisce agli altri la responsabilità dello stallo sulla legge elettorale e persino vagheggia ancora le elezioni anticipate. Molto difficili.

Giorgio PagliariGiorgio Pagliari

 

È «un fatto gravissimo», per Matteo Orfini, una questione «deplorevole» per Lorenzo Guerini che in tarda serata salgono al secondo piano di Palazzo Chigi per un vertice con il premier Gentiloni.

La tensione già alta fra Pd e governo, dopo il «franco confronto» con il ministro Padoan mercoledì scorso, ieri ha un'impennata.

 

L'«incidente» accade nel primo pomeriggio alla commissione affari costituzionali del Senato dove si vota per il presidente. Ruolo delicato: dovrà gestire tutta la partita della legge elettorale. Da mesi Renzi lamenta «la palude» al senato, ma è chiaro che prima della fine delle primarie la partita neanche inizia.

 

Salvatore TorrisiSalvatore Torrisi

In commissione a voto segreto il candidato della maggioranza Giorgio Pagliari, che sulla carta ha i voti, si ferma a 11. Passa quello delle opposizioni, l'alfaniano Salvatore Torrisi, che fin qui aveva provvisoriamente sostituito Anna Finocchiaro, diventata ministra ormai quattro mesi fa. In teoria le opposizioni hanno solo dieci voti. Torrisi ne prende ben 16. È un colpo di scena?

 

In realtà è ampiamente annunciato. Il capogruppo Pd Zanda sa che in commissione la maggioranza balla, soprattutto se il Pd si impunta su nomi inpotabili: il primo fu Roberto Cociancich, il senatore che propose il primo «canguro» sulla riforma costituzionale, poi presidente dei comitati del Sì. Anche stavolta c' è chi spiega a Renzi che Pagliari non ce la fa: ma arriva l' ordine di andare avanti.

 

paolo gentilonipaolo gentiloni

A un minuto dal «fattaccio» il Pd scatena la guerra termonucleare: la colpa viene rovesciata sui centristi di Alfano. Il Pd fa sul serio: dal Nazareno si fa sapere che verrà chiesto un incontro al Quirinale. Il reggente Orfini va giù duro: «Gentiloni è il nostro presidente del consiglio. Con lui vogliamo confrontarci sulla maggioranza di governo». Intanto il ministro degli Esteri, a Bruxelles per lavoro, che il giorno prima fingeva di fare la voce grossa con il premier, trasecola e lo cerca al telefono. I due concordano di chiedere le dimissioni di Torrisi.

Mattarella e RenziMattarella e Renzi

 

Ma Torrisi sembra un novello caso Villari. In serata si sparge la voce che pur di non far saltare il governo Alfano lo espellerà da Ap. Ma al Pd le dimissioni del neo presidente non bastano. Torrisi è un proprozionalista. Dal Nazareno si fa sapere che Renzi è arrabbiatissimo e che la vicenda è la pistola fumante dell' intenzione del senato di fare una legge elettorale proporzionale. Dal Pd si alza il polverone. La senatrice Puglisi attacca gli scissionisti: «Mdp era talmente contraria al Patto del Nazareno che in Senato hanno votato il candidato di Alfano, a braccetto con Berlusconi e Grillo».

 

luigi zanda anna finocchiarioluigi zanda anna finocchiario

I renzianissimi Marcucci e Mirabelli insistono: «Bersani oggi ha dato seguito alle sue continue minacce alla maggioranza». Il senatore Mpd Miguel Gotor risponde piombo su piombo: «La matematica non è un' opinione. I numeri dicono che al candidato del Pd sono mancati sei voti. Il Pd guardi a casa sua e al gioco delle correnti sotto congresso». Ma il candidato Andrea Orlando allontana da sé i sospetti: «Il vulnus politico va sanato rapidamente».

 

lorenzo guerini intervistatolorenzo guerini intervistato

Ma i conti non tornano davvero. E Zanda alza i toni per allontanare l'accusa di una cattiva gestione della vicenda: «Siamo abituati all' uso del voto segreto per manovre politiche sempre più volgari e ipocrite. Questa volta si è superato il limite», le opposizioni «a voto palese litigano e si insultano, a voto segreto si muovono insieme. Oggi a questo inedito nuovo fronte si sono aggiunti, lo dicono i numeri, pezzi di maggioranza. Certo non del Pd».

 

Eppure il sospetto che l'incidente sia stato cercato resiste. In Transatlantico c'è chi parla di «attentato di Sarajevo», lo sparo all'arciduca Francesco Ferdinando che diventa il casus belli della guerra mondiale. L'apposito incidente per dimostrare che la maggioranza «non c'è più» e che è meglio andare al voto subito. Del resto dalla prima vittoria di Renzi nei circoli ha ricominciato a spirare il venticello del voto anticipato.

 

ORFINIORFINI

Ma non c'è la legge elettorale, e soprattutto non ci sono i tempi. Per votare a fine giugno magari insieme al ballottaggio delle comunali (di voti a luglio non ci sono precedenti) bisognerebbe sciogliere le camere i primi di maggio, persino prima della proclamazione del nuovo - vecchio segretario Pd. Ma ai piani alti del Nazareno qualcuno ci crede ancora: meglio sfruttare l'onda del successo delle primarie, che inevitabilmente verrebbe dispersa da nove mesi di tormentato governo Gentiloni e da una manovra che non aumenterà la popolarità del Pd.

 

Il presidente del senato Grasso si congratula con il neopresidente e butta acqua sul fuoco: è «la classica tempesta in un bicchier d' acqua. Evidentemente nei mesi in cui Torrisi ha svolto il ruolo di presidente è stato apprezzato anche dalle opposizioni». Anche, appunto.

RENZI ALFANORENZI ALFANO

 

Dal Quirinale si fa sapere che nessuna richiesta formale del Pd è arrivata. Ma che, come già detto da Mattarella, le leggi elettorali di camera e senato dovranno essere omogenee. Senza due modifiche minime (voto di genere e soglie) il ricorso alle urne non è un' ipotesi percorribile prima della scadenza della legislatura.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...